Istituzione Bologna Musei: tutti gli appuntamenti dal 28 dicembre al 3 gennaio
Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, per svelare le loro collezioni e raccontare aspetti ed episodi inediti e curiosi della storia della città, anche attraverso punti di vista differenti e insoliti accostamenti fra le diverse collezioni. Conferenze, laboratori, concerti, visite guidate, visite in lingua sono i principali “strumenti” di questo racconto, che si dispiega lungo millenni di storia, dai primi utensili in pietra di uomini vissuti 800.000 anni fa ai prodotti dell’attuale distretto industriale, dalla pittura alle varie forme dell’arte moderna e contemporanea, dalla musica alle grandi epopee politiche e civili. Di seguito gli appuntamenti in programma da venerdì 28 dicembre 2018 a giovedì 3 gennaio 2019. In evidenza Come di consueto l’Istituzione Bologna Musei apre alcune sedi il 1° gennaio, ed in particolare le Collezioni Comunali d’Arte con la mostra “L’anima e il corpo” e “Steve McCurry. Una testa, un volto. Pari nelle differenze”, il Museo Archeologico con la mostra “Hokusai Hiroshige. Oltre l’onda”, MAMbo con la mostra “That’s IT!” e il Museo Medievale con la mostra “I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna”.
Per i bambini sabato 29 dicembre
ore 16: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123 “Dal bozzolo al tessuto” Laboratorio per bambini da 4 a 6 anni. La lavorazione della seta, mestiere di antica origine in cui Bologna eccelse per supremazia qualitativa e tecnologica tra XV e XVII secolo, prevede un lungo processo articolato in moltissime fasi. Ma come si arriva dalle impalpabili bave di un baco a realizzare un filato prezioso come la seta? Questo e molti altri quesiti troveranno risposta con semplici giochi e brevi filmati che ricostruiranno le fasi di crescita e riproduzione del baco da seta, fino ad arrivare alla formazione dei bozzoli. In seguito con giochi e manipolazioni si potranno seguire le fasi di lavorazione della seta: dalla trattura delle bave dai bozzoli sino alla tessitura del filo. Nelle sale del museo sarà possibile azionare e vedere dal vivo il modello del mulino da seta e il telaio domestico impiegati per la produzione del leggerissimo velo e scoprire in maniera divertente l’organizzazione dell’antica industria della seta bolognese. Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 28 dicembre). Ingresso: € 5,00 (gratuito per un accompagnatore adulto) Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale
mercoledì 2 gennaio
ore 8.30-12.30 e 14-18: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14 “Sto al MAMbo per le Feste. Giornate d’Arte al Museo per bambini e ragazzi” Durante le feste e le vacanze scolastiche tornano le attese giornate d’arte dedicate a bambini da 5 a 11 anni a cura del Dipartimento educativo MAMbo. La mostra temporanea “That’s IT!” e l’immaginario degli anni ’80 saranno lo spunto per nuove e divertenti attività di laboratorio. Prenotazione obbligatoria e valida solo via mail all’indirizzo [email protected] da effettuare entro lunedì 31 dicembre. Le giornate d’Arte al Museo sono attivate solo con un minimo di 8 partecipanti (massimo 30 partecipanti). Ingresso: € 15,00 a partecipante per ogni mattina o pomeriggio, da pagare alla cassa del museo prima dell’inizio dell’attività Info: www.mambo-bologna.org
giovedì 3 gennaio
ore 8.30-12.30 e 14-18: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14 “Sto al MAMbo per le Feste. Giornate d’Arte al Museo per bambini e ragazzi” Durante le feste e le vacanze scolastiche tornano le attese giornate d’arte dedicate a bambini da 5 a 11 anni a cura del Dipartimento educativo MAMbo. La mostra temporanea “That’s IT!” e l’immaginario degli anni ’80 saranno lo spunto per nuove e divertenti attività di laboratorio. Prenotazione obbligatoria e valida solo via mail all’indirizzo [email protected] da effettuare entro lunedì 31 dicembre. Le giornate d’Arte al Museo sono attivate solo con un minimo di 8 partecipanti (massimo 30 partecipanti). Ingresso: € 15,00 a partecipante per ogni mattina o pomeriggio, da pagare alla cassa del museo prima dell’inizio dell’attività Info: www.mambo-bologna.org
Gli altri appuntamenti venerdì 28 dicembre
ore 16 e 17: Collezioni Comunali d’Arte e Sala Farnese, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6 “Una testa, un volto. Pari nelle differenze” Visita guidata alla mostra a cura dei Servizi educativi Istituzione Bologna Musei. Con Ilaria Negretti. Ingresso: € 4,00 per la visita guidata + biglietto mostra Info: www.museibologna.it/arteantica – www.biennale.coop
domenica 30 dicembre
ore 14-18: Villa delle Rose – via Saragozza 228/230 “Dina Danish & Jean-Baptiste Maitre. Whatever They Do May It All Turn Out Wrong” Mediazione culturale alla mostra a cura del Dipartimento educativo MAMbo. Ingresso: gratuito Info: www.mambo-bologna.org ore 16: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14 “That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine” Visita guidata alla mostra a cura del Dipartimento educativo MAMbo. Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (mercoledì dalle 10 alle 17 e giovedì dalle 13 alle 17) oppure [email protected]. Ingresso: € 4,00 + biglietto mostra (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata + € 3,00 per l’ingresso in mostra Info: www.mambo-bologna.org ore 16: Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123 “Prodotti di eccellenza a Bologna tra XV e XVIII secolo” Incontro. Prendendo spunto dalle cronache, dagli archivi e dalle pagine di diario dei viaggiatori europei del passato, il percorso vuole ricostruire la storia dell’attività produttiva di Bologna tra XV e XVIII secolo, riscoprendo luoghi, tradizioni e soprattutto i prodotti che resero la città famosa in tutta Europa. Tra questi spiccano il velo di seta ottenuto all’interno delle mura cittadine utilizzando il mulino da seta alla bolognese, una delle forme più alte di tecnologia adoperate in età moderna, e la mortadella che contribuì a far conoscere Bologna come “la grassa”. Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 28 dicembre). Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto) Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale ore 16: Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2 “L’arte della scultura: canoni estetici, materiali e strumenti dello scultore egizio” Visita guidata a cura degli archeologi della società Aster. Attraverso l’analisi delle opere scultoree custodite all’interno del Museo Archeologico di Bologna e con l’aiuto dell’esperto egittologo, si andranno ad osservare e comprendere le tecniche di lavorazione, i materiali, i canoni estetici e le “mode” del momento della scultura nell’Antico Egitto. Ingresso: € 4,00 per la visita guidata + biglietto museo (€ 3,00). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata (ingresso museo gratuito) Info: www.museibologna.it/archeologico ore 16.30: Museo Medievale – via Manzoni 4 “I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna” Visita guidata alla mostra con Paolo Cova, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza. Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto) Info: www.museibologna.it/arteantica
martedì 1 gennaio
ore 16: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14 “Speciale visita That’s IT!” Visita guidata a cura del Dipartimento educativo MAMbo. Nell’occasione sarà illustrata anche la nuova sezione della collezione permanente MAMbo. Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (mercoledì dalle 10 alle 17 e giovedì dalle 13 alle 17) oppure [email protected] Ingresso: € 4,00 + biglietto mostra (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata + € 3,00 per l’ingresso in mostra Info: www.mambo-bologna.org
mercoledì 2 gennaio
ore 16 e 17: Collezioni Comunali d’Arte e Sala Farnese, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6 “Una testa, un volto. Pari nelle differenze” Visita guidata alla mostra a cura dei Servizi educativi Istituzione Bologna Musei. Con Paolo Cova. Ingresso: € 4,00 per la visita guidata + biglietto mostra Info: www.museibologna.it/arteantica – www.biennale.coop
giovedì 3 gennaio
ore 16 e 17: Collezioni Comunali d’Arte e Sala Farnese, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6 “Una testa, un volto. Pari nelle differenze” Visita guidata alla mostra a cura dei Servizi educativi Istituzione Bologna Musei. Con Ilaria Negretti. Ingresso: € 4,00 per la visita guidata + biglietto mostra Info: www.museibologna.it/arteantica – www.biennale.coop
Mostre
Museo Davia Bargellini – Strada Maggiore 44 “Presepi genovesi del Settecento dal Museo Giannettino Luxoro”, fino al 20 gennaio 2019 Come avviene da oramai più di dieci anni in occasione delle festività natalizie, i Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con il Centro Studi per la Cultura Popolare di Bologna, promuovono al Museo Davia Bargellini un evento espositivo dedicato all’arte presepiale tradizionale, come momento di avvicinamento e celebrazione collettiva della raffigurazione della Natività. Nel contesto di questo atteso appuntamento si pone la mostra “Presepi genovesi del Settecento dal Museo Giannettino Luxoro” organizzata con i Musei Civici di Genova, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo, Simonetta Maione e Giulio Sommariva, con l’apporto di Fernando e Gioia Lanzi. L’iniziativa si inserisce nel ciclo di mostre che pone a confronto scuole presepiali di aree regionali diverse, a documentare la straordinaria diffusione di questo specifico tipo di produzione artistica in Italia. Dopo la fortissima tradizione napoletana, che, attraverso la “Scarabattola” della Collezione di Gianfranco Bordoni, è stata tema dell’esposizione del 2008, quest’anno è oggetto di attenzione la grande scuola di Genova, città che fin dalla prima metà del XVI secolo si è affermata come uno dei centri più attivi nella produzione di figure da presepe, accanto a Napoli e Bologna. Accanto alla ricca collezione del Museo Davia Bargellini – la più ampia, sia numericamente che qualitativamente, di statuine in terracotta policroma dei secoli XVIII-XIX presente in città – l’’esposizione consente al pubblico di ammirare due gruppi presepiali databili fra la seconda metà e la fine del XVIII secolo, provenienti dalle raccolte del Museo Giannettino Luxoro di Genova, rappresentativi dell’altissima qualità esecutiva raggiunta nella produzione di questo particolare tipo di scultura, generalmente di destinazione domestica, di ridotte dimensioni, ma di grande pregio. Gli esemplari selezionati per l’allestimento, ricostruito con accurata attenzione filologica, sono riconducibili alle due principali varianti compositive rappresentate nella tradizione del capoluogo ligure: da una parte statuette in legno scolpite a tutto tondo e policromate, dall’altra manichini lignei articolati, parzialmente policromati, e rivestiti