Rende. Tutti erano in pigiama tranne Salvatore Giordano

Salvatore Giordano è il presunto autore della mattanza di contrada Cutura a Rende. Il commerciante cosentino, nonostante fosse notte, era vestito. I familiari erano in pigiama, forse sono stati sorpresi nel cuore della notte, prima feriti a coltellate al ventre e poi passati con colpi di pistola.

Il figlio Giovanni era senza vita in una stanza. Vicino al suo corpo un coltello sporco di sangue. Il ragazzo di 25 anni sarebbe stato raggiunto da un colpo alla testa, così come Cristiana, contro la quale sono stati sparati 4 colpi. Il suo cranio era spappolato. Il suo cadavere è stato trovato nel corridoio. Presentava ferite alle mani, segno che potrebbe aver tentato di difendersi.

Dopo aver sterminato i suoi familiari (inclusa la moglie) l’uomo di 57 anni avrebbe rivolto l’arma contro se stesso uccidendosi con un colpo in bocca. Il suo corpo è stato trovato sopra la moglie, ferita a coltellate e poi uccisa a colpi di pistola sparati al ventre e al torace.

Giordano è l’unico a non presentare tagli o ferite alle mani, mentre i tre familiari, potrebbero aver tentato di disarmarlo del coltello. Gli inquirenti indagano per stabilire se dietro alla tragedia ci sia un raptus, se fosse premeditato, se qualcuno è a conoscenza di indizi che possano portare a definire il movente della strage.

Una tragedia apparentemente senza movente

Ad uccidere moglie e due figli, prima di togliersi a sua volta la vita, sarebbe stato Salvatore Giordano mosso da un raptus improvviso. Chi conosceva il cinquantenne parlano di una famiglia normale. La mattanza di via Malta ha lasciato tutti senza parole. La villetta nella zona industriale, nei pressi dell’Università della Calabria, è stata teatro di una strage senza perché. La moglie Francesca Vilardi, 59 anni, casalinga, la figlia Cristiana, 31 anni, impiegata in un call center, ed il figlio Giovanni, 28 anni, studente universitario. L’anziana madre di Giordano ha dichiarato di avere sentito del trambusto verso le 4. E’ stato il fratello dell’uomo, oggi verso le 14, a recarsi a casa del congiunto dopo che questi non si era presentato ad un appuntamento al negozio di articoli musicali e telefonia che gestivano insieme nel centro di Cosenza e che oggi era chiuso. L’uomo non riuscito ad entrare ed ha fatto intervenire i vigili del fuoco. Vicino al corpo dell’uomo un revolver ed una semiautomatica. In un primo momento, la presenza di due armi e il fatto che il corpo del figlio fosse distante da quelli delle altre vittime, ha fatto sorgere più di un interrogativo. Nella casa sono giunti il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo ed il comandante provinciale dei carabinieri Piero Sutera, gli investigatori del Reparto operativo e della Compagnia di Rende e della sezione investigazioni scientifiche dell’Arma.

Secondo la prima ricostruzione, Giordano ha prima accoltellato i familiari forse dopo una lite. Poi li ha finiti a colpi di pistola. L’uomo ha sparato sei colpi e le due donne sono state anche accoltellate. Poi ha rivolto l’arma contro se stesso e si è sparato in bocca. Gli investigatori hanno deciso di perquisire e sequestrare il negozio di cui era titolare in cerca di risposte ai tanti interrogativi.