Con Antonio La Gamba l’arte diventa dono e profezia

Con Antonio La Gamba l’arte diventa dono e profezia. Realizzata una stele che simboleggia e testimonia il legame tra i popoli dell’Italia centrale e la Calabria, nel segno dell’Amicizia e della Rinascita per restituire Identità ai luoghi dopo il disastroso terremoto del 30 ottobre 2016. L’opera, esposta in questi giorni nella piazza principale di Pizzo Calabro, verrà donata alla città di Norcia grazie al lavoro dell’artista e all’impegno di diverse associazioni che operano nella città napitina. Antonio La Gamba In un noto aforisma Oscar Wilde ha sentenziato che “ogni opera d’arte è il compimento di una profezia”. E l’opera che ha compiuto l’artista Antonio La Gamba ha senz’altro questa ispirazione profetica. Il Futuro si coniuga nel presente se “pre-sente” con le mani, gli occhi e i sentimenti degli artisti, dei poeti, ma anche con il lavoro delle persone autentiche, oneste e umili. Solo con questo patrimonio di sensibilità e di valori ereditato fin dai tempi remoti, l’arte può diventare profezia e si mette al servizio del bene dell’umanità. Quando è protesa con lo spirito e con l’anima a captarne i segni per creare un’opera dove è impressa la bellezza come dono, come atto e gesto generati dagli ideali che hanno permesso all’uomo di misurarsi con l’assoluto, l’arte crea unione tra il lontano passato e il futuro, tra la materia plasmata e lo spirito. Senza questo anelito, senza questa tensione etica ed estetica, ogni forma di creazione artistica smette di avere una vocazione universale ed essere testimone e memoria per le nuove generazioni che devono edificare il proprio tempo e destino. Lo ha intuito un personaggio come Albert Einstein, il padre della teoria della relatività e premio Nobel per la Fisica (1921): “La cosa più bella che noi possiamo provare è il senso del mistero. Essa è la sorgente di tutta la vera arte e di tutta la scienza. Colui che no ha mai provato questa emozione, colui che non sa più fermarsi a meditare e rimanere rapito in timorosa ammirazione, è come morto: i suoi occhi sono chiusi”. Antonio La Gamba L’opera realizzata da Antonio La Gamba, come simbolo di Amicizia, Identità e Rinascita, per la città di Norcia, colpita dal distruttivo sisma del 30 ottobre del 2016, dopo le scosse di agosto che già avevano danneggiato gravemente alcuni monumenti importanti, tra i quali la stessa cattedrale (che il sisma del 30 ottobre fa crollare), mette al centro il valore più alto che l’uomo possa sentire e attuare, il dono, l’atto in assoluto più sacro che una creatura possa sperimentare nella sua esperienza umana, ed è il solo che presagisce al tempo della Rinascita, sia personale che collettiva, sia in senso materiale che nella sua espressione culturale e spirituale. “L’idea, come altri progetti, è nata da un incontro con gli amici Emanuele Stillitani e Franco di Leo in cui si parlava di come si poteva dare un segno di vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma. Pur rendendoci conto che c’erano tante priorità, abbiamo pensato che nel nostro piccolo, ognuno per quello che poteva, avremmo potuto dare un segno della nostra vicinanza e che fosse testimonianza nel tempo. Dopo pochi giorni avevo già sviluppato i primi bozzetti. Abbiamo coinvolto altri amici ed ognuno si è mosso per rendere il progetto esecutivo” racconta l’artista vibonese, che ha scelto Pizzo come suo genius loci. L’opera, intitolata “Stele dell’Identità, dell’amicizia e della Rinascita”, è esposta nella piazza principale di Pizzo Calabro e nei prossimi mesi, verrà portata a Norcia come dono da parte della città di Pizzo e dei suoi abitanti, in questa unione tra la gente di mare e i popoli che hanno vissuto il disastro del terremoto. La sua progettazione e realizzazione è stata possibile grazie a diverse associazioni della città napitina “Pro-Loco”, “Acsi-protezione civile” e associazione culturale “Nuovi Orizzonti”, con il patrocinio del Comune di Pizzo. Antonio La Gamba Le genti di Calabria hanno sentito tante volte la potenza tellurica che ha distrutto località, monumenti, comunità, e ancora porta i segni delle profonde ferite nella geografia