con abiti in splendido tessuto, testimonianza della grande manifattura tessile cittadina. Ingresso: gratuito Info: www.museibologna.it/arteantica Collezioni Comunali d’Arte e Sala Farnese, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6 “Una testa, un volto. Pari nelle differenze”, fino al 6 gennaio 2019 Una mostra fatta di sguardi contro ogni forma di discriminazione, con 40 grandi ritratti del fotografo americano Steve McCurry, di cui alcuni inediti, che raccontano l’unicità di ogni individuo e il rispetto per la vita. Le fotografie di Steve McCurry – 4 volte vincitore del World Press Photo e autore di una delle immagini più iconiche del XX secolo, la “Ragazza afgana” – ritraggono una serie di volti in cui riconoscersi al di là di confini e barriere. Fotografie che educano alla conoscenza e alla visione senza pregiudizi dell’altro, per salvaguardare il patrimonio delle differenze tra le culture nel mondo. Perché è proprio la cultura l’unico mezzo per salvarci in quanto esseri umani. Da qui il titolo della mostra che, parafrasando uno dei valori cardine del cooperare, ossia la parità di ciascuno nel prendere decisioni, lo ripropone nei termini universali dell’equità: “una testa, un voto” diventa così “Una testa, un volto”, il pensiero e i tratti che rendono ogni persona irripetibile. E che, coniugati al plurale, generano una comunità che produce il domani. A Palazzo d’Accursio, le fotografie di McCurry sono esposte su strutture antropomorfe in ferro battute, ideate dallo scenografo Peter Bottazzi, che sono posizionate come fossero persone in cammino all’interno della Sala e Cappella Farnese. La mostra è promossa dall’Alleanza delle Cooperative italiane (Legacoop, Confcooperative, Agci) nell’ambito della Biennale della Cooperazione, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei. Info: www.museibologna.it/arteantica- www.biennale.coop Villa delle Rose – via Saragozza 228/230 “Dina Danish & Jean-Baptiste Maitre. Whatever They Do May It All Turn Out Wrong”, fino al 6 gennaio 2019 Il progetto espositivo, a cura di Giulia Pezzoli, costituisce la fase conclusiva del periodo di residenza che il duo di artisti di origine franco-egiziana Dina Danish & Jean-Baptiste Maitre ha svolto a Bologna nell’ambito dell’edizione 2018/2019 del Programma di Residenza ROSE promosso da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, finalizzato a favorire la mobilità internazionale di artisti emergenti e valorizzare le espressioni più attuali nel campo delle arti visive. Danish & Maitre – una coppia nella vita e nell’arte – hanno trascorso un soggiorno complessivo di sei settimane nella Residenza per Artisti Sandra Natali, il luogo polifunzionale che il MAMbo mette a disposizione di giovani artisti internazionali per offrire uno spazio di confronto e sperimentazione, al fine di sostenerne la ricerca e favorirne la crescita professionale attraverso la metodologia della residenza adottata da grandi centri formativi europei. Durante questo periodo, gli artisti hanno avuto l’opportunità di sviluppare un piano di lavoro finalizzato alla realizzazione di un progetto espositivo inedito, specificamente pensato per le sale di Villa delle Rose, e della relativa pubblicazione edita da Edizioni MAMbo. La mostra si compone di 28 lavori, comprendendo una selezione di opere recenti riferibili alle pratiche autonome dei due artisti e 14 nuove produzioni realizzate come collettivo durante il periodo di residenza a Bologna. L’intero progetto espositivo è concepito in stretta connessione con lo spazio di Villa delle Rose e le sue caratteristiche strutturali. In particolare, Danish & Maitre si sono ispirati alla configurazione simmetrica delle prime tre sale dei due piani dell’edificio, identiche per dimensioni e posizione, per sviluppare un allestimento interamente basato su dialettiche e contrappunti speculari in cui le opere situate al piano terra si riverberano in quelle del primo e viceversa. Info: www.mambo-bologna.org Casa Morandi – via Fondazza 36 “Umberto Bonfini. Un dottore a Grizzana. Dalla medicina alla fotografia”, fino al 3 febbraio 2019 La porta di Casa Morandi si apre all’incontro con la fotografia di Umberto Bonfini per il progetto espositivo a cura di Claudio Spottl. Un dialogo fra la raccolta atmosfera della casa-atelier in cui Giorgio Morandi visse e lavorò per lunghi decenni fino alla sua morte e una selezione di immagini tratte dall’archivio fotografico lasciato da Umberto Bonfini, medico condotto a Grizzana, che ristabilisce una vicinanza tra due figure accomunate da una frequentazione amichevole e un’affine sensibilità di pensiero. Nato a Pisa nel 1918, Umberto Bonfini arriva a Grizzana alla fine degli anni quaranta per esercitare la sua professione di medico-chirurgo. Nel paese dell’appennino bolognese conosce Giorgio Morandi, e in seguito ne diventa grande estimatore. Successivamente si sposta a Lagaro, piccolo paese limitrofo a Grizzana, dove continua a esercitare la professione di medico e resterà fino alla sua scomparsa il 10 agosto 1980. Le frequentazioni con Giorgio Morandi avvicinano Bonfini alla sua pittura inducendolo, sotto il suo influsso, a dipingere diverse tele. Ma l’arte di Morandi si rivela propedeutica soprattutto di quella che diventerà la sua vera cifra artistica: la fotografia. Egli, infatti, si interessa al mondo della fotografia solo dopo la morte di Morandi nel 1964, iniziando a ritrarre composizioni di oggetti ispirate alle