Il Cavaliere è tornato in sella: Berlusconi ancora decisivo

Silvio Berlusconi salva Forza Italia dalla dissoluzione. Il Cavaliere è tornato in sella. E’ passato dalla decadenza del Senato all’Europarlamento. A Bruxelles ha già preso una villa nel quartiere delle ambasciate con piscina, palestra e sale per ricevere gli altri leader. “Sarò il leader più autorevole dell’Unione. Aver mandato il sottoscritto in Europa significa aver investito su un personaggio di grande prestigio che sarà farsi valere con tutti”. Lui troverà i vecchi amici, dalla Merkel a Daul, da Weber a Orban, con i quali potrà trattare quanto meno da pari a pari.

Si concludono con un trionfo personale sei anni di vero calvario

Era iniziato il primo agosto 2013, con la sentenza che ha cambiato un pezzo di storia d’Italia, la condanna a quattro anni per frode fiscale per il caso dei diritti Mediaset, il milionesimo procedimento ai suoi danni. Tre anni condonati, uno da scontare con un servizio sociale. Berlusconi scelse l’assistenza agli anziani in un istituto a Cesano Boscone. Diventato incandidabile per effetto delle legge Severino, il Cavaliere finì sotto processo anche della giunta per le immunità del Senato. All’epoca il centrodestra unito era una delle due architravi del governo di unità nazionale guidato da Enrico Letta. Le grande intese, che avevano portato anche al secondo mandato al Quirinale di Giorgio Napolitano, si erano rese necessarie per superare lo stallo dopo il tentativo fallito di Pier Luigi Bersani di formare un governo con i grillini. Un equilibrio precario, già messo a rischio dalla sentenza Mediaset. Poi la decisione del Pd il 4 ottobre di schierarsi in giunta con chi riteneva che la legge Severino fosse applicabile anche in maniera retroattiva. Qualche giorno dopo il centrodestra confermò ancora la fiducia a Letta, ma il 28 novembre, quando Palazzo Madama votò la decadenza di Sivio Berlusconi da senatore, il quadro cambiò di colpo. L’uscita del Cavaliere dalla maggioranza. La secessione di Alfano, che decise invece di restare con Letta. La rinascita di Forza Italia. “Io non mollo” disse Berlusconi in quei giorni, mentre i suoi legali presentavano un ricorso alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Infatti è uscito dal Parlamento ma ha continuato a pesare nella vita politica del Paese. Letta è durato ancora pochi mesi, poi nel febbraio successivo Matteo Renzi lo ha defenestrato da Palazzo Chigi, riaprendo il dialogo con Forza Italia. Era l’anno del Patto del Nazareno, il grande accordo sulle riforme e su una nuova legge elettorale. L’intesa è andata avanti fino a febbraio del 2015, quando Napolitano si dimise e il leader del Pd decise di puntare su Sergio Mattarella senza consultare Berlusconi. Intanto il Presidente si dava da fare nella mensa di Cusano. Poi le rivincite. Un anno fa la riabilitazione da parte del tribunale di Milano, che ha cancellato l’incandidabilità. Adesso il seggio a Bruxelles. “Sarò l’unico leader italiano presente in Parlamento e difenderò gli interessi del Paese. Ho ancora la fiducia del 25 per cento degli italiani”.