Forza Italia. Adriano Galliani: “obbedisco come Garibaldi”

“Volevo fare il senatore semplice, come dice Matteo Renzi, almeno fino alla fine del 2018, per imparare. Ma sono con lui da 39 anni, gli devo tutto e alla fine ho detto: obbedisco! Come Garibaldi”. A dichiararlo Adriano Galliani in un’intervista a Il Giornale. Il senatore azzurro confessa. “Dal ’94 mi chiede di entrare in politica. Ho sempre detto di no. Gli spiegavo che il Milan ha tifosi di estrema destra e di estrema sinistra ed era meglio non scontentare nessuno. Ma quando il Milan è stato venduto, non ho più avuto scuse. Ho iniziato la mia quarta vita; dopo telecomunicazioni, tv e calcio, la politica. Però, sono all’esordio assoluto, volevo 6 mesi per capire, studiare. Invece, ha voluto darmi la bicicletta subito e io pedalo”. Adriano Galliani svela i piani di Silvio Berlusconi per i rilancio di FI. “Lui vuole davvero rifare il partito, nel centrodestra, ma geneticamente diverso dalla Lega e da Fdi. Ha scelto un vice presidente di peso come Antonio Tajani e ha voluto anche me in un questo ruolo. Dobbiamo delineare meglio l’identità di Fi, le sue caratteristiche, perché né Berlusconi, né Tajani, né Galliani faranno mai un partito unico, come dice Toti. Non è nel nostro Dna. Una cosa è essere alleati, altra è essere la stessa cosa”. Il manager prestato alla politica è stato chiamato a riorganizzare il partito azzurro. “I Dipartimenti corrisponderanno alle Commissioni parlamentari, ma saranno di più perché alcune accorpano vari settori. Li guiderà un senatore o un deputato e saranno integrati dalla Consulta, composta da eccellenze del mondo dell’imprenditoria, delle professioni, della cultura… In questo momento io sto scoprendo questi talenti nella società, persone non iscritte a Fi ma vicine a noi. Ho la fortuna di avere molte frequentazioni, di conoscere mezzo mondo, dopo 31 anni nel Milan e poi in Mediaset. Una volta trovavo talenti per il calcio, ora per la politica. Invece di chiamare procuratori, giocatori, presidenti di club adesso parlo con professori, avvocati, manager, esperti di tutti i campi. Devo dire che mi intriga molto, lo faccio con passione e ho anche avuto molti consensi”. Il ruolo degli esperti sarà “affiancare i parlamentari nei Dipartimenti, per indicare problemi, fare proposte, suggerire soluzioni”. “Berlusconi è convinto che sia un uomo del fare. Lui divide le persone in 2 categorie: quelle che quando gli chiedi una cosa la fanno e quelle che non la fanno. Quando sono entrato la prima volta ad Arcore, il primo novembre ’79, ero un piccolo imprenditore brianzolo, con un passato nella Dc, un suo fornitore con l’Elettronica industriale. Mi chiese se ero in grado di creare 3 reti tv nazionali, risposi di sì. Disse: Allora, compro il 50% della sua azienda, faccia lei il prezzo, e si metta a lavorare. Così è partita l’avventura”.