nature morte del maestro bolognese, di cui a Casa Morandi si possono ammirare 14 esemplari realizzati negli anni sessanta. Bonfini trova la sua definitiva espressione poetica nel registro del racconto fotografico, tecnica con la quale si narra una storia attraverso una breve sequenza di foto si narra una storia, e in cui associa estetica e contenuto tracciando una nuova strada della fotografia artistica. La mostra allestita a Casa Morandi rende testimonianza della sua intensa produzione fotografica contestualizzandola attraverso l’esposizione di cataloghi e materiali documentari come ritratti, note biografiche e interviste. Info: www.mambo-bologna.it Museo Medievale – via Manzoni 4 “I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna”, fino al 28 aprile 2019 La mostra, a cura di Luca Villa, ricompone per la prima volta un’ampia parte delle raccolte appartenute al Museo Indiano di Bologna, oggi suddivise e conservate in tre diverse sedi: lo stesso Museo Civico Medievale, il Museo di Palazzo Poggi di Bologna e il Museo di Antropologia dell’Università di Padova. L’esposizione consente di riscoprire un rilevante patrimonio di oggetti e fotografie che illustrano l’archeologia e l’arte buddhista asiatica al tempo in cui il Museo Indiano, noto anche come Museo d’Indologia e Museo di Etnografia Indiana Orientale, rimase aperto dal 1907 al 1935. Il Museo Indiano, allestito nel Palazzo dell’Archiginnasio nelle sale oggi in uso alla Biblioteca, nacque per ospitare inizialmente la cospicua collezione di oggetti, fotografie e manoscritti acquisiti da Francesco Lorenzo Pullè (1850-1934), professore ordinario di Filologia Indoeuropea e Sanscrito dal 1899 alla Regia Università di Bologna, durante un viaggio compiuto nel 1902 in Vietnam, Ceylon, India e Pakistan in occasione della sua partecipazione al Congresso Internazionale degli Orientalisti ad Hanoi. Lo studioso aveva in animo di creare un museo che rappresentasse non solo l’area geografica a cui dedicava da molti anni le sue ricerche, ma l’intero continente asiatico. Tuttavia, il suo obiettivo poté dirsi raggiunto solo quando il Comune e l’Università di Bologna, enti che avevano partecipato alla creazione del Museo Indiano, si impegnarono a incrementare la collezione originale con acquisti e prestiti temporanei. Al momento dell’apertura, nelle stanze riservate al museo il pubblico poteva osservare fotografie e oggetti raccolti durante le tappe del viaggio di Pullè attraverso l’India britannica, acquistati allo scopo di illustrare gli aspetti peculiari della religione e della tradizione artistica e artigianale del subcontinente indiano, per come si erano manifestati nel corso dei secoli precedenti e per come apparivano nel presente. L’allestimento, di cui abbiamo traccia grazie alla pianta del museo, conservata presso l’Archivio Storico Comunale di Bologna, comprendeva molte raffigurazioni di divinità del pantheon hindu e, rispetto ai musei dell’epoca, si distingueva per la presenza di una vasta raccolta di immagini che immortalavano le architetture templari dell’India, hindu, buddhiste e islamiche. La vicenda del Museo Indiano si concluse definitivamente nel 1935 e due anni più tardi si redasse l’atto con cui le raccolte furono suddivise tra Comune e Università, che ne rimangono ancor oggi custodi, e la famiglia Pullè. Quest’ultima pochi anni dopo cedette almeno una parte della collezione pervenuta al figlio del professore, Giorgio, all’Università di Padova, dove Pullè aveva insegnato a lungo prima di passare all’Alma Mater. Info: www.museibologna.it/arteantica “Lodi per ogni ora. I corali francescani provenienti dalla Basilica di San Francesco”, fino al 17 marzo 2019 La mostra, realizzata nell’ambito del Festival Francescano, presenta una nutrita selezione dei vari cicli liturgici, realizzati tra il XIII e il XV secolo per la basilica bolognese di San Francesco, che attualmente fanno parte della ricca collezione di codici miniati del Museo Civico Medievale di Bologna. Tra questi si segnala la serie di preziosi graduali francescani riccamente miniati dal cosiddetto Maestro della Bibbia di Gerona, protagonista assoluto della decorazione libraria bolognese della fine del Duecento. Prossimi a questa anche la serie poco più tarda degli antifonari, anch’essi ampiamente decorati, ispirandosi in parte alle più antiche esperienze del Giotto assisiate, evidentemente filtrate in città attraverso lo stesso ordine dei frati minori. A queste prime serie di corali ne seguirono altre nel corso del Quattrocento, quando i frati minori si affidarono a vari miniatori coordinati dal bolognese Giovanni di Antonio, per decorare intorno al 1440-50 alcuni dei loro libri liturgici, anch’essi presentati in occasione della mostra. Info: www.museibologna.it/arteantica Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore 6 “L’anima e il corpo. Immagini del sacro e del profano tra Medioevo ed Età Moderna”, fino al 24 febbraio 2019 I Musei Civici d’Arte Antica proseguono nell’impegno per la valorizzazione delle Collezioni Comunali d’Arte in concomitanza con i lavori di ripristino della copertura di Palazzo d’Accursio, la cui conclusione è prevista nella primavera 2019, promuovendo una nuova esposizione che ne rivisita l’ampio patrimonio permanente alla luce di un nuovo criterio tematico. Dopo un primo riallestimento incentrato sulla nascita del gusto moderno tra ‘700 e ‘800, il nuovo ordinamento del percorso espositivo propone un tema