Convegno su: La Legge Basaglia tra Utopia e Realtà

Iniziativa a Cosenza a  40  Anni dall’Approvazione della Legge 180/78

Il Prof.Franco Basaglia con una delle sue storiche frasi

Novembre è il Mese del Benessere Psicologico, con iniziative promosse dall’Ordine Psicologi Calabria. Ad un anno della 1^ edizione regionale, che è stata accolta dal territorio con partecipazione e vivo interesse dai cittadini che hanno riscontrato una concreta valenza ed utilità sociale di questa attività di prevenzione e divulgazione. Gli incontri,infatti, sono volti a favorire la centralità  della persona e delle relazioni,  attivando  reti  capaci  di  interrogarsi   sugli interventi utili alle necessità del territorio, evidenziandole grazie alla partecipazione di enti,istituzioni,  associazioni  ed  altre figure   professionali. Stimolare il processo di sensibilizzazione,l’informazione e la diffusione della cultura del benessere psicologico della persona e della comunità. Proprio in questa particolare occasione, il Convegno ‘La Legge Basaglia tra utopia e realtà:a 40 anni dall’approvazione della 180’ – svoltosi presso il Palazzo della Provincia di Cosenza – si è posto l’obiettivo di provare a fornire una risposta al quesito “Cosa è stato fatto di buono e cosa resta da fare?”. “La cosa importante è che abbiamo dimostrato che l’impossibile diventa possibile”. Sta,forse, tutto in questa frase il senso della legge rivoluzionaria che 40 anni fa  segnò la fine dell’era degli ospedali psichiatrici in Italia, ovvero la chiusura dei manicomi. A pronunciarla è stato  il  ‘padre’  di  quella  legge,  lo Psichiatra Franco Basaglia. La   sua promulgazione, avvenuta il 13 maggio 1978,, confluita qualche mese più tardi nella   833, che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale,, portò ad una vera e propria “rivoluzione copernicana”   dell’assistenza   psichiatrica   in   Italia,  in   quanto   al   centro   dell’intervento terapeutico viene posto il soggetto, con le sue fragilità e i suoi bisogni, ma anche con le sue potenzialità e possibilità di sviluppo, che l’istituzione totale del manicomio negava a priori. Vennero quindi chiusi gli ospedali psichiatrici, in un lungo processo di adeguamento delle realtà sanitarie ai principi ispiratori della legge, istituendo contemporaneamente i servizi   territoriali   di   salute   mentale,   rappresentati   dagli   ambulatori,   dalle  comunità terapeutiche e dai centri diurni. La  180  ha restituito dignità ai malati e ha demandato alle Regioni l’organizzazione dei Dsm  (Dipartimenti di salute mentale). Il ricovero da obbligatorio è diventato volontario,lasciando comunque la possibilità del trattamento sanitario obbligatorio negli ospedali generali. Poi, a completamento del percorso, anche le leggi 9 del 2012 e 81 del 2014 che hanno decretato il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg),dopo la denuncia delle loro drammatiche condizioni. Nel 2017 si è completata la chiusura di tutti e 6 gli Opg italiani. In alternativa agli Opg sono ora attive le Rems (Residenze per le Misure di Sicurezza), strutture sanitarie residenziali con non più di 20 posti letto.Il panorama dell’assistenza si è dunque completamente trasformato, ma ancora oggi non mancano le criticità e le contraddizioni.

Amalia Dodaro, Presidente Aspic Psicologia – Cosenza

La   180   è   una   legge   insatura,   che   enuncia   dei   principi   ispiratori,   ma   la   cui realizzazione effettiva è stata affidata alla continua messa in opera di strategie di cura della malattia mentale da parte della sanità in concerto con le amministrazioni locali;   così è possibile ravvisare nuovi “piccoli manicomi” laddove vengono creati servizi poveri, latitanti, abbandonati, che soddisfano le esigenze del risparmio;gli operatori della salute mentale si trovano sempre più spesso soli di fronte ai pazienti, alle loro famiglie e alle responsabilità legate al proprio lavoro, spesso in relazione ad una sempre   maggiore   aziendalizzazione   della   sanità   pubblica,   più   attenta   a   “far quadrare i conti” che alle esigenze di malati e curanti;  gli psichiatri si trovano ad essere sempre più demotivati e, in casi estremi, “abbandonano il campo”.

