I grillini attaccati alle poltrone vogliono rimandare la nascita del Governo di Matteo Salvini

Più contestano Matteo Salvini, più si incollano alle poltrone, più danno forza alla Lega. Il Capitano vuole portare gli italiani al più presto alle elezioni. Invece i grillini lavorano ad un inciucio con i dem per tirare in lungo la legislatura. Nell’uno e nell’altro caso alimentano la forza elettorale del Capo del Carroccio. Ad ottobre la Lega vincerebbe con oltre il 50%. Se si votasse più in avanti il partito di via Bellerio sfonderebbe il 60%. I dem rischiano di spaccarsi. Renzi diventato improvvisamente amico dei grillini! Entrambi accomunati dal terrore delle urne che li spazzerebbero via. Anche Beppe Grillo in un post che invita i suoi a mollare i “barbari” leghisti e ad andare avanti sondando maggioranze e alleanze alternative a quelle portate avanti fin qui insieme al Carroccio. Roberto Fico che non ha alcuna intenzione di affrettare i tempi della sfiducia a Giuseppe Conte e favorire così la corsa del leader leghista alle urne. Per gli italiani (la maggioranza è con Salvini) l’importante è che il Paese vada a votare al più presto per avere un Governo del Si che rilanci l’economia e faccia cose concrete.  Luigi Di Maio non vuole lasciare il palazzo e ha sondato le disponibilità a sostenere un governo “traghettatore” che abbia tra gli obiettivi cardine il taglio dei parlamentari. “Che sia la Lega, il Pd, Forza Italia o chiunque altro ad appoggiarla non ci importa – ha scritto oggi su Facebook – ci importa che si faccia. E che si faccia prima delle dichiarazioni di Conte alle Camere”. L’appello è al Partito democratico che ha i numeri per il ribaltone. In cambio del taglio dei parlamentari, secondo un retroscena di Repubblica, i grillini sarebbero disposti a dare ai dem la riforma della legge elettorale in chiave proporzionale. L’idea è di formare una maggioranza dal “percorso costituzionale” che non dispiaccia al Capo dello Stato. “Non esistono le condizioni politiche – ha replicato Nicola Zingaretti – per un altro governo, almeno con il Pd”. Ma i renziani si starebbero già muovendo. L’obiettivo potrebbe essere quello di mettere in piedi un governo di scopo che sventi l’aumento dell’Iva e traghetti il Paese alle urne nel 2020. In realtà, secondo i ben informati, questa “manovra” aiuterebbe l’ex premier a prendere tempo e a preparare il nuovo partito e la scissione annunciata già da mesi. Ma Matteo Salvini continua a tirare dritto. Vorrebbe votare la sfiducia a Conte già prima di Ferragosto. Ma Roberto Fico gli ha ricordato che sono i presidenti di Camera e Senato a convocare le Camere (“Nessun altro”), che “la programmazione dei lavori dell’aula si stabilisce all’interno di una riunione chiamata conferenza dei capigruppo e in nessun altro luogo” e che “il presidente della Repubblica è il solo che può sciogliere le Camere e convocare le elezioni anticipate, nessun altro”. Tutti, poi, guardano a Conte che continua a starsene in disparte. Un gioco che, a detta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, prelude a “una rottura traumatica”. “Una separazione consensuale era la cosa più ragionevole – ha spiegato al Tg2 – ma Conte non si vuole dimettere e preferisce andare a una conta in Aula…”. Già in quell’occasione si capirà chi vuole andare a elezioni e chi, invece, cerca un nuovo accordo.Il partito del non voto, quando Mattarella farà le consultazioni, potrebbe essere più nutrito di quanto non si pensi oggi.