Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, sarà presente alla serata inaugurale della stagione lirica del Teatro Massimo Bellini di Catania

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, sarà presente alla serata inaugurale della stagione lirica del Teatro Massimo Bellini di Catania, che avrà luogo il 16 gennaio a partire dalle ore 20.30. Va in scena “La rondine” di Giacomo Puccini, gioiello della piena maturità del genio lucchese e partitura per molti aspetti innovativa nell’ambito della sua straordinaria produzione. Per l’occasione sarà necessario anticipare l’orario d’ingresso del pubblico che avverrà dalle 18,45 alle 19,30, per motivi di sicurezza e di organizzazione. La partecipazione del Capo dello Stato viene a sottolineare l’importanza dell’evento e il retaggio ultracentenario del tempio catanese della musica, come evidenzia il Sindaco Enzo Bianco, nella qualità di Presidente del Teatro, e come ribadiscono il sovrintendente Roberto Grossi e il direttore artistico Francesco Nicolosi. Non è infatti un volo effimero, ma un’autentica Renaissance quella che sta riportando in auge “La rondine” pucciniana, suscitando consensi sempre più convinti nel panorama operistico internazionale, anche sulla scorta delle celebrazioni per il centenario della prima rappresentazione, avvenuta il 27 marzo del 1917 all’Opéra di Monte-Carlo. In questa rivalutazione s’inserisce autorevolmente il Teatro Bellini con una nuova produzione che vede un maestro del calibro di Gianluigi Gelmetti nella doppia veste di direttore e regista. Una star mondiale qual è il soprano Patrizia Ciofi e un tenore di chiara fama come Giuseppe Filianoti contribuiscono ad accrescere ulteriormente l’interesse per un titolo che mancava dal palcoscenico etneo dal 1991. Il sipario si aprirà su un’edizione che pone l’accento sulla libera determinazione della donna nel perseguire la propria realizzazione: una lettura lungamente meditata da Gianluigi Gelmetti, dallo scorso ottobre direttore principale ospite del Bellini, e già direttore principale dell’Orchestra Sinfonica di Radio Stoccarda, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, direttore principale e artistico della Sydney Symphony Orchestra e dell’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo. Gelmetti è tra i primi e più ferventi difensori della raffinata commedia lirica in tre atti – su libretto di Giuseppe Adami – che ha inciso con l’Orchestra della Rai di Milano nel 1981. Seguendo una blasonata tradizione che è già stata di Karajan, il maestro romano firmerà altresì la regia di un capolavoro che definisce come «l’opera più inquieta, ambigua, attuale e drammaturgicamente più avanzata di Puccini». L’allestimento si gioverà del magistero scenografico di Pasquale Grossi, che colloca l’opera a Parigi negli anni in cui Puccini la compose, in un fitto gioco di rimandi all’arte figurativa e alle decorazioni d’epoca, mentre la Grande Guerra spegne gli ultimi splendori dell’Art Nouveau. Di alto livello, come si è anticipato, è l’intera distribuzione. Nel ruolo di Magda – che il direttore e regista inscrive a pieno titolo nella galleria delle declinazioni femminili pucciniane, «personaggio enigmatico, sensibile, egoista e altruista, affascinante, sognatrice, pragmatica e realista, dolce, materna» – debutta Patrizia Ciofi, raffinata belcantista, reduce dal recente successo nel ruolo ‘enciclopedico’ di Norma al Théâtre Royal di Liegi. Per il tenore Giuseppe Filianoti sarà la prima volta nella sala del Sada, dove riproporrà il ruolo di Ruggero, già impersonato allo Châtelet di Parigi e al Metropolitan di New York, al fianco di Angela Gheorghiu. Nei ruoli principali si segnalano ancora il soprano Angela Nisi (Lisette), il tenore Andrea Giovannini (Prunier) e il baritono Marco Maracchioni (Rambaldo). Nelle parti di fianco Ivanna Speranza (Yvette) , Katarzyna Medlarska (Bianca), Pilar Tejero (Suzy /un cantore), Jesus Piñeiro (Gobin), Giuseppe Toia (Périchaud), Salvo Di Salvo (Crébillon / Un maggiordomo). Sono previste sette rappresentazioni con il seguente calendario: Martedì 16 gennaio ore 20,30 (Turno A), Giovedì 18 gennaio ore 17,30 (Turno R), Venerdì 