Il Tavolo dei Lavori (da sin.):Mario Nicotera -Amalia Dodaro – Pierluigi Adamo

I lavori del riuscito Convegno sono stati moderati dalla dott.ssa Amalia Dodaro, psicologa, psicoterapeuta, presidente di Aspic Psicologia – sede di Cosenza. Nella sua brillante introduzione, ha esordito: Ho il grande onore di essere affiancata da due professionisti della salute mentale che hanno fatto la storia della psichiatria italiana. Due persone illustri e non solo… due uomini profondi, di livello culturale elevato, combattive, empatiche e disponibili al confronto,all’ascolto e alla trasmissione del sapere per un prosieguo virtuoso del lavoro che oggi tocca a noi psicoterapeuti e psichiatri portare avanti. Oggi-ha proseguito Amalia Dodaro – aggiungo un tassello di prestigio alla mia formazione, con un ulteriore arricchimento esperienziale e la consapevolezza di volere coltivare la speranza che l’impossibile, tramite un fronte comune condiviso, diventi possibile.

La Sala Convegni – Pubblico

L’idea di questo incontro – evidenzia ancora Dodaro – nasce dall’esigenza di una profonda riflessione che chiama in causa tutti, professionisti, operatori, utenti dei servizi, le loro famiglie, le istituzioni, la comunità. Tutti assieme, dobbiamo promuovere una seconda rivoluzione. Non sarà una rivoluzione basagliana, perché Basaglia non c’è più e perché la storia non torna mai indietro nel suo cammino. E perché altri sono oggi gli obiettivi su cui dare battaglia. Le parole d’ordine sono: fiducia e speranza, fare assieme e Recovery (possibilità di recupero dalla malattia mentale e resilienza del soggetto malato), condivisione e compartecipazione paritaria di tutti i protagonisti della salute mentale (utenti, operatori, familiari e cittadini), in una scommessa quasi altrettanto ambiziosa di quella messa in pista 40 anni fa. La giornata ha fatto registrare gli interventi di due esperti psichiatri che hanno vissuto in prima persona quegli anni rivoluzionari e il cambiamento apportato dalla Legge 180. Il dottor Pierluigi Adamo e il dottor Mario Nicotera  hanno, in sintonia, parlato di ascolto,relazione,ricerca di senso, deistituzionalizzazione, emedicalizzazione,di rivoluzione culturale, di accoglienza. Con i loro dotti interventi  hanno arricchito la platea della memoria storica di quando, negli anni ‘60 ’70 del ‘900, hanno lavorato a fianco  del Prof. Basaglia per rendere l’impossibile possibile.   Il  dott. Mario Nicotera, neuropsichiatra e psicologo clinico, ex Primario Psichiatra presso l’O.P. di Girifalco (CZ), ha relazionato su: La legge 180 e la Calabria: modalità di realizzazione nella nostra regione. Nella sua articolata relazione si è, in particolare, voluto soffermare sul nuovo paradigma della cura psichiatrica,la Recovery, che prevede preliminarmente lo sviluppo del potere dei pazienti. La relazione del dott. Pierluigi Adamo, Primario Psichiatra, ex direttore del Centro di Salute Mentale di Cosenza, docente universitario di Psichiatria, è stata incentrata su: I paradossi della cura: tra custodia e liberazione. Adamo, nel tracciare significativi progressi conseguiti con la L.180,ha auspicato,nel segno della continuità di un’azione di civiltà e di cultura matura sanitaria, un’utopia concreta:ossia la realizzazione dei principi teorizzati da Franco Basaglia. Da Casali del Manco (CS), 18.Nov.2018