Moscovici boccia ancora i grillini: Roma deve fare in fretta

C’è tanto da fare. “Non ci siamo ancora”. Così il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, commenta i nuovi obiettivi di deficit/Pil che il premier Giuseppe Conte, ha presentato all’Europa abbassando l’asticella dal 2,4 al 2,04 per cento del Prodotto interno lordo. La retromarcia, rispetto alle dichiarazioni del passato, che almeno sta facendo scendere sensibilmente lo spread. Nel corso di un’audizione, ha parlato di “un passo nella giusta direzione” da parte italiana, ma ha poi voluto precisare che “ci sono ancora dei passi da fare, possibilmente sia da una parte che dall’altra”. Ma il duello vero si gioca tra grillini e leghisti. Le richieste della Commissione sono di un’ulteriore limatura del deficit ma in particolare sul tema del “riqualificare” le voci di spesa della manovra. Su “quota 100” Matteo Salvini è disponibile a tagliare qualcosa. La riduzione da 7 a 4,5 miliardi “pattuita” con la Ragioneria dello Stato e con l’Inps non intaccherebbe gli obiettivi prefissi. La riforma pensionistica non dovrebbe superare il 60% delle risorse stanziate e varrebbe solo per tre anni. Invece sul reddito di cittadinanza (promessa elettorale) Luigi Di Maio non può cedere a costo di mandare a fondo l’Italia. Non potrebbe presentarsi davanti ai propri elettori con 300 euro circa, dopo averne promessi 780! Ma per evitare la procedura d’infrazione Roma è costretta a tornare al punto di partenza, a quel 2% che, spiega il ministro Savona, “era l’accordo iniziale di maggioranza, prima che spuntasse il 2,4% e sparissero gli investimenti”.