Romanzo Caporale di Annibale Gagliani

«Il protagonista di questo libro – che ricorda somaticamente Alì dagli occhi azzurri, migrante dall’Africa all’Italia della poetica profezia di Pier Paolo Pasolini e che nella copertina donatami da Massimo Bietti acquista, seppur con tratti più innocenti, un’esattezza iconica – sfida il male, il suo concetto, la sua azione, i suoi servi». Così Annibale Gagliani parla del protagonista del suo ultimo libro “Romanzo Caporale”. Potrebbe essere un immigrato come tanti, e lo è per il fatto che a lui non viene dato un nome, la sua identità coincide con quella di tanti immigrati africani. Ma quest’uomo che dal Kenya raggiunge l’Italia è molto di più. Con questo libro l’autore denuncia un sistema criminale, il quale potrebbe benissimo essere circoscritto in tempo passato, ma che invece è più forte e drammatico oggi e nel nostro paese. Il caporalato è denunciato apertamente, come la massima tra le aberrazioni; in esso confluiscono altre nefandezze come la discriminazione razziale, lo sfruttamento, l’isolamento sociale, l’odio. Elementi questi di cui la criminalità organizzata si nutre e attraverso i quali rafforza le reti dei suoi sporchi traffici. Ma a questa si aggiunge una denuncia più pesante, quella dell’indifferenza civile e istituzionale, che non ha meno colpe di altri. Il libro è un racconto in prima persona del protagonista; attraverso la sua narrazione veniamo a conoscenza non solo delle difficoltà di un viaggio che si trasforma in fuga, ma leggiamo uno spaccato triste della nostra società. Ci sono anche aspetti positivi in “Romanzo Caporale” e non sono pochi. Grazie all’indefesso lavoro di missionari laici e religiosi, viene data una speranza a tantissimi uomini, donne e bambini. Sono piccole gocce in un mare di indifferenza, ma sono comunque gocce di speranza perché «alla lunga il bene vince, ma solo attraverso le piccole cose». Il romanzo si chiude con l’annuncio di una imminente tragedia, unica conclusione possibile, che lancia al lettore una sfida sociale, ovvero quella di svegliarsi dallo stordimento di vuoti slogan e inizi a guardare la realtà per quella che è. Il libro è impreziosito da una prefazione a cura di Fabrizio Peronaci e da una postfazione di Raffaele Gorgoni, che forniscono una importante chiave di lettura dell’intero romanzo. Inoltre, l’autore nella sua premessa dice forte e chiaro quali sono gli obiettivi del suo libro: scardinare tre piaghe sociali, ovvero lo stereotipo, la corruzione e il caporalato. In copertina una fotografia di Massimo Bietti, fotoreporter premiato dal National Geographic, ci mostra come gli occhi di un bambino di colore possono trasmettere gli stessi sentimenti di qualsiasi altro bambino del pianeta. Annibale Gagliani nasce il 4 ottobre 1992 a Mesagne (BR). Professore di lettere, giornalista pubblicista, scrittore associato Siae, saggista membro della Canadian Association for Italian Studies, poeta. Laureato con lode in Lettere Moderne all’Università del Salento, è tra i vincitori del II Master in giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli, e specializzato in insegnamento della lingua e della cultura italiana agli stranieri all’Università Tor Vergata di Roma. Ha intrapreso con il Co.Re.Com, la Regione Puglia e l’Unisalento un progetto di ricerca sulle minoranze linguistiche in Puglia e collaborato con innumerevoli testate, tra le quali «Lecce Cronaca», «Il Nuovo Quotidiano di Puglia» e «L’Intellettuale Dissidente» e con blog e riviste di critica letteraria. Nel 2018 pubblica il saggio Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano e l’e-book Ground zero – Post-liquidità generazionali con IQdB Edizioni. Nel 2019 arriva il suo terzo lavoro editoriale, Romanzo caporale, sempre per IQdB Edizioni. Tra i suoi racconti d’impegno civile, si ricorda La vita è un viaggio favoloso, vincitore del premio della critica nella III edizione del concorso letterario nazionale Fuori dal cassetto. Autore di articoli scientifici che verranno pubblicati nel 2020 come, La trattativa Mattei-Rockefeller per la Fondazione Enrico Mattei in collaborazione con la rivista «Il Mediterraneo» e un approfondimento linguistico sulle telecronache calcistiche per Treccani. Ha ideato e diretto per la casa editrice I Libri di Icaro una collana di saggistica, inchiesta giornalistica e romanzi noir titolata Sōkrátēs. Ha tenuto seminari di linguistica italiana in relazione al cantautorato in Atenei italiani e partecipato come relatore a convegni di rilevanza internazionale.