che nell’anima. Ed è in virtù di questa esperienza che i popoli si incontrano e si legano. La Gamba nella sua stele, ha voluto testimoniare non solo l’amicizia e la fratellanza, ma anche l’identità che lega due popoli, con i loro santi, da una parte San Benedetto e dall’altra San Francesco di Paola, ma anche la famiglia, i bambini, per ricreare una unione spirituale e antropologica tra terre lontane ma che si scoprono uniti. Il dono così diventa il linguaggio dell’anima, che rompe le catene dell’individualismo e dell’egoismo – che inesorabilmente sembrano segnare e disegnare questa società dei consumi e del materialismo spietato – per affermare i valori umani e quei principi universali, senza di cui le comunità saranno destinate a subire delle scosse telluriche ben più intense, non più a causa della potenza della natura, ma della natura umana cieca e violenta che sta provocando disastri e toglie speranza alle future generazioni. La via per uscire e per rinascere sono il dono dell’amicizia, della fratellanza, attraverso il sentimento di solidarietà: ecco la profezia che accompagna l’opera d’arte firmata da Antonio La Gamba. Questo deve essere un impegno e una responsabilità che si deve assumere ogni uomo sensibile che ha una coscienza etica ed estetica. Antonio La Gamba ha inteso imprimere alla sua missione umana e artistica un’impronta che si può collocare un una dimensione “creaturale”, l’immagine che si ritrova espressa nel Cantico della creature di San Francesco d’Assisi. La sua arte ri-presenta il mithos e il logos, racconto e ragione, parola e linguaggio, mistero e luce, e rappresenta dei segni che diventano “insegnamento”, che tracciano un cammino diverso in cui l’arte è impegno e disegno, trasfigurata e trasfusa dal sentimento e della forza fecondante dello spirito che agisce in profondità dentro quella memoria in cui si sono nutriti i sentimenti di solidarietà e di fratellanza (su questi temi si è intrattenuto anche Stefano Rodotà in un ultimo lavoro prima della sua scomparsa, dal titolo “Solidarietà. Un‘utopia necessaria”). Antonio La Gamba Quest’opera che porta lo spirito profetico, saprà raccontare l’Identità declinata e trasfigurata attraverso immagini simboliche che sono state scolpite sulla stele per testimoniare un messaggio di fratellanza tra due terre segnate – ma non rassegnate – di fronte alle catastrofi, e che rappresentano la forza dell’anima capace di rinnovarsi nell’esperienza del presente, con la vita esemplare degli uomini che esprimono i sentimenti e i valori in cui ogni popolo riconosce la propria tradizione e identità. Diversi i simboli che raccontano questo dialogo tra l’identità di Norcia e quella della Calabria, in particolare il luogo di origine di Antonio La Gamba, la Calabria. Ci sono le mani che creano opere e ci sono delle figure come San Benedetto, padre e patrono dell’Europa, e San Francesco di Paola, patrono della Calabria e della Gente di mare. Segni e simboli forti che creano la fratellanza tra i popoli nel comune destino di lotta, di aiuto reciproco, di rinascita dei luoghi, di mani che si stringono nella capacità di riedificare la propria identità e di riconsegnare la propria memoria e storia alle future generazioni. Sulla base squarciata, simbolo delle ferite al territorio causate dal sisma, il nome della città, l’anno e l’ora fissate sulla base in acciaio corteen. Dalle ferite e dal dolore emerge la stele integra e forte che si staglia nello spazio, quale simbolo di identità che non si piega nemmeno davanti alla tragedia. Sui 4 lati in basso la comunità ,papà con bambina, mamma con bambino, vecchietta e innamorati, pilastro di ogni identità. Poi, alcuni luoghi simbolo di Norcia, il Comune e la Cattedrale, la piazza. Al centro sui 4 lati mani che si stringono in segno di amicizia, mani che seminano un arcobaleno di pace, mani che ricostruiscono e mano con la piantina simbolo di riconciliazione tra uomo e natura; poi un gatto, la farfalla, la lumaca, la colomba, che rappresentano il tempo della rinascita e della pace, la compostella simbolo dell’uomo in cammino, ed il sole energia vitale e del nostro essere nell’universo. Antonio La Gamba