Matteo Salvini ci ha ripensato? Il Governo dura fino al 2020?

Matteo Salvini questa volta ha fatto male i conti o forse ci ha ripensato? Sergio Mattarella ha subito frenato la sua ultima mossa. Impossibile votare il taglio del numero dei parlamentari così come chiedono i grillini e poi di andare alle elezioni. Secondo il Presidente non si può fare. Se il Parlamento approva una legge costituzionale che ne modifica la composizione, non ne può essere congelata l’applicazione per 5 anni, sino alla legislatura successiva. Prima di andare alle urne, a giudizio del Quirinale, sarebbe indispensabile attuare la riforma. Con passaggi tecnici e parlamentari che, tra i 3 mesi di attesa per la richiesta del referendum confermativo, i 3 successivi per l’eventuale svolgimento della consultazione popolare, la conseguente riforma dei collegi e della legge elettorale, se va bene si arriva all’autunno del 2020.

Ma Matteo Salvini poteva non sapere tutto ciò?

“Se si fa il taglio dei parlamentari poi non si va più a votare” aveva già affermato la scorsa settimana. Nel giorno in cui in Senato si materializzata con 161 voti la maggioranza formata da giallorossa, contraria alle elezioni anticipate, in grado di formare un nuovo governo, il leghista ha tentato il colpo di teatro. Ha provato ad allungare la vita del governo gialloverde sino all’autunno del 2020. Tenendosi il Viminale, scongiurando il nuovo abbraccio con Silvio Berlusconi, ed evitando di restare tagliato fuori dai giochi. Matteo Salvini però ha cercato di salvare la faccia confermando la voglia di elezioni e la sfiducia a Conte. “Se ritiro la mozione? Mica siamo al mercato del pesce”. Il vice premier è tornato in Aula a chiamare “amico” Di Maio. Non ha ritirato i ministri della Lega.

“E’ un disperato tentativo di restare aggrappato al governo”

Lo ha spiegato Matteo Renzi ai suoi. “Il leghista ha capito che sta per restare senza governo e non avrà le elezioni. Dunque, si è inventato questa capriola grottesca. Vediamo se i 5Stelle ci cascano…”. La conferenza dei capigruppo della Camera ha fissato il dibattito sulla legge taglia-parlamentari giovedì 22 agosto, invece che a lunedì 19 come proposto dal presidente di Montecitorio, Roberto Fico. Questo per spingere il Ministro allo scoperto e portarlo al Conte-bis o rinunciare ufficialmente alle elezioni. “Quella di Salvini è la mossa della disperazione, è in un cul de sac – ha sostenuto Di Maio – se votano la sfiducia a Conte non possono tagliare i parlamentari, se vogliono davvero tagliarli, non possono invece sfiduciare il premier”. Infatti il dibattito sulla sfiducia si svolgerà martedì 20 in Senato. Se il governo cadesse, la riforma costituzionale con il taglio dei parlamentari non potrebbe essere votata giovedì 22, visto che la crisi bloccherebbe i lavori parlamentari. A questo punto potrebbe esserci un governo giallorosso (dem grillino) o un maxi rimpasto di ministri. Di Maio e Salvini potrebbero tornare insieme come se nulla fosse. “Con il Pd non facciamo alcun governo” ha fatto trapelare il capo politico del Movimento. Da palazzo Chigi lasciano intendere che per il “premier non cambia nulla”. Se nulla cambia nella prossime ore, non andrà a dimettersi al Quirinale come era già previsto. Attenderà invece che si voti la sfiducia presentata dalla Lega per verificare se il ripensamento di Salvini è reale. Il Capo della Lega ha fatto questa mossa disperata per rientrare in partita e scongiurare un esecutivo formato da Pd e 5Stelle. Sa, infatti, di non avere più la possibilità di andare alle elezioni e rischia di restare fuori da tutto.