Casali del Manco (CS). Intervista a Pietro Marasco, Consigliere M5S del Comune di Casali del Manco (CS). “La Storia ha assegnato alla nuova Comunità Presilana un ruolo strategico”.

Il rappresentante del Movimento 5 Stelle, in seno all’Assemblea elettiva del neo costituito Comune della Presila, al nostro Giornale ha, tra l’altro, dichiarato: “Se non vogliamo che la Calabria diventi solo una sorta di terra di conquista, e che in essa continui a spadroneggiare  la mala pianta della ‘ndrangheta, è necessario un impegno congiunto e un’assunzione di responsabilità, a tutti i livelli, che deve vedere coinvolta, con una reale discesa in campo, quella parte sana della società civile, che nonostante tutto – ne sono convinto – resta ancora componente maggioritaria”…

Pietro Marasco – Consigliere Comunale M5S – Comune di Casali del Manco (CS)

Lei, tra i giovani emergenti della Presila, ha avviato, con l’entusiasmo che è proprio della sua generazione, esperienza politico-amministrativa, col Movimento 5 Stelle, ancor prima dell’avvento del neo Comune di Casali del Manco. Si ricorda il suo impegno anche nelle fasi propedeutiche al Referendum popolare ed una riconosciuta sensibilità verso i temi ambientali e del sociale. La mia esperienza politica non inizia con le Amministrative di Giugno 2018, ma è risalente negli anni. Sin da giovanissimo ho coltivato la passione della politica, nel suo più alto e nobile accento, intesa come servizio da rendere alla cittadinanza, interpretando i bisogni e le difficoltà degli ultimi, di chi non ha risonanza all’ interno della società. In occasione delle amministrative dell’allora Comune di Pedace, dal 2014 mi avvicinai al gruppo “Pedace che osa”, di cui condividevo molti temi. Con molti componenti dello stesso avremmo poi intrapreso un percorso nel Movimento 5 Stelle, dando vita, poco prima del referendum sul comune unico, al Meetup “Casali del Manco a 5 Stelle”, nel quale fui eletto organizer. Da attivista prima e da portavoce poi del Movimento 5 stelle, ho sempre dedicato tanta attenzione a temi quali: l’ambiente, che rappresenta la prima stella del Movimento; la partecipazione diretta della cittadinanza attiva nelle scelte politiche; l’attenzione verso i più deboli della società. In particolare, in tema di ambiente, ho seguito da vicino la battaglia che i portavoce del Movimento di Celico hanno condotto nei confronti della discarica, il mostro che tanti danni sta provocando non solo al territorio di Celico ma a tutto il comprensorio. Tra le classi giovanili dell’area geografica dove vive ed espleta la sua attività pubblica di Consigliere comunale di minoranza, ritiene  che ci sia bisogno di un’attenzione diversa, quindi, di un’adeguata corrispondenza alle conclamate esigenze di un possibile cambiamento, in termini generali e tangibili, dell’area casalina? Si può auspicare, ad esempio, una diversa consapevolezza, per rafforzare un elemento che risulta ancora fragile sul territorio: il requisito-presupposto, peraltro fondamentale, della matrice identitaria, quindi dell’aspetto inscindibile di natura socio-culturale della Comunità…?

Pietro Marasco con il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in una manifestazione svoltasi di recente in Calabria

