L’ira di Confindustria: “Di Maio innesta la retromarcia sul lavoro”

I grillini al potere iniziano a danneggiare pesantemente l’Italia e l’economia italiana. Ne sono convinti sia gli esponenti di Confindustria sia i rappresentanti del settore del gioco d’azzardo. Il decreto dignità è in un “autogol pazzesco”. Le misure sul lavoro precario e lo stop alla pubblicità di scommesse e giochi con premi in denaro rappresentano misure recessive e dannose, solo l’inizio di un baratro grillino. “Il dl dignità approvato lunedì dal Consiglio dei ministri è il primo vero atto collegiale del nuovo esecutivo e, anche per questo, è un segnale molto negativo per il mondo delle imprese”. E’ il commento degli industriali. “Sono le imprese che creano il lavoro. Le regole possono favorire o scoraggiare i processi di sviluppo e hanno la funzione di accompagnare i cambiamenti in atto, anche nel mercato del lavoro. Si dovrebbe perciò intervenire sulle regole quando è necessario per tener conto di questi cambiamenti e, soprattutto, degli effetti prodotti da quelle precedenti. Il contrario di ciò che è avvenuto col decreto dignità. Mentre infatti i dati ISTAT raccontano un mercato del lavoro in crescita, il governo innesta la retromarcia rispetto ad alcune innovazioni che hanno contribuito a quella crescita. Peraltro, le nuove regole saranno poco utili rispetto all’obiettivo dichiarato – contrastare la precarietà – perché l’incidenza dei contratti a termine sul totale degli occupati è, in Italia, in linea con la media europea”. Un attacco durissimo a Luigi Di Maio, un Ministro del Lavoro che inizia il suo percorso con un decreto dannoso. “Il risultato sarà di avere meno lavoro, non meno precarietà. Preoccupa anche che siano le imprese a pagare il prezzo di un’interminabile corsa elettorale all’interno della maggioranza e che si creino i presupposti per dividere gli attori del mercato del lavoro, col rischio di riproporre vecchie contrapposizioni. Valutazioni analoghe anche per la stretta in tema di delocalizzazioni. L’Italia è un grande Paese industriale, la seconda potenza manifatturiera in Europa dopo la Germania, e avrebbe bisogno di regole per attrarre gli investimenti, interni ed esteri. Quelle scritte lunedì, invece, gli investimenti rischiano di disincentivarli”. Sul piede di guerra anche i gestori delle scommesse e la Lega Calcio. Il decreto Di Maio parla chiaro: l’azzardo non potrà più essere sponsorizzato in alcun modo, dalle magliette delle squadre di serie A fino ai giornali o alle riviste specializzate. Stop ai testimonial vip che negli ultimi anni hanno invaso televisioni e cartelloni pubblicitari strizzando l’occhio a scommesse o videolottery. “Ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio”. “Estrema preoccupazione” è espressa anche dalla Lega di serie A, che teme il “dirottamento all’estero dei budget pubblicitari destinati alle nostre squadre”. Solo nella passata stagione, infatti, dodici delle venti squadre della massima serie calcistica hanno avuto una partnership con aziende del comparto betting. “Lo Stato italiano – evidenzia la Lega – perderebbe, nei prossimi tre anni, sino a 700 milioni di gettito”. “Il nostro sistema non ha bisogno di divieti ma di riforme” accusa Stefano Zapponini, presidente di Sistema Gioco Italia, la filiera dell’industria del gioco e dell’intrattenimento di Confindustria. “E’ illusorio poter risolvere il problema delle patologie in questo modo”.