Corbetta. Magneti Marelli è della Calsonic Kansey: in Italia 20 stabilimenti

Un altro pezzo del made in Italy passa in mani straniere. La Magneti Marelli, società di componentistica del gruppo Fiat-Chrysler, è nipponica al 100%. E’ passata sotto il controllo della Calsonic Kansey per circa 6,2 miliardi di euro, un valore di poco superiore a sei volte il margine operativo lordo. La società acquirente è nata l’anno scorso da uno spin-off della casa automobilistica Nissan ed è ora di proprietà del fondo Usa Kkr. Alla base dell’accordo e pre-condizione dello stesso c’è il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia e la tutela del marchio. Magneti Marelli in Italia ha 10 mila dipendenti in 20 stabilimenti, molti contigui agli impianti Fiat-Chrysler. Ha il suo quartier generale a Corbetta (Milano) e sedi anche in provincia di Udine, Torino, Bologna, Bari. Le vendite congiunte delle due società raggiungeranno oltre 16 miliardi, superando quella della francese Valeo, convertendo la nuova realtà nel decimo gruppo al mondo per ricavi al pari della cinese Huayu Automotive Systems. E’ la prima operazione dell’era Manley, il successore di Sergio Marchionne alla guida di Fiat-Chrysler. Negli ultimi mesi si era anche parlato di uno spin-off, di una separazione societaria, di Magneti Marelli da Fca. Si sarebbero dovute distribuire le azioni Magneti Marelli agli azionisti Fca, convertendo Exor, la holding di famiglia Agnelli, in azionista diretta della società. Qualcuno aveva ipotizzato anche una quotazione in Borsa nei primi mesi del 2019. Magneti Marelli era un’eccezione nel panorama dell’industria automobilistica. Pochi costruttori hanno al loro interno una società di componentistica che produce tra le altre cose quadri di bordo, sistemi di illuminazione, sistemi di controllo motori benzina e diesel, ammortizzatori e sistemi di controllo dinamico dei veicoli. Diversi analisti concordano sulla necessità per i costruttori di concentrarsi sul cuore delle proprie attività cedendo le società di componentistica. Le risorse derivanti dalla cessione potrebbero dare un’ulteriore spinta a Fiat-Chrysler per investire su nuovi modelli in direzione dell’auto del futuro. Sull’elettrico e sulle vetture a guida autonoma, dove Fca collabora già con Bmw e Intel. Qualcuno aveva ipotizzato anche un interesse dell’italiana Brembo per alcuni parti della Magneti Marelli, ma fonti vicine al dossier rilevano che non si è mai aperta una trattativa vera e propria con Alberto Bombassei.