Medicina del Lavoro: cos’è e a cosa serve

Il termine medicina del lavoro indica un ramo della medicina nato per tutelare la salute dei lavoratori, tramite la prevenzione, la diagnosi e la cura delle patologie generate da determinati lavori. Nonostante tra le sue competenze vi siano anche diagnosi e cure delle malattie cosiddette professionali, l’obiettivo primario di questa branca medica è quello di prevenire tali patologie, insieme agli infortuni occorsi nello svolgimento dell’attività lavorativa, o ad essa direttamente riconducibili. Inoltre, il medico specializzato in questa disciplina ha tra i suoi compiti anche quello di coadiuvare i datori di lavoro nella creazione e nel mantenimento di ambienti lavorativi sani e privi di pericoli, dotati di adeguate misure di sicurezza. Sintetizzando, le aree di azione in cui si concentra la medicina del lavoro sono tre:

  1. La tutela della salute sul luogo di lavoro e la promozione di una cultura in tal senso.
  2. Il perfezionamento dell’ambiente lavorativo e delle attività quotidiane dei lavoratori, adattandole alle necessità in termini di sicurezza degli addetti.
  3. Favorire la nascita di una consapevolezza collettiva sui temi della salute e della sicurezza, collaborando con tutte le parti (datori di lavoro, operatori del settore, organizzazioni sindacali) perché si crei un circolo virtuoso di cooperazione, massimizzando sia la salute sui luoghi di lavoro e incrementando al contempo la produttività aziendale.

Come si vede, l’area delle competenze richieste a un medico del lavoro è molto vasta, e richiede una serie di competenze trasversali, che toccano vari ambiti. In Italia, la medicina del lavoro è normata dal D.Lgs. 81/08, che ratifica anche gli obblighi in capo alle aziende.

A cosa serve il Medico del Lavoro

In primis, un medico del lavoro in azienda serve a tutelare la salute dei lavoratori, preservandoli dai rischi connessi alla loro attività lavorativa. Questa figura professionale è obbligatoria in azienda, qualora siano presenti dei rischi, così come indicato nel decreto legislativo sopra citato. Tutti i datori di lavoro e le imprese sono infatti tenuti ad effettuare la valutazione dei rischi, e se ne rilevano la presenza, devono scegliere un medico del lavoro. Le mansioni dello specialista in medicina del lavoro non terminano una volta accertato lo stato di buona salute dei dipendenti dell’azienda, ma proseguono negli interventi volti a prevenire eventuali malattie che potrebbero essere contratte sul posto di lavoro. Il medico del lavoro ha pertanto una formazione teorica e pratica estremamente specifica, che gli permette di riconoscere con rapidità gli eventuali pericoli. Il settore delle malattie collegate all’attività lavorativa è molto ampio, e in continua evoluzione. Per questo nelle aziende è necessario un medico specializzato in questa branca, in grado di identificare i segnali di patologie dovute a alle cause più varie, quali ad esempio:

  • Esposizione ad agenti chimici, in particolare acidi. Questo genere di sostanze può danneggiare l’apparato respiratorio, la pelle o l’apparato digerente, oltre al sistema nervoso.
  • Esposizione a radiazioni di vari tipi. Tra le più comuni, raggi X e raggi UVA.
  • Esposizione ad agenti patogeni, quali virus, parassiti e batteri.
  • Esposizione a rumori, luci dannose o microclima non salubre.

Conclusioni

La medicina del lavoro è una branca della scienza in continua evoluzione. Il lavoro cambia, e con esso cambiano i bisogni e i rischi. Se fino a pochi decenni fa erano molto diffuse malattie respiratorie collegate ai lavori in miniera o nelle fonderie, oggi che alcune di queste patologie diminuiscono ne compaiono di nuove, tra cui le malattie da stress. Diventa fondamentale allora, per le aziende e la società, la presenza e l’aggiornamento continuo di medici con una formazione specifica in medicina del lavoro. Informazioni tratte da: https://www.gdmsanita.it/medicina-del-lavoro-torino.php