fondamentale nella cultura figurativa occidentale, la rappresentazione del divino e della figura umana, indagandone l’evoluzione iconografica tra il XIII e il XVIII secolo. L’esposizione, a cura di Silvia Battistini e Massimo Medica, ricompone alcune delle opere di maggiore rilevanza storico-artistica del museo – tra cui la ricca collezione di sculture e di dipinti medievali dei Primitivi; le preziose tavole di Francesco Francia, Amico Aspertini, Luca Signorelli e le tele di Prospero Fontana, Ludovico Carracci, Michele Desubleo, Guido Cagnacci, Donato Creti, Gaetano Gandolfi, Pelagio Palagi – ordinate secondo due linee di lettura che si alternano nelle sale espositive narrando, da un lato, l’essenza del divino, dall’altra, la vita e i sentimenti quotidiani. I visitatori hanno così modo di comprendere come anche le più note raffigurazioni religiose e profane non siano rimaste uguali a se stesse nel corso dei secoli, ma abbiano accompagnato il rinnovamento del linguaggio artistico, riverberando il dibattito sulla raffigurazione del corpo umano nel mutare del clima sociale e religioso europeo. Se il Medioevo ricorre alla rappresentazione del corpo per dare un’identità alla dimensione religiosa nelle sue differenti manifestazioni (Padre Eterno, Cristo, la Vergine, i santi), nel Rinascimento il corpo rappresentato in modo naturalistico diviene fondamentale per dare un volto alla santità e facilitare la divulgazione della dottrina cattolica. Info: www.museibologna.it/arteantica Museo del Risorgimento – Piazza Carducci 5 “Guerra illustrata, guerra vissuta. La Grande Guerra a Bologna tra storia e memoria”, fino al 27 gennaio 2019 A cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale, la mostra presenta i risultati del progetto “La Grande Guerra a Bologna tra Storia e Memoria” finalizzato all’implementazione del portale www.storiaememoriadibologna.it per creare e rendere accessibile, in forma unitaria, una memoria collettiva, cittadina e nazionale sugli avvenimenti legati al primo conflitto mondiale, con particolare riferimento alla memoria dei caduti bolognesi. L’iniziativa, a cura di Mirtide Gavelli e Roberto Martorelli, intende porsi come un momento di conoscenza e promozione del lavoro di digitalizzazione di fonti documentarie e memorialistiche di diversa natura svolto tra il 2015 e il 2018, attraverso l’esposizione al pubblico di alcuni dei più rilevanti documenti appartenenti a un patrimonio ancora poco conosciuto e in alcuni casi del tutto inedito. Sulle pareti della sala mostre una selezione di manifesti di propaganda dei prestiti nazionali, recentemente restaurati, rievocano ciò che i nostri antenati potevano vedere sui muri di Bologna e delle altre città italiane ed europee: una propaganda massiccia, multiforme, capillare, perché ogni cittadino senza distinzione di età e condizione sociale, si sentisse “fronte interno” e si comportasse come tale, contribuendo, secondo le sue possibilità, alla vittoria finale. Nelle vetrine sono esposti documenti e cimeli originali relativi alla città di Bologna, normalmente non visibili al pubblico, che l’implementazione del portale ha permesso di fare conoscere e contestualizzare, riproducendone le immagini e raccontandone la storia. Tra questi, documenti e fotografie provenienti da archivi pubblici e privati, compresi quelli donati dalle famiglie di Nazario Sauro ed altri eroi della Guerra; memorie del “Pantheon dei caduti illustri” creato all’interno della scuola Laura Bassi negli anni del conflitto; documenti dell’Ufficio per notizie alle famiglie dei militari, la grande esperienza prima bolognese poi nazionale di volontariato femminile; i numerosi ritratti dei caduti rinvenuti nel corso dei lavori. Attraverso un codice QR, con uno smartphone è inoltre possibile accedere a tutte le notizie e agli approfondimenti contenuti nel portale: la sala dispone infatti di accesso gratuito wireless e il portale stesso è visualizzabile da tutti i device. La valenza fortemente didattica e divulgativa del progetto che si rivolge non solo a un pubblico giovane è testimoniata dalla presenza in mostra di un totem che consente di esplorare la ricostruzione virtuale in 3D del grandioso Lapidario della Basilica di Santo Stefano, così come si presentava nell’anno dell’inaugurazione (1925): con i nomi dei 2.536 caduti della città di Bologna incisi nelle 64 lapidi poste all’interno del chiostro. Info: www.museibologna.it/risorgimento Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2 “HOKUSAI HIROSHIGE. Oltre l’onda. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston”, fino al 3 marzo 2019 Il Museo Civico Archeologico ospita le opere dei due più grandi Maestri del “Mondo Fluttuante”: Katsushika Hokusai (1760-1849) e Utagawa Hiroshige (1797-1858). La mostra espone, per la prima volta in Italia, una selezione straordinaria di circa 150 opere provenienti dal Museum of Fine Arts di Boston. Il progetto, suddiviso in 6 sezioni tematiche, curato da Rossella Menegazzo con Sarah E. Thompson, è una produzione MondoMostre Skira con Ales S.p.A Arte Lavoro e Servizi in collaborazione con il Museum of Fine Arts di Boston, promosso dal Comune di Bologna | Istituzione Bologna Musei e patrocinato dall’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, dall’Ambasciata del Giappone in Italia e dall’Università degli Studi di Milano. Gli anni trenta dell’Ottocento segnarono l’apice della produzione ukiyoe nota come “immagini del Mondo