Decreto sicurezza. La Regione Umbria ricorre alla Corte costituzionale

La Regione Umbria si schiera contro Matteo Salvini. Perugia ricorre alla Corte costituzionale contro il decreto sicurezza. Secondo l’assessore Antonio Bartolini il provvedimento presenta profili di “palese incostituzionalità che vanno ad impattare su tutte le più importanti materie di legislazione regionale quali salute, assistenza sociale, diritto allo studio, formazione professionale e politiche attive del lavoro e l’edilizia residenziale pubblica”. La presidente regionale, Catiuscia Marini, ha proposto alla Giunta regionale “di sollevare la questione di costituzionalità di fronte alla Consulta, ribadendo la sua ferma volontà di mantenere inalterati i livelli dei servizi e dei diritti riconosciuti agli stranieri entrati regolarmente nel nostro territorio ed oggi posti in uno “strano limbo” e penalizzati dal decreto sicurezza, con grave lesione dei diritti umani e del rispetto della dignità di ciascuna persona”. Questa, a detta della Governatrice, è “una situazione che genera peraltro problemi sociali nelle singole città della regione e rende complicato l’intervento sociale da parte delle istituzioni locali”. La Giunta regionale ha inoltre deliberato “di sostenere le azioni legali intraprese dai sindaci, mediante gli opportuni strumenti giuridici a disposizione” e di avviare “il percorso per l’approvazione di un disegno di legge “salva-regolari” “che mantenga inalterati, a garanzia di tutta la comunità regionale e in attesa del giudizio della Corte, i diritti sociali ed umani garantiti nel nostro territorio regionale a quegli stranieri entrati regolarmente in Italia e che ora sono stati privati delle proprie legittime aspettative dal decreto sicurezza”. Scontro totale, in pratica. La Marini spiega: “Le misure intraprese oggi dalla Giunta regionale  sono in continuità con la tradizione millenaria di civiltà del popolo umbro, improntata ai principi di convivenza pacifica e solidarietà, sempre vicina a chi ne ha bisogno: nessuno di coloro che vivono in Umbria verrà abbandonato al suo destino, umbri e non, con buona pace dei disseminatori di odio”. E ancora: “Questa è la terra di San Francesco e San Benedetto, è la terra della spiritualità che si è fatta accoglienza, è la terra dell’impegno laico, civile, solidarista e pacifista. Ai nostri valori ispirati alla Carta Costituzionale e alle convenzioni internazionali di salvaguardia dei diritti dell’uomo non rinunciamo”.