19 gennaio ore 20,30 (Turno B), Sabato 20 gennaio ore 17,30 (Turno S1), Domenica 21 gennaio ore 17,30 (Turno D), Martedì 23 gennaio ore 17,30 (Turno S2), Mercoledì 24 gennaio 2018 ore 17,30 (Turno C). Il direttore d’orchestra Leonardo Catalanotto salirà sul podio al posto di Gelmetti nelle recite del 19, 20, 23, 24 gennaio. Alternanza anche nei ruoli vocali: nelle rappresentazioni del 18, 20 e 23 gennaio subentreranno Cristiana Oliveira (Magda), Danilo Formaggia (Ruggero), Ivanna Speranza (Lisette), Francesco Castoro (Prunier), Sofia Folli (Yvette). Interessante è ripercorrere la genesi della partitura. È nell’ottobre del 1913, in occasione della prima esecuzione della Fanciulla del West a Vienna, che Puccini viene contattato da Siegmund Eibenschütz e Heinrich Berthé, direttori del Theater an der Wien e del Carl-theater, che gli propongono un contratto stratosferico – con un compenso di 200.000 corone – per comporre un’operetta su libretto di Alfred Maria Willner, autore di testi per Johann Strauss junior, Leo Fall e Franz Lehár. Il progetto, al quale è presto associato anche il librettista Heinz Reichert, risulta perfezionato agli inizi dell’anno successivo, quando Maria Jeritza propone Tosca a Vienna, evento grazie al quale il compositore riceve l’ambito Ordine di Francesco Giuseppe. Nucleo tematico e narrativo, ambientato a Parigi nel Secondo impero, è la contrapposizione tra il sentimento amoroso romantico e la disinvolta sensualità del gaudente demi-monde: due poli tra cui si dibatte la seducente Magda, mantenuta d’alto bordo del ricco Rambaldo, la quale insegue per un attimo il sogno d’amore con il provinciale e ingenuo Ruggero. Il libretto viene tradotto in italiano da Giuseppe Adami, che nel frattempo lavora anche al Tabarro, ma gli entusiasmi del musicista progressivamente si affievoliscono: lo scoppio della Prima Guerra mondiale, in cui l’Italia entra in guerra contro l’Impero austro-ungarico, segna una lunga battuta d’arresto e La rondine sarà ultimata solo nel 1916. Non certo un’operetta, strada che l’autore aveva rifiutato di percorrere chiedendo ad Adami di togliere tutti i dialoghi parlati, ma uno tra i più importanti e ultimi esempi di commedia lirica. È in questa veste che la partitura, l’unica di Puccini pubblicata da Casa Sonzogno e non da Ricordi, è infine rappresentata in territorio neutrale, a Monte-Carlo, culla delle Avanguardie chiamate a raccolta da Raoul Gunsburg, che ne sigla la regia. Sul podio, Gino Marinuzzi dirige un cast capeggiato da due stelle del calibro di Gilda Dalla Rizza e Tito Schipa. Il successo internazionale, che parte da Buenos Aires e continua a Bologna, Milano e Roma, non basta tuttavia a Puccini, che appronta una seconda versione (Prunier diventa baritono, a Ruggero viene assegnata un’aria al primo atto, mentre nell’ultimo Magda cede di nuovo alle profferte del banchiere Rambaldo e ritorna alla vita di prima), che debutta al Teatro Massimo di Palermo nell’aprile del 1920. Una terza e ultima versione (in cui sarà Ruggero ad abbandonare Magda) verrà orchestrata e messa in scena per la prima volta a Torino addirittura nel 1994. A Catania ascolteremo l’edizione originale del 1917, quella in cui – come sottolinea Gelmetti – meglio si evidenza tutta la modernità della protagonista, consapevole della propria difficoltà di amare incondizionatamente e “per sempre”, nella misura in cui prevale in lei la determinazione alla realizzazione personale. Così l’ex grisette Magda, regina del demi-monde che ha scalato «trionfando tra la vergogna e l’oro», non esita – è vero – a lasciare il suo protettore travolta dalla passione per Ruggero conquistato sotto mentite spoglie al Bal Bullier. Ma non appena l’amato le prospetta il matrimonio e il tranquillo torpore della provincia, la donna comprende che la vita fin lì condotta l’ha resa refrattaria ad un’esistenza improntata ai tradizionali valori borghesi. Forse sente di non potere rinunciare al bel mondo parigino di cui fa ormai parte. Forse il giogo si era fatto troppo forte. E mentre Ruggero, disperato, non accetta l’abbandono, Magda spicca ugualmente il volo dal nido d’amore per tornare padrona del proprio destino.