Come un Rito, La Festa del Sambuco e delle Erbe spontanee in Sila!

C’è un significativo filone popolare di storie tutte silane, sull’incantato Altopiano calabrese che gli illustri letterati dell’antichità sintetizzarono con un’azzeccata definizione: “Magna Sila”! Sì, perché rappresentava – a loro dire – una sorta di Eden in terra, grazie alle sue tante ed ancora inespresse, peculiari, risorse naturali.Tra questi filoni di storie tramandate,da generazioni in generazioni  di ‘pionieri silani’, ne figura uno,in particolare, che ci dà l’opportunità di collegare e (ri)aggiornare,nella diversità e complessità dei tempi e nelle mutate condizioni socio-economico-ambientali, il trascorso di civiltà rurali con l’attualità dei tempi che viviamo. La riscoperta di antiche usanze, in termini salutistici e nelle creative applicazioni assimilabili ad una vera e propria arte culinaria, sempre più raffinata e ricercata, dell’utilizzo dei fiori (freschi e maturi ) di Sambuco (Sambucus nigra) è anche uno degli obiettivi di un presidio montano, incastonato in una delle aree più affascinanti e forestalmente importanti dell’Altopiano:Il Rifugio Casello Margherita (1.424 m s.lm.), ricadente nel territorio silano di Celico (CS), amorevolmente condotto da due moderni e giovani ‘pionieri’, i coniugi Edoardo Santoro e Simonetta De Rose. Struttura al servizio della promozione e valorizzazione sostenibile del territorio, fatta ritornare a nuova vita, con una forte passione per le aree d’altura ed un entusiastico impegno, dai quasi ruderi di un vecchio Casello cantoniere Anas, ubicato sulla vecchia strada statale’Silana-Crotonese’( oggi conosciuta come SP 256 – K.10), che conduce alla vetta di Monte Scuro ( 1.633 m  s.l.m.) da dove si stagliano, subito dopo, le diverse destinazioni. Giustamente, i promotori di quest’evento originalissimo quanto molto atteso appuntamento , hanno inteso valorizzare anche l’immagine ed i requisiti eduli di alcune erbe spontanee, facente parte del patrimonio naturale floricolo della Sila. C’è da dire che, da qualche anno, quest’iniziativa che non è rivolta ai soli amatori della montagna, sta riscuotendo grande interesse ad ogni livello, non escluso il mondo giovanile e quello degli Organismi educativi e ricreativi. Gli animatori di questa ‘perla’ vitale, operante tutto l’anno, al servizio degli avventori forestieri, escursionisti,appassionati di montagna, Enti ed Organizzazioni di volontariato e di quanti hanno il desiderio e la volontà di conoscere l’Altopiano, come si predispone ad ogni stagione dell’anno,infatti, hanno pensato di prestare la giusta attenzione anche alla storia di questi luoghi, non solo dal punto di vista produttivo-ambientale, ma soprattutto di quella umana. Ecco perché sono partiti da una saggia ed opportuna considerazione di carattere storico-sociologico e  anche dalla valenza che,nel corso dei secoli, lo specifico ed interessante argomento  ( una sorta di corretto ‘minimalismo’, nel contesto più ampio dello sfruttamento della Natura…),ha ricoperto per l’interesse, crescente, che ha determinato nelle popolazioni residenti nelle più estreme aree interne del territorio silano. Realtà geografiche dove, spesso, per ragioni ataviche, difficoltà di comunicazione e mobilità, erano caratterizzate dalla condizione dell’isolamento. Un’attenzione per conferire valore proprio a quelle risorse giudicate ‘povere’,ed alla portata di tutti, utilizzate, principalmente nel corso dei lunghi e rigidi inverni silani, come veri e propri toccasana per l’organismo ( tisane, sciroppi, bevande, impacchi,piatti semplici ma gustosi e salutari). In Sila, molto utilizzate erano le ‘gemme di pino’, i cristalli di resina, il timo, l’ortica,ed un mosaico variegato di piante medicinali,di cui l’Altopiano è ricco. E veniamo, all’attualità: La “Festa del Sambuco  e delle erbe spontanee -edizione 2018”- tenutasi nello spazio antistante il Rifugio ( dove si trova proprio una bella e rigogliosa pianta di Sambuco, la cui presenza ed il profumo delle infiorescenze fresche, catturano l’attenzione dei visitatori), giunta alla sua terza edizione, che s’è, ancora una volta, confermata di particolare e vivo interesse da parte dei partecipanti, in buona misura ospiti provenienti da altre Regioni. Edoardo, intanto, parla a tutti i convenuti: “Gli alberi di sambuco davanti al rifugio si caricano dei loro grandi fiori bianchi a giugno  ma a quote più basse è maggio il mese della loro fioritura. Infatti dalle nostre parti il sambuco viene chiamato “’u maju”,  identificandosi con il mese stesso”. Siamo stati presenti, in una sorta di reciprocità simbiotica, con il conduttore delle escursioni (Edoardo),che è anche guida del Parco Nazionale della Sila, che ha fatto vivere un’intensa e coinvolgente, lunga, mattinata, di una splendida giornata, all’insegna di passeggiate tra le meraviglie della natura del posto, attraverso viottoli e sentieri della transumanza, per osservare e contemplare l’armoniosità  di un’area dal quale pianoro ( Serra Vaccaro), si staglia una immensa vallate lussureggiante ed una vista ampia del bacino Bruzio. A seguire, gli ospiti sono stati ‘preparati’ da essenziali informazioni, a cura di Simonetta ( la Maestra, autrice di tante prelibatezze,sapientemente impegnata in cucina), per godersi l’altro aspetto, una sorta di rassegna del gusto di sapori ‘costruiti’, nel rispetto della tradizione e della sapienza contadina. I partecipanti alla Festa hanno avuto, così, l’opportunità di procedere con degustazioni mirate, ad assaggi di piatti con l’esclusiva matrice della tipicità, elaborati con fiori freschi di sambuco ed erbe selvatiche di montagna. Un entusiasmo crescente ha accompagnato l’intera rappresentanza degli ospiti. Un grande applauso ha salutato l’avanzare delle portate, un mix di prelibatezze:minestra di patate e ortiche, delicati formaggi locali ovi-caprini, marmellata di peperoncino. Molto atteso il ‘festeggiato’ Sambuco, degustato attraverso il fiore fresco, impanato e fritto, con un sapore quasi inebriante; la marmellata di Sambuco spalmata sulla cheesecake, sorseggiato il suo sciroppo gradevole e dissetante. Ed il…prender per la gola non è finito. Ecco arrivare le frittelle di fiori di sambuco, pane ‘e maju, con fiori di sambuco, ricotta con marmellata di sambuco,  sciroppo di fiori di sambuco, prosecco al sambuco (Rifugio Royale), pesto di aglio orsino, frittatine di vitalba, gateau di riso al finocchio selvatico. Esperti conoscitori del territorio hanno parlato dei molteplici utilizzi delle piante selvatiche, non solo in cucina. Considerazione finale. La “Festa del Sambuco e delle erbe spontanee” rientra nel calendario escursionistico del Rifugio Casello Margherita che si pone come obiettivo la promozione di un affascinante Progetto:“Sila, primavera-estate in cammino“. Casali del Manco (CS) 10.07.2018