Carenze di risorse e precariato. Denuncia di tutte le Segreterie Sindacali

Con la firma dell’Accordo del 13 giugno scorso sulle politiche attive del lavoro si sono date finalmente risposte concrete alle richieste di stabilizzazione dei numerosi lavoratori precari presenti in azienda ed equilibrato, seppur in parte, i passati e i futuri esodi di personale previsti per il triennio a venire.” Si legge così in una nota-denuncia di tutte le segreterie SLP CISL, SLC CGIL UILPOSTE UIL, FAILP CISAL, CONSAL COM, FNC UGL COM.NI. Continua la nota: “La bella notizia giunta in categoria e, come è giusto che sia, accolta con l’entusiasmo che l’atteso annuncio meritava: finalmente si sarebbe realizzato anche in Sicilia, per gli oltre 800 lavoratori in regime di part-time, il sogno rincorso da circa otto anni, ovvero vedersi trasformato il proprio rapporto di lavoro a tempo pieno. Ma leggendo nei dettagli il contenuto dell’intesa le cose non sono propriamente così. Tra quei grandi numeri, enunciati trionfalmente dall’azienda per i lavoratori della regione Sicilia, ci sono MENO che “briciole”: – Su 1126 trasformazioni a full time in Italia, per la Sicilia ne sono previste appena 38 – Su 1080 assunzioni di lavoratori CTD o ex CTD del recapito in tutta Italia, per la Sicilia ZERO! Quelle speranze – continua la denuncia delle segreterie sindacali – nate dalle “certezze” che l’azienda aveva in passato sottoscritto (vedasi Accordi del 30/11/17 e del 8/2/18) sono crollate come un castello di sabbia! E a nulla purtroppo sono serviti gli strenui e sofferti interventi che nei giorni precedenti alla firma le scriventi hanno effettuato presso l’azienda a livello nazionale. La risposta aziendale è stata sempre quella, ferma e inappellabile: “in Sicilia solo esuberi ed è già tanto quello che avrete!” Volendo superare ogni considerazione politica, nel merito, vogliamo ricordare all’azienda che da lungo tempo, sia in ambito MP che in ambito PCL (malgrado i tagli e le riorganizzazioni in corso), le problematiche che riguardano l’esiguità delle risorse applicate hanno raggiunto, in Sicilia, livelli di insostenibilità senza precedenti. A riprova di ciò, se non fossero sufficienti le denunce, i conflitti di lavoro e gli scioperi nel tempo proclamati nonché gli interventi della stampa e della politica locale a difesa delle cittadinanze che affollano gli Uffici Postali (è sufficiente osservare le enormi quantità di ore di straordinario erogato per assicurare il minimo dei servizi), ogni mattina alle difficoltà di procedere alla regolare apertura degli Uffici Postali, al continuo ricorso del “distacco” anche da un comune all’altro, alla gestione delle ferie spesso negate nei 2 periodi di flusso appena più alto, al clima di perenne emergenza in tutte le strutture postali. Tutto questo e molto altro ancora, francamente, non ci dà la sensazione che in Sicilia insista “l’esubero”. Se consideriamo, soprattutto, che ogni anno, mediamente, 500 lavoratori lasciano volontariamente l’azienda “versando” un contributo determinante per il raggiungimento della soglia prefissata di 15000 risorse su tutto il territorio nazionale nei tre anni e dal quale scaturiscono poi le assunzioni di cui trattasi. Assunzioni regolarmente effettuate altrove. In Sicilia si sta consumando l’ennesimo dramma di ingiustizia sociale. L’azienda, trincerandosi dietro a un secco “NO” mai documentato e mai supportato da qualsivoglia evidenza più o meno ufficiale, ha stroncato sul nascere le aspettative di centinaia di giovani lavoratori precari involontari, assunti in cambio del posto di lavoro stabile del genitore e con un altrettanto secco “NO” ha disilluso altre centinaia di lavoratori CTD eliminando ogni aspettativa per il futuro di questi giovani spingendo semmai, i più fortunati, ad emigrare nelle regioni del nord! Non possiamo avallare e ratificare tale scempio – chiude il documento sindacale – Non possiamo sopportare inermi queste dolorose ferite inflitte deliberatamente ad una regione che, in questo caso, non è seconda a nessuna per produttività, sacrificio e senso di attaccamento dei lavoratori, ancora una volta traditi secondo logiche geopolitiche che rimangono oscure e incomprensibili. Auspicando un pronto ravvedimento dell’azienda nel merito di quanto espresso, ci riserviamo di indire ulteriori iniziative che riterremo opportune.”