Milano. La Guardia medica arriva in taxi

Da inizio mese i dottori della continuità assistenziale (operativi tutte le notti dalle 20 alle 8 del mattino e nei fine settimana, prefestivi e festivi anche dalle 8 alle 20) non sono più accompagnati a casa dei pazienti dagli autisti volontari delle Croci. Arrivano in taxi. La novità è scattata dopo che due bandi di gara per la “fornitura degli automezzi e degli autisti per accompagnare i medici di continuità assistenziale nelle visite domiciliari” sono andati deserti. L’Anpas (associazione di volontariato che si occupa di soccorso e servizi socio-sanitari) e rappresenta le Croci, non ha considerato la proposta abbastanza vantaggiosa per partecipare. Di qui la decisione dei vertici dell’Ats di ricorrere alle auto bianche, come già avviene per il trasporto dei dializzati all’ospedale Niguarda. Oltre che per il rischio di lunghe attese dei taxi, la scelta solleva preoccupazione tra i dottori per problemi di sicurezza dal momento che non avranno più l’autista volontario che salirà a domicilio con loro. Dal primo novembre 2019 l’Ats Città metropolitana ha attivato un convenzione con il Comune di Milano e l’Areu (l’Azienda regionale emergenza urgenza) per garantire il servizio di accompagnamento dei medici in visita domiciliare tramite taxi. Il medico che decide per la visita domiciliare contatta la centrale operativa dell’Areu che provvede a inviare il taxi in postazione per il trasferimento presso il domicilio del paziente. Al termine della visita il medico ricontatta la centrale operativa dell’Areu perché venga attivato il servizio taxi per il rientro in postazione. Se i medici lo ritengano necessario è possibile effettuare la vista domiciliare con il supporto del collega presente in postazione. In questo caso i cellulari di servizio vanno portati in missione, il medico che non è impegnato risponde ad altre chiamate. È importante informare Areu in merito all’uscita in doppio. Si ricorda che sul cellulare di servizio è stata installata l’App Where Areu che consente, in caso di necessità solo premendo l’icona, di attivare i servizi di emergenza (112) tramite geo-localizzazione. L’app prevede il tasto “muto” che, se attivato, fornisce soccorsi anche senza comunicazione verbale. Per la città di Milano la base d’asta della gara andata deserta era di 632.400 euro per 36 mesi, dunque circa 210 mila euro l’anno. In precedenza per lo stesso servizio la spesa era di 450 mila euro l’anno, una cifra considerata spropositata dai vertici dell’Ats di fronte alle sole 5.500 visite annuali dei dottori della Guardia medica, cioè 15 al giorno. L’accordo con i taxi prevede il pagamento di 50 euro a uscita. Il risparmio stimato s’aggira attorno ai 200 mila euro annui. Lo stesso sistema di accompagnamento vale per i pazienti dei distretti Nord Milano, Ovest Milanese, Rhodense, Lodi, Melegnano, Martesana. Complessivamente l’appalto valeva 1,7 milioni di euro si tre anni. In base all’accordo collettivo nazionale con i medici di Continuità assistenziale l’Ats deve garantire “la disponibilità di mezzi di servizio”. In alcune città della Lombardia la Guardia medica usa auto aziendali, in altre ciascuno la propria con il rimborso. Queste soluzioni su Milano non sono mai state considerate adeguate in particolare per le difficoltà di parcheggio e per le zone a traffico limitato. Di qui la scelta di affidarsi fino a tre giorni fa ai volontari-autisti delle Croci. Tra i motivi che l’Anpas avanza per la scelta di non partecipare alla gara d’appalto. “La richiesta, pena il mancato pagamento, di una dettagliata reportistica mensile dei singoli interventi svolti (per adempiere a ciò sarebbe stato necessario un programma gestionale avanzato); la garanzia di una linea telefonica prioritaria per le chiamate da parte dei medici (con costi a carico di chi?); la previsione in alcuni periodi dell’anno di un mezzo aggiuntivo sempre presente che comporta un oneroso aggravio dei costi; la richiesta di una rapidità estrema dalla chiamata per l’attivazione del servizio (15 minuti) e con la necessità di elaborare anche soluzioni per ridurre il tempo di attesa; si prevede, addirittura, la certificazione conseguita di ”guida sicura”, come prevista dal codice della strada, per tutti i possibili autisti svolgenti il servizio”. I dottori della Guardia medica sperano in un accordo con l’Anpas per una nuova gara d’appalto. “È soprattutto una questione di sicurezza” sottolineano Giovanni Campolongo e Donatella Gambera, portavoce del sindacato Snami.