Rimini. Fermato l’assassino di Makha Niang. La vittima era sposata da poco

E’ stato fermato il colpevole dell’omicidio di Makha Niang, il senegalese di 27 anni trovato morto sul lungofiume degli Artisti a Rimini. Il ventenne è stato ucciso con due colpi di pistola. L’autopsia è stata eseguita dal professore Giuseppe Fortuni nominato dalla Procura di Rimini.

Due i colpi di pistola che hanno raggiunto Makha Niang e che in un primo momento non sono stati notati né dagli investigatori della Polizia né dal medico legale intervenuto sul posto per constatarne il decesso. L’africano è stato trovato a 5 metri da una panchina, sotto cui sono state trovate tracce di sangue. La vittima aveva una ferita alla testa, con una perdita di sangue alla bocca e all’orecchio e una frattura alla gamba. La Procura indaga per omicidio.

La vittima sarebbe morta tra la mezzanotte e 2. Un residente avrebbe riferito alla Polizia di aver udito due colpi di arma da fuoco. A scoprire il corpo è stato un ragazzo albanese che tornava in bici da Riccione, intorno alle due e mezza. Lo straniero si è subito fermato e ha cercato di scuoterlo, ma rendendosi conto che non c’era nulla da fare ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine. Le indagini, affidate alla Squadra mobile, sono coordinate dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli.

Si era sposato da sei mesi

La vittima è stato definito dagli investigatori un ragazzo senza precedenti e nessun legame con il mondo dello spaccio. Ha lavorato di recente in un noto ristorante del lungomare come aiuto cuoco e lavapiatti, oltre ad aver collaborato in un’attività di Riccione. Grazie al suo lavoro mandava i soldi alla famiglia in Senegal, dove sei mesi fa si era sposato. Nel suo Paese d’origine viveva anche la mamma, invece il padre e il fratello si erano trasferiti a Rimini e hanno conferito il mandato all’avvocato Massimiliano Orrù per seguire la vicenda.

La vittima abitava da tempo in un appartamento in via Sanremo con tre connazionali. I coinquilini, con cui è stato in compagnia l’altra notte fino alle 23.30, non vedendolo tornare si erano preoccupati, e uno di loro gli ha telefonato verso le 2.