Fino ad ora non c’è stato in questa amministrazione un segno tangibile di fattualità che sia adeguato ai sogni e alle aspettative dei cittadini che hanno voluto e vinto il referendum. Nessun elemento tangibile porta a far pensare a un cambiamento del modo di amministrare e di far politica, le logiche sono quelle di prima della fusione. Certo, aspettiamo ansiosi un cambiamento di rotta e anche un coinvolgimento su quelle che sono le tematiche a noi care come la questione del considerare l’acqua un bene comune. Le attese di un cambiamento delle norme nazionali dovrebbero facilitare un dialogo con noi. Lo speriamo, non ci piace dire sempre di no e contestare sempre le cose che si fanno (mancata discussione pubblica sullo Statuto, questioni relative alla mobilità, alla elettrificazione pubblica, all’ affidamento a privati di servizi comunali) ma sin dall’ inizio abbiamo assunto uno spirito collaborativo, quasi sempre ignorato da parte dell’amministrazione.  Riflettori accesi su Casali del Manco, per la cui costituzione, mediante fusione, determinanti sono stati gli elementi combinanti di ben 5  comuni presilani: Pedace – Serra Pedace – Spezzano Piccolo – Casole Bruzio e Trenta. Siamo a conoscenza che ha fornito un impegnato contributo, fin dalla prima ora per sostenere un obiettivo cardine cui la sua area politica ha sempre condiviso e difeso. Può rappresentare al nostro Giornale l’essenza di quella che è stata la sua personale esperienza ? In occasione del referendum, che ha istituito il comune di Casali del Manco nel maggio 2017, dopo un’attenta analisi sulla bontà del progetto (non nascondo alcune mie iniziali remore, legate soprattutto alle dinamiche che si creano in occasioni delle competizioni elettorali amministrative, e di cui il nostro comprensorio non è immune), mi convinsi dei vantaggi che la fusione avrebbe potuto apportare e con tutto il gruppo ci impegnammo per la sua buona riuscita, risultando determinanti soprattutto in alcuni degli ex comuni. Durante la campagna referendaria, subordinammo i vantaggi che la fusione avrebbe potuto apportare ad un’ottica di rinnovamento della classe politica e delle dinamiche che vigevano precedentemente, purtroppo assenti nell’ attuale Amministrazione. I promotori del Referendum, il Movimento Presila Unita, sosteneva che con la costituzione di un nuovo ente come Casali del Manco, le logiche tanto vituperate che connotavano le nostre piccole realtà locali e che, puntualmente, si ripresentavano in occasione di ogni rinnovo degli organi consiliari, sarebbero scomparse, salvo poi lo stesso Movimento allearsi con chi di quelle stesse logiche rappresenta la massima espressione, finendo per sottostarvi supinamente. Come dicevo prima, l’attuale amministrazione rischia, con la politica miope e clientelare che sta portando avanti, di azzoppare quel sogno per cui tanti casalini si sono battuti. Ovviamente nulla è perduto, ma servirebbe una decisa e radicale inversione di marcia, verso quei principi che hanno caratterizzato la campagna referendaria e per cui anche il M5S si è battuto, ma che a mio parere la maggioranza consiliare non vuole e non è capace di perseguire.

Una mitica immagine del complesso monumentale del Convento di S. Francesco di Paola (XVII sec.), nella Loc. Pedace – Casali del Manco (CS)

Lei rappresenta il M5S nell’ambito dell’Assemblea elettiva casalina! In questo lasso di tempo, a cavallo di due annualità, come s’è rapportato, con l’esercizio della sua delega di rappresentanza, in seno al Consiglio comunale e quali proposte sono state affrontate in Aula? Vi è da fare una piccola precisazione: sono entrato a far parte del Consiglio Comunale il 31 marzo 2019, subentrando a Peppino Curcio. Sto svolgendo, quindi, il mio mandato da consigliere comunale di minoranza da 7 mesi. Ciononostante, sto continuando a portare avanti temi cari a tutto il gruppo 5 stelle di Casali del Manco e già intraprese dal mio predecessore, come la tutela dell’ambiente, il considerare l’acqua un bene comune, la trasparenza amministrativa. Dall’inizio del mio mandato ho assunto uno spirito costruttivo e collaborativo, fornendo alla maggioranza consiliare delle proposte. Al riguardo, ho portato all’attenzione dell’assise consiliare due mozioni, una tesa a ripristinare una pratica diffusa fino a qualche anno fa, quella del vuoto a rendere, e l’altra, denominata “Plastic- free”, molto importante a mio avviso in un’epoca in cui i cambiamenti climatici si stanno rivelando ogni giorno nella loro drammatica portata, nel solco della campagna di sensibilizzazione intrapresa dal Ministro all’Ambiente Sergio Costa. Entrambe le mozioni sono state approvate dal Consiglio, ma tuttora restano inattuate. Prima dell’approvazione, dissi che non si doveva trattare di un contentino ma che dovevano essere approvate solo se l’amministrazione credeva in quelle due mozioni e voleva prendersi l’impegno di darvi concreta attuazione, ma finora tutto si è rivelato vano. Auspico che nel più breve tempo possibile venga accolto questo mio monito e vengano approntati gli strumenti necessari per renderle operative. Da componente della commissione Statuto, ho fornito il mio piccolo contributo nelle fasi ultimative dello stesso e ho spronato i rappresentanti della maggioranza ad un maggiore coinvolgimento della cittadinanza, poco coinvolta nella redazione del documento che dovrebbe disciplinare le regole fondamentali di una comunità; questo non coinvolgere i cittadini mi ha portato ad abbandonare la seduta consiliare nella quale si è approvato lo Statuto comunale. Sin dall’inizio del mio mandato ho avanzato delle proposte tese a favorire una gestione interna di servizi fondamentali quali il trasporto scolastico, il servizio idrico, l’illuminazione pubblica, la pulizia del verde Rimanendo nello ‘status’ di inascoltati , come gruppo M5S, da qualche settimana abbiamo avviato una petizione popolare per porre fine all’esternalizzazione selvaggia dei servizi pubblici portata avanti da questa amministrazione, che sta producendo enormi costi per la cittadinanza a fronte di servizi non sempre adeguati. In ultimo, è da tempo che sollevo un problema, anzitutto di natura politica: il Consiglio comunale, l’assise all’interno della quale dovrebbe svolgersi la normale dialettica politica e dovrebbero essere assunte le decisioni destinate a migliorare la qualità della vita dei casalini, si riunisce solo di rado e per meri adempimenti, tralasciando di discutere temi fondamentali quali acqua pubblica, trasporto pubblico e diritto alla mobilità dei cittadini, rilancio e sviluppo del territorio.

