Rivoluzione Ferrari: Mattia Binotto al posto di Maurizio Arrivabene

La Ferrari cambia. A pagare è stato il team principal Maurizio Arrivabene. Al suo posto il direttore tecnico Mattia Binotto. Esce Arrivabene, 61 anni, bresciano, ex numero uno del marketing di Philip Morris, membro dal 2012 del cda della Juventus e dal 2015 managing director di Ferrari Gestione Sportiva e team principal della Scuderia. Al suo posto Binotto, 50 anni, nato in Svizzera, che dopo la laurea al Politecnico di Losanna, nel 1995 entra nella Scuderia Ferrari come ingegnere motorista per la squadra e da lì scala tutte le posizioni fino a diventare nel 2016 Chief Technical Officer, il capo degli ingegneri che lavorano sulla vettura. Il 15 febbraio prossimo verrà presentata la monoposto del 2019, che sarà guidata sempre da Vettel e dal giovane Charles Leclerc, il monegasco di 21 anni che dalla Ferrari Academy e dopo il suo primo anno da rookie in Alfa Romeo Sauber, è stato promosso sul sedile della Rossa al posto di Kimi Raikkonen come voleva Sergio Marchionne. La morte del manager italo canadese a oltre metà mondiale ha cambiato gli equilibri della squadra. Le nomine di ad di Fca a Michael Manley e di Ferrari a Louis Carey Camilleri volute prontamente da John Elkann, lasciano aperta la ferita nella squadra Corse che Marchionne teneva sotto controllo. L’ingegnere svizzero è stimato tra i colleghi e dalla concorrenza, dovrà confrontarsi anche anche con i proprietari americani di Liberty Media per far pesare il ruolo del Cavallino per il futuro, con l’arrivo nel 2021 dei nuovi regolamenti. E tutta la Ferrari, alla vigilia di un mondiale che partirà in anticipo il 17 marzo a Melbourne, dovrà avere la solidità mancata con la scomparsa del gran capo Marchionne.