Fluttuante”. In quel periodo furono realizzate le serie silografiche più importanti a firma dei maestri che si confermarono – qualche decennio più tardi con l’apertura del Paese – come i più grandi nomi dell’arte giapponese in Occidente. Tra questi spiccò da subito Hokusai, artista e personalità fuori dalle righe che seppe rappresentare con forza, drammaticità e sinteticità insieme i luoghi e i volti, oltre che il carattere e le credenze della società del suo tempo. Egli è considerato uno dei più raffinati rappresentanti del filone pittorico dell’ukiyoe. Nei suoi dipinti su rotolo, ma soprattutto attraverso le sue silografie policrome, l’artista seppe interpretare in modo nuovo il mondo in cui viveva, con linee libere e veloci, un uso sapiente del colore e in particolare del blu di Prussia, da poco importato in Giappone, traendo spunto sia dalla pittura tradizionale autoctona sia dalle tecniche dell’arte occidentale. Più giovane di circa vent’anni rispetto a Hokusai, Hiroshige divenne un nome celebre della pittura ukiyoe poco dopo l’uscita delle “Trentasei vedute del monte Fuji” del maestro grazie a una serie, nello stesso formato orizzontale, che illustrava la grande via che collegava Edo (l’antico nome di Tokyo) a Kyoto. Si trattava delle “Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō”, conosciute come “Hōeidō Tōkaidō” dal nome dell’editore che lanciò verso il successo Hiroshige. Da allora l’artista lavorò ripetutamente su questo stesso soggetto, producendo decine di serie diverse fino agli anni cinquanta. La qualità delle illustrazioni di paesaggio e vedute del Giappone, la varietà degli elementi stagionali e atmosferici – nevi, piogge, nebbie, chiarori di luna – che Hiroshige seppe descrivere facendoli percepire in modo quasi sensoriale gli valse il titolo di “maestro della pioggia e della neve”. Info: www.museibologna.it/archeologico MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni 14 “That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine”, fino al 6 gennaio 2019 Il MAMbo apre la programmazione espositiva del suo spazio principale – la Sala delle Ciminiere – sotto la direzione artistica di Lorenzo Balbi, con “That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine”, una mostra che presenta i lavori di 56 tra artisti e collettivi nati dal 1980 in avanti, esplorando differenti media e linguaggi. L’esposizione, dal taglio dichiaratamente generazionale, indaga gli sviluppi più recenti dell’arte nel nostro Paese, coerentemente con un preciso posizionamento nel panorama italiano e internazionale che il MAMbo ha scelto di darsi, individuando per ognuno dei suoi spazi espositivi una chiara identità scientifica. In questo contesto, il museo conferma e sviluppa una vocazione che lo ha reso storicamente punto di riferimento e privilegia, per le mostre nella Sala delle Ciminiere, la ricerca sulle nuove generazioni, sui media sperimentali e su nomi emergenti mai presentati in Italia. Una particolare attenzione è inoltre rivolta alla produzione di nuove opere, anche nell’ottica dell’accrescimento della collezione permanente: numerosi lavori in mostra saranno infatti realizzati per l’occasione. “That’s IT!” (IT come codice dell’Unione Europea che individua la sigla dell’Italia) non si sviluppa, volutamente, intorno a un concept unitario e monolitico, ma propone interrogativi e possibili letture della contemporaneità in una prospettiva aperta, dialettica e magmatica. Ha ancora senso oggi definire un artista “italiano”? Cosa contribuisce a determinare la definizione di “italianità”? Tale definizione ha delle conseguenze sull’autorappresentazione dell’artista? Dove e come poniamo il confine geografico e generazionale? Nella mostra si possono rintracciare alcuni possibili indizi. Sono inclusi artisti nati in Italia che lavorano in Italia; nati in Italia che lavorano all’estero; nati in Italia che lavorano sia in Italia che all’estero; nati all’estero che lavorano in Italia; nati all’estero che lavorano all’estero ma che hanno studiato in Italia. L’unico limite che si è scelto di stabilire e mantenere rigidamente è quello dell’età anagrafica, per dare spazio e visibilità a chi sulla scena artistica si è affacciato più di recente: nessuno dei protagonisti dell’esposizione infatti è nato prima del 1980. La mostra tratteggia una panoramica della generazione Millennials, la prima a sperimentare un continuo adattamento all’evolversi frenetico delle tecnologie, l’iperconnessione costante e, sul piano sociale, una crescente precarizzazione del mondo del lavoro in un contesto di crisi economica. Una generazione che ha abbandonato le certezze e le ideologie delle precedenti per adottare modalità espressive che stimolano a interrogarsi sul presente, a investigare la contemporaneità più che a fornire delle risposte. Info: www.mambo-bologna.org “VHS +. Video/animazione/televisione e/o indipendenza/addestramento tecnico/controllo produttivo 1995/2000”, fino al 17 febbraio 2019 Nello spazio espositivo della Project Room, vocato alla riscoperta di alcuni degli episodi artistici più stimolanti e innovativi originati in ambito artistico bolognese e regionale, il MAMbo presenta “VHS +”. Il progetto espositivo, nato da un’idea di Saul Saguatti (Basmati Film) e Lucio Apolito (Opificio Ciclope) con la curatela di Silvia Grandi e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Arti dell’Università di Bologna, si configura come un dispositivo di pulsazioni