Pietro Marasco ( al centro del gruppo), con Nicola Morra – Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia

Casali del Manco, il nuovo Ente Locale della Presila, di fatto, costituisce una realtà amministrativa  importante, su base regionale ( con oltre 10 mila abitanti, un ampio territorio silano, ed un’estensione ragguardevole di circa 170 km2). Può rappresentare, in sintesi, che tipo di modello di sviluppo si dovrà accreditare per quest’ area  che esprime diverse direttrici di sviluppo ed anche conclamate problematicità? Il nuovo Ente, istituito il 5 maggio 2017, rappresenta, me lo lasci dire, quasi un unicum amministrativo nella nostra Regione; infatti è stato il primo comune, in Calabria, a nascere in seguito ad un referendum popolare, seguito, più di recente, da Corigliano-Rossano. Per capire la sua complessità basta pensare alla sua estensione geografica, essendo il settimo comune della Calabria per superficie. Le problematicità che il neonato comune deve affrontare sono tante, a partire da quella che deve preoccupare di più che è lo spopolamento di questo territorio e in particolare l’emigrazione giovanile, ma allo stesso tempo tantissime sono le risorse e le opportunità di sviluppo che esso può offrire. Casali del Manco non è nato per essere un comune qualsiasi, se si voleva continuare a gestire l’ordinario bastava lasciare le cose così come erano ante fusione, ma la sua essenza sta invece nel rappresentare un sogno di rilancio e di sviluppo di questo territorio, uno dei più belli della Calabria ma mai veramente valorizzato. Casali del Manco nasce per produrre investimenti in svariati settori della società e per dare, soprattutto alle giovani generazioni, la possibilità di non dover essere costretti ad emigrare altrove e portare lì le proprie capacità. Al riguardo, mi stupiscono le dichiarazioni festose della maggioranza e in particolare dell’assessore al bilancio, che continuano ad esaltare l’ovvio. Per quanto riguarda le direttrici di sviluppo, in primis vorrei sottolineare che esse devono guardare non soltanto le località montane e in particolare Lorica, località usate spesso come slogan ma in cui i risultati ottenuti al momento scarseggiano, ma l’attenzione e gli investimenti devono partire dai borghi pre-montani.

Loc. Pedace – uno scorcio della zona antica. Molte speranze sono accese per un riuso funzionale di queste zone storiche dell’intera area della Comunità casalina

È da lì, infatti, che deve configurarsi il rilancio di Casali del Manco, connettendo i vari borghi delle cinque ex località in modo da farli apparire un tutt’ uno, interconnessi e dipendenti tra loro, esaltando le tipicità del luogo e garantendo una agevole mobilità al loro interno da parte dei cittadini. A livello istituzionale, Casali del Manco dovrebbe dialogare, in modo fiero ed autorevole, con le importanti realtà che ci circondano, per fare del nostro territorio un polo di attrazione nei confronti dell’hinterland cosentino. Mi piacerebbe che Casali del Manco sia connesso facilmente con l’Università della Calabria, e che diventi un’opportunità di attrazione (culturale, turistica, sportiva, eno-gastronomica) e di soggiorno per gli studenti della stessa. Per far ciò c’è bisogno di una visione politica ambiziosa e coraggiosa, che purtroppo non rinvengo nell’ attuale amministrazione. Più volte ho sollecitato il Sindaco, del quale ho una stima che risale negli anni, ribadendo l’invito anche in questa occasione, ad allontanare quei portatori di interessi particolari che gli stanno intorno, incapaci di dare quello slancio di cui Casali del Manco necessita, e dotarsi delle numerose competenze che la nostra società esprime e che attendono solo di essere coinvolte e sollecitate. Come ritiene che, da subito, le attività socio – culturali ed anche ambientali, proprie del suo essere cittadino casalino, attento a queste vitali attività del Consorzio Civile, si possano promuovere, valorizzare ed incentivare, in una logica di continuità, nel tempo. Conviene sulla necessità che la provvisorietà e la discontinuità debbano, finalmente, essere derubricate? Lei è stato anche uno dei primi aderenti al M5S dell’area presilana e casalina, che ha partecipato, sul piano operativo, e un apporto costruttivo e propositivo, a tutta la fase pre-elettorale? Ci parli, anche, di quest’esperienza…  Purtroppo l’esperienza elettorale che ci ha visto protagonisti non è stata esaltante. I pochi voti intercettati però non fanno giustizia dell’impegno da noi profuso per perseguire interessi pubblici e la difesa di beni comuni. Certo, i cittadini hanno sempre ragione, ma ci aspettiamo che, piano piano i risultati arrivino e che un giorno si possa anche decidere di votare non solo per l’amico ma per quello che un candidato o una lista fanno in concreto per la collettività. Mi trova d’accordo nel ribadire la necessità di una politica fatta di continuità nel tempo su temi fondamentali come quelli da lei citati, una politica che rifugga lo slogan, il mero consenso facile e provvisorio, spesso clientelare, a vantaggio di una politica che programmi, per tempo, interventi che vadano ad impattare, si spera positivamente, sulla vita dei cittadini.

