Ciao Fabrizio

Prima l’ischemia il 23 di ottobre 2017, durante la registrazione di una puntata del programma «L’Eredità». Primo campanello di allarme. Fabrizio tornò in tv a dicembre, sempre alla guida del programma di RaiUno. «L’Eredità è una gioia, fa bene anche al fisico – annunciò – L’adrenalina sento che mi aiuta a stare meglio». Lo scorso 5 febbraio aveva compiuto 60 anni.  Parlando della sua malattia affermava: «Non è ancora finita. Se guarirò, racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando». Adesso l’emorragia cerebrale. In mezzo, mesi di fatica fisica e psicologica. «Con Fabrizio se ne va un pezzo di noi, della nostra storia, del nostro quotidiano»: questo il commento della Rai in una nota. «Non scompare solo un grande artista e uomo di spettacolo, con Fabrizio se ne va un caro amico, una persona che ci ha insegnato l’amore per il lavoro e per l’essere squadra, sempre attento e rispettoso verso il pubblico . Se ne va l’uomo dei sorrisi e degli abbracci per tutti. L’interprete straordinario del coraggio e della voglia di vivere. È impossibile in questo momento esprimere tutto quello che la scomparsa di Fabrizio suscita in ognuno di noi. Così la Rai tutta, con la presidente Monica Maggioni e il direttore generale Mario Orfeo, può solo stringersi attorno a Carlotta e alla sua famiglia in questo momento di immenso dolore». Magalli nel suo post su Facebook non a caso parla di una “battaglia disperata”. Tanti i ricordi di Fabrizio Frizzi nel giorno della sua morte, firmati da colleghi, amici e semplici telespettatori, uno dei più dolorosi e commoventi è quello di Giancarlo Magalli, per tanti anni collega in Rai: Sapevamo che stava male. Sapevamo che non voleva che se ne parlasse per paura di dover smettere di lavorare ed abbiamo tutti rispettato questo suo desiderio, la Rai per prima. Sapevamo anche che la sua paura più grande non era andarsene, ma il pensiero di lasciare sole Carlotta e Stella, le sue ragazze“. Nell’ultimo messaggio che ci siamo scambiati qualche settimana fa – conclude Magalli – mi scrivevaLa terapia c’è e la sto facendo. Non sarà facile, ma spero di portare a casa la pellaccia. Era riuscito ad infilare un sorriso anche in una comunicazione drammatica come quella. Ed è proprio quel sorriso che non ci abbandonerà mai. E per ogni sorriso che lui ha regalato a noi gli saremo grati. Sempre”. Chi vi scrive, l’ha incontrato tantissime volte, a telecamere spente, nella sua semplicità. Un grande uomo di spettacolo, grande umiltà, un serio professionista. Una disponibilità disarmante. Con Fabrizio si scacciava la tristezza, gli piaceva stare insieme agli altri, sempre allegramente. Personalmente, lo voglio ricordare così, con il tuo sorriso. Ciao Fabrizio. Buon viaggio La camera ardente sarà allestita domani, martedì 27 marzo, nella sede Rai di Viale Mazzini 14, dalle ore 10 alle ore 18. I funerali si terranno invece mercoledì 28 marzo alle ore 12 nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. «Stiamo lavorando per organizzare. Comunque grazie a tutti», ha detto il fratello di Fabrizio, Fabio, lasciando l’ospedale Sant’Andrea.