audio-visive che nascono dall’ibridazione di differenti linguaggi, formati e pratiche di comunicazione video sperimentata in Italia tra il 1995 e i l 2000, raccontando il sogno elettronico di una stagione in cammino tra l’analogico e il digitale. La produzione del periodo esorbita dall’autorialità individuale per estendersi a una dimensione collettiva, costituendosi in gruppi indipendenti di ricerca media-culturali che diventano veri e propri marchi, come Opificio Ciclope, Fluid Video Crew, Ogino Knauss, Otolab e Sun Wu Kung di cui la mostra documenta i peculiari approcci espressivi. In un mondo ancora senza bacheche, chat, social media e YouTube, questi laboratori pionieristici hanno materialmente costruito schermi di proiezione nelle loro rispettive residenze – Link Project a Bologna, Forte Prenestino a Roma, CPA ExLonginotti a Firenze, Garigliano e Pergola a Milano – sviluppando fucine creative sintonizzate con le coeve sperimentazioni più avanzate a livello europeo. “VHS +” trova un’estensione on-line nel sito www.vhsplus.it, in cui sono consultabili materiali d’archivio e di approfondimento. La mostra si avvale della sponsorizzazione tecnica di Eurovideo che ha concesso le forniture strumentali per l’allestimento impianto audio-video. Info: www.mambo-bologna.org Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123 “Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali”, fino al 6 gennaio 2019 La promessa di regalare al visitatore suggestioni uniche e originali del nostro territorio – racchiuse già nel titolo della mostra per immagini “Il Canale Emiliano Romagnolo nello sguardo di Enrico Pasquali” – viene ampiamente mantenuta nel collage di emozioni in bianco e nero che il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (CER) ha ideato ed organizzato con la collaborazione di numerosi partner per valorizzare non solo una delle opere idrauliche più importanti del paese, ma per celebrare l’attività dell’uomo laborioso. L’esposizione consegna al nostro presente la rilevanza del Canale per le economie agroalimentari di parte dell’Emilia e di gran parte della Romagna. Al contempo essa ci fa compiere un salto all’indietro, in un universo composito fatto di essenzialità, cruda, reale, quasi documentaristica, rappresentato dal maestro di neorealismo di Castel Guelfo, nato in quella fetta di terra bagnata dal Sillaro spesso indicata come spartiacque di confine tra l’Emilia e la Romagna, che ha iniziato il “mestiere” di fotografo a Medicina. In mostra viene esposta una scelta significativa dei lavori di Enrico Pasquali degli anni ’50-’60 e un video con una ricca serie di testimonianze orali e interviste a lavoratori, tecnici, progettisti e dirigenti, protagonisti dell’avviamento dei lavori del Canale Emiliano Romagnolo, recentemente realizzate da Sonia Lenzi, con la regia di Enza Negroni. Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale “Scultura e Impresa. Mostra personale dello scultore Michele D’Aniello”, fino al 27 gennaio 2019 Il progetto “Scultura e Impresa”, nato nel 2008 da un’idea dello scultore Michele D’Aniello, annovera ad oggi circa 80 aziende, nazionali ed internazionali, che in questi anni, con entusiasmo, hanno accolto e aderito al progetto positivo e innovativo di arte contemporanea. Ciò che la mostra presenta è il valore della bellezza e dell’ingegno, della tenacia e del coraggio; è la storia dei valori e il suo motto è riassunto in queste poche parole: “La forma dei Valori, i Valori della Forma”, da sempre filo conduttore di Scultura e Impresa e di tutta l’arte di D’Aniello. “Scultura e Impresa” si svolge con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna, del Comune di Pianoro e di Unindustria Bologna. Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza della Costituzione 11 “PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricognizione e restauro”, fino al 13 gennaio 2019 Ad un anno dalla sua riapertura al pubblico dopo l’intervento di restauro finanziato da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, il Padiglione de l’Esprit Nouveau ospita la mostra “PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro” curata da Maria Beatrice Bettazzi, Jacopo Gresleri e Paolo Lipparini con l’alta consulenza di Giuliano Gresleri. L’esposizione, allestita su progetto dell’architetto Jacopo Gresleri, offre allo spettatore la possibilità di ripercorrere la storia della costruzione dell’edificio, una replica – fedele in ogni dettaglio – del prototipo di unità abitativa che l’architetto Le Corbusier aveva proposto a Parigi nel 1925 in occasione dell’Exposition des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, poi demolito a conclusione dell’evento. All’interno del Padiglione sono esposti i progetti, i disegni, le immagini e le testimonianze che documentano il processo di realizzazione di quella che è l’unica opera del maestro svizzero-francese presente in Italia, dall’ideazione e studio alle varie fasi di lavoro. I disegni, provenienti dal Fondo dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna e da quello privato del professor Giuliano Gresleri, mettono in luce il processo di ricerca alla base della ricostruzione e della scelta di tutti i dettagli – infissi, porte, pavimenti e colori -, ai quali Le Corbusier dedicava particolare attenzione, in una visione di spazio cromatico e funzionale in costante rapporto tra interno ed esterno. In esposizione alcuni materiali della Collezione Cassina dell’Archivio