Gli investigatori italiani hanno catturato il pluri-assassino Cesare Battisti

E’ finita a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia la latitanza del pericoloso Cesare Battisti. Barba finta per camuffarsi, l’ex terrorista è stato catturato alle 17 di sabato 12 gennaio, le 22 in Italia, da una squadra speciale dell’Interpol formata da investigatori italiani. Il terrorista pluri-assassino Cesare Battisti era latitante dal dicembre 2018 dopo la revoca dello status di residente permanente in Brasile e l’ordine di estradizione del presidente Michel Temer. Battisti era da solo. Non ha opposto resistenza. Indossava pantaloni e maglietta di colore blu, e un paio di occhiali per proteggersi dal forte sole e cercare, ulteriormente, di camuffarsi. Caricato in macchina e accompagnato in una caserma della polizia per le comparazioni tecniche (ad iniziare dalle impronte), l’ex membro dei Proletari armati per il comunismo non ha aperto bocca. Gli investigatori dell’Interpol hanno notato quell’uomo. Tolta la barba, rivelata fasulla, c’erano molti dettagli sia dell’andatura sia dei lineamenti, in particolare del viso, che combaciavano con le ultime fotografie e gli ultimi video su Battisti, anche se parecchio datati. L’Interpol, con il supporto della polizia boliviana, ha avvicinato e accerchiato il terrorista.

Cesare Battisti ora andrà in carcere in Italia

Prima bisogna attendere il completamento di tutti i passaggi tecnici. Ma poi, per Battisti si potrebbe aprire, in tempi brevi, il provvedimento di espulsione dalla Bolivia che innescherà il rimpatrio in Italia. Originario di Cisterna di Latina, evaso nel 1981 dopo una condanna per banda armata, il terrorista è stato condannato in contumacia per la partecipazione a quattro omicidi. Fuggito in Mexico e in Francia, autore di romanzi noir, Battisti aveva raggiunto il Brasile nel 2004. Tre anni dopo, era stato arrestato. Ne era seguita una lunga sequenza di colpi di scena. Prima lo status di rifugiato, il diritto d’asilo, la richiesta di estrazione negata, un nuovo arresto, l’immediata scarcerazione, un massiccio movimento di intellettuali di tutto il mondo a favore di Battisti e contro la decisione di Temer di concedere l’estradizione. Era convinto d’avere ancora appoggi potenti in Sudamerica e rifugi sicuri, il terrorista. Quando l’hanno preso, procedeva a testa alta, in mezzo ad altri passanti, sicuro d’essere anonimo e al riparo.