Madrid ancora senza una maggioranza chiara: Pedro Sánchez studia possibili allenze

Dalle urne non emerge una maggioranza. I progressisti sono in vantaggio sui conservatori ma non hanno i numeri per governare. Psoe, Unidas Podemos e Más País hanno più voti dei conservatori di PP, Ciudadanos e Vox. Ma entrambi dispongono di un numero di seggi inferiore alla maggioranza assoluta. Questa circostanza esclude accordi di governo autosufficienti. Per un governo guidato da Pedro Sánchez si prospetta la ripetizione dell’alleanza tra Psoe, Podemos e i partiti indipendentisti e nazionalisti catalani e baschi. Ma la maggioranza è ora più difficile da ricomporre. Infatti Unidas Podemos non sembrerebbe accontentarsi di sostenere il governo socialista dall’esterno e, a meno che nel Psoe non si riapra la possibilità di una coalizione di governo con tutte le sinistre. Pablo Iglesias, leader di Podemos, propone il governo di coalizione “come unica ricetta per mettere freno all’ascesa dell’estrema destra”. Sánchez rivendica la terza vittoria elettorale in sei mesi e assicurava che “il nostro obiettivo è fare un governo progressista guidato dal Psoe”. La sentenza del Tribunal Supremo che condanna a pene altissime i leader dell’autunno catalano del 2017, ha scatenato in Catalogna una mobilitazione permanente del movimento indipendentista, e più in generale del movimento democratico. La risposta del governo Sánchez è stata quella d’inviare migliaia di effettivi delle polizie spagnole a presidiare il territorio catalano, dichiarare la condivisione del verdetto della giustizia spagnola, escludere possibili indulti in prospettiva e annunciare il ripristino all’interno del codice penale del referendum illegale. Perciò, nonostante Esquerra Republicana mostri una maggiore disponibilità di Junts per Catalunya e della Candidatura d’Unitat Popular a non ostacolare una eventuale candidatura di Sánchez a presidente, l’ipotesi anche solo di un’astensione dei partiti indipendentisti con un governo guidato dal leader socialista, in cambio di nulla, non sembra molto probabile. Il secondo scenario è un patto tra i due principali partiti, Psoe e PP, in una riedizione del bipartitismo, in nome dell’unità della patria di fronte alla sfida catalana e della tenuta dell’economia spagnola davanti alle nuove avvisaglie di recessione. E’ già successo nel 2016, a parti inverse, dopo la prima ripetizione elettorale, quando il Psoe si astenne sul governo Rajoy. Ma il leader popolare Pablo Casado ha già mostrato di non essere disponibile a questa soluzione, con l’ascesa di Vox così imponente alla sua destra. Altrimenti si apre lo scenario di nuove elezioni….Forse sarebbe il caso prima di cambiare la legge elettorale con un sistema maggioritario…