Storico di Cassina a Meda, i plastici eseguiti dagli allievi dell’Atelier di Giuliano Gresleri alla Syracuse University e l’eccezionale allestimento di volumi storici provenienti dalla Collezione Gresleri, dedicati in particolare alle tematiche dell’alloggio a basso costo, delle cromie architettoniche e della didattica dell’architettura. Sono visibili anche filmati originali del 1977 in cui illustri protagonisti del mondo dell’architettura italiana dialogano sulle specificità del Padiglione, primo edificio nella storia dell’architettura ad introdurre un grande elemento vegetale all’interno della costruzione, e sull’importanza della sua ricostruzione. La mostra è promossa da Università di Bologna, Archivio Storico – ASUB-SA con il supporto di Servizio Qualità Urbana e Politiche Abitative – Direzione Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna e di IBC – Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna. In collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e con il patrocinio di Fondation Le Corbusier, Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori e Paesaggisti e Conservatori e Ordine degli Architetti di Bologna. Orari di apertura: sabato e domenica ore 15-17. Alle ore 15 del sabato e della domenica è possibile partecipare ad una visita guidata a cura del Dipartimento educativo MAMbo (su prenotazione, tel. 051 6496611). Info: http://agenda.comune.bologna.it/cultura/ L’Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea. Un unico percorso diffuso sul territorio, articolato per aree tematiche. Archeologia, storia, storia dell’arte, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi. Fanno parte dell’Istituzione Bologna Musei: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”. Info: www.museibologna.it. La Card Musei Metropolitani di Bologna è il servizio attivato in occasione del IX centenario del Comune di Bologna per ampliare l’accessibilità al patrimonio storico artistico della città: un abbonamento che offre accesso illimitato alle collezioni permanenti e ingresso a prezzo ridotto alle mostre temporanee di tanti musei della città e dell’area metropolitana. Vale 12 mesi e costa 25 euro: tutte le informazioni sono disponibili sul sito cardmuseibologna.it. INDIRIZZI E RECAPITI MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi via Don Minzoni 14 tel. 051 6496611 aperto: martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi: ore 10-18.30; giovedì: ore 10-22 1° gennaio (Capodanno): aperto ore 10-18.30 Casa Morandi via Fondazza 36 tel. 051 6496611 aperto: su prenotazione solo nei seguenti giorni e orari: da ottobre a maggio venerdì e sabato ore 14-16; domenica: ore 11-13 da giugno a settembre venerdì e sabato ore 17-19; domenica: ore 11-13 In occasione della mostra “Umberto Bonfini. Un dottore a Grizzana. Dalla medicina alla fotografia”, fino al 6 gennaio aperto sabato ore 14-16; domenica ore 11-13; venerdì su appuntamento ore 14-16; dall’11 gennaio al 3 febbraio, aperto solo su prenotazione nelle seguenti giornate: venerdì e sabato ore 14-16; domenica: ore 11-13 1° gennaio (Capodanno): chiuso Villa delle Rose via Saragozza 228/230 tel. 051 436818 – 6496611 aperto: in occasione di eventi espositivi In occasione della mostra “Whatever They Do May It All Turn Out Wrong. Dina Danish & Jean-Baptiste Maitre” aperta venerdì ore 14-18; sabato e domenica ore 12-18 1° gennaio (Capodanno): chiuso Museo per la Memoria di Ustica via di Saliceto 3/22 tel. 051 377680 aperto: giovedì e venerdì: ore 9-13; sabato e domenica: ore 10-18.30 1° gennaio (Capodanno): chiuso Museo Civico Archeologico via dell’Archiginnasio 2 tel. 051 2757211 aperto: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 9-18; sabato, domenica e festivi: ore 10-18.30 lunedì 31 dicembre: aperto ore 9-14. La mostra “HOKUSAI HIROSHIGE. Oltre l’onda. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston” è aperta dalle 9 alle 14 1° gennaio (Capodanno): aperto ore 14-18.30. La mostra “HOKUSAI HIROSHIGE. Oltre l’onda. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston” è aperta dalle 14 alle 19.30 Museo Civico Medievale via Manzoni 4 tel. 051 2193916 – 2193930 aperto: martedì – domenica e festivi: ore 10-18.30 1° gennaio (Capodanno): aperto ore 10-18.30 Collezioni Comunali d’Arte Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6 tel. 051 2193998 aperto: martedì – domenica e festivi: ore 10-18.30 lunedì 24 dicembre: aperto ore 10-18.30 1° gennaio (Capodanno): aperto ore 10-18.30 Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini Strada Maggiore 44 tel. 051 236708 aperto: martedì – venerdì: ore 9-13; sabato, domenica e festivi: ore 10-18.30 1° gennaio (Capodanno): chiuso Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” via di Casaglia 3 tel. 051 2194528 – 2193916 (biglietteria Museo Civico Medievale) aperto: venerdì: ore 9-13; sabato e domenica: ore 10-18.30 Accesso momentaneamente sospeso per sopralluoghi manutentivi straordinari Museo internazionale e biblioteca della musica Strada Maggiore 34 tel. 051 2757711 aperto: martedì – domenica e festivi: ore 10-18.30 1° gennaio (Capodanno): chiuso Museo del Patrimonio Industriale via della Beverara 123 tel. 051 6356611 aperto: martedì – venerdì: ore 9-13; sabato e domenica: ore 10-18.30 1° gennaio (Capodanno): chiuso Museo civico del Risorgimento Piazza Carducci 5 tel. 051 347592 aperto: martedì – venerdì: ore 9-13; sabato, domenica e festivi: ore 10-14 1° gennaio (Capodanno): chiuso