Altopiano Silano ( Calabria ) – Il Comune di Casali del Manco – CS – dovrà misurarsi su una grande sfida: la promozione e valorizzazione del suo ampio territorio, ben coniugando le direttrici di sviluppo: Natura – Ambiente – Gastronomia e Prodotti Tipici – Attività Agro -Turistiche, Silvo – Pastorali e Artigianali Sostenibili

Al riguardo, il mio giudizio sull’Amministrazione non può essere certo positivo, impegnata tutt’ora in una campagna elettorale permanente, caratterizzata da interventi sporadici ad appannaggio di alcuni e non della totalità dei cittadini, completamente sorda e non collaborativa alle richieste che provengono dalle minoranze. In conclusione, può esplicitare un breve argomento – a schema libero – sul quale ritiene di esprimere un pensiero, franco ed immediato, utili per la Comunità e d’interesse per la cittadinanza. Un tema che molto le sta a cuore…? Ritengo sia necessario porre l’attenzione su due importanti questioni, a mio avviso fondamentali. Innanzitutto, a Casali del Manco si pone un problema di trasparenza amministrativa, con cui non solo le minoranze consiliari ma anche la cittadinanza devono fare i conti. La trasparenza amministrativa, ci tengo a ribadirlo, è il termometro che segnala la qualità di una amministrazione. Le legittime richieste inoltrate, atte a dare risposte alle problematiche  che ci segnalano i cittadini, rimangono per lo più inevase e, in quelle poche volte che ricevono risposta, ciò avviene ben oltre i tempi indicati dalla legge. Per cercare di ovviare a ciò, nel mese di giugno mi sono recato in Prefettura per segnalare il tutto alle autorità competenti, che hanno provveduto a sollecitare l’amministrazione ad adempiere ai propri obblighi. Ciononostante, la situazione continua a persistere. Altro aspetto fondamentale, a mio avviso cardine per il nostro territorio, ma troppo spesso sottaciuta, è la questione giovanile. In tal senso, l’ultimo Rapporto SVIMEZ  fornisce dati allarmanti: dal 2000 sono andati via, dal Mezzogiorno, più di 2 milioni di persone, dei quali la metà giovani e un quinto di essi laureati, nostre risorse e professionalità che vanno ad arricchire altre terre, lasciando la terra natia in uno stato di disperazione che appare sempre più irreversibile. Questo è, a mio avviso, il tema a cui vanno riservati tutti i nostri sforzi e le nostre attenzioni; la politica deve porlo necessariamente al centro della propria agenda, approntando gli strumenti necessari per dare le dovute risposte a chi deve abbandonare i propri affetti e la terra che lo ha cullato e formato per cercare fortuna altrove: non nascondo che io stesso, da qui a poco, possa essere costretto a rassegnare le dimissioni per andare altrove e abbandonare la mia amata/odiata terra. Se non vogliamo che la Calabria diventi solo una terra di conquista, magari di chi fino a poco tempo fa ci considerava brutti e puzzolenti, e che in essa resti solo la mala pianta della ‘ndrangheta, è necessario un impegno congiunto e un’assunzione di responsabilità, a tutti i livelli, messi in campo da quella parte sana della società, che nonostante tutto, ne sono convinto, resta ancora maggioranza. Da Casali del Manco (CS), 23  Novembre 2019