Alle origini delle golosità: la storia dei brownie

Se siete golosi e amate le prelibatezze made in USA, sicuramente conoscerete i brownie. Questi deliziosi dolcetti al cioccolato sono ormai diventati uno snack e un dolce apprezzato a livello internazionale, forse anche perché sono molto semplici da cucinare. Se non avete mai provato a prepararli a casa e siete curiosi di cimentarvi con questa preparazione della cucina americana, vi consigliamo di provare la ricetta dei brownie di Galbani, che propone una versione classica e davvero golosa.

Come vedrete dalla ricetta, preparare i brownie è infatti semplicissimo e non richiede né molto tempo né grandi abilità culinarie.Vi basterà cimentarvi con ingredienti semplici, come farina, uova, latte, burro, zucchero e cioccolato, che normalmente sono presenti in tutte le cucine, e mescolarli alla perfezione.

Una volta cotta e ottenuta una torta unica, non vi resterà altro da fare che guarnirla e tagliarla in tanti quadratini comodi e pratici da mangiare, motivo che sta poi alla base della nascita di questo dolce. Vediamo insieme perché.

Un dolce su misura

Quando un piatto o un cibo risulta particolarmente apprezzato e raggiunge il successo, capita che fioriscano diverse leggende sulle sue origini, e che molti paesi o addirittura città si contendano la sua paternità e l’esclusiva sulla ricetta originale.

Se vogliamo restare in America si pensi per esempio al caso della banana split, contesa tra la città di Latrobe in Pennsylvania e quella di Wilmington in Ohio, o pensando al nostro paese si può citare la contesa aperta tra Bologna e Modena per la paternità del tortellino.

Anche sulle origini dei brownie girano diverse leggende, tra cui le più classiche lo attribuiscono alla sbadataggine di cuochi, colpevoli di aver aggiunto troppo cioccolato all’impasto o di aver dimenticato il lievito, o alla capacità di reinventarsi delle casalinghe, in grado di creare un dolce strepitoso con i tempi contati e i pochi ingredienti disponibili in dispensa.

In realtà una teoria più accreditata sulle origini dei brownie esiste, e li collega alla signora Berta Palmer di Chicago alla fine del 1800. La Signora Palmer era una donna d’affari e filantropa americana, moglie del proprietario del Palmer House Hotel, nonché presidentessa del Board of Lady Manager della World’s Columbian Exposition.

Nel 1893, animata dal desiderio di trovare un dolce che fosse goloso come una torta ma che al tempo stesso fosse abbastanza piccolo da stare dentro un lunch box e abbastanza comodo da poter essere mangiato senza sporcarsi e senza sbriciolare, diede indicazioni precise allo chef dell’hotel del marito e il risultato finale fu il primo brownie, chiamato Palmer House Brownie.

Questa prima versione era molto diversa dall’idea che abbiamo oggi dei brownie, perché l’impasto era arricchito dalla presenza delle noci e la superficie era ricoperta da una glassa all’albicocca.

Il nome brownie associato a questo tipo di preparazione, che rievoca il colore scuro, brown, dovuto alla presenza del cioccolato nell’impasto, non fu tuttavia usato immediatamente nei ricettari dell’epoca, e compare per la prima volta nel 1896, all’interno del Boston Cooking-School Cook Book di Fannie Farmer, ma per indicare delle tortine di melassa monoporzione, fatte utilizzando degli appositi stampi singoli.

Bisognerà aspettare il 1904 per vedere pubblicate le prime ricette di brownie al cioccolatosui più importanti ricettari americani, dall’Home Cookery, all’American Cookery fino al The Boston Globe del 1905: in tutte queste ricette vengono infatti spiegati i passaggi per realizzare una torta bassa non lievitata da tagliare a quadretti, che risulta morbida e si avvicina più alla classica torta al cioccolato che al brownie.

La svolta si ha solo nel 1907, grazie a Maria Willet Howard, che nella ricetta presente nel suo Lowney’s Cook Book pubblicato a Boston, propone l’aggiunta di una maggiore quantità di cioccolato e di uova, ottenendo come risultato un brownie più ricco e simile a quello odierno. Questo verrà chiamato con il nome di Bangor Brownie, che secondo alcuni fa riferimento alla città di Bangor nel Maine, di cui era originaria la casalinga e vera artefice della ricetta originale del brownie.

Varianti golose

Chiunque sia il primo inventore di questo delizioso dolce, resta indiscutibile il suo successo, che ha portato anche al proliferare di numerose varianti golose. Oltre alla possibilità di variare le dosi degli ingredienti, per ottenere un impasto più morbido o concentrato, più umido o corposo, è possibile fare delle aggiunte golose o delle vere e proprie sostituzioni.

Per esempio, alcuni amano aggiungere un po’ di liquore all’impasto, per dargli quel tono piacevolmente alcolico, oppure delle scorzette di arancia o anche l’aroma, che ben si sposa al sapore del cioccolato.

Dalle versioni glassate, a quelle farcite con confetture o creme, a quelle spolverizzate con lo zucchero a velo non c’è limite alla fantasia: oltre a gustarlo da solo, magari inzuppato nel latte o nel caffè, c’è chi ama accompagnarlo con una sbuffata di panna o una pallina di gelato.

Se poi volete osare, potete anche sostituire il cioccolato fondente con lo zucchero di canna, per ottenere la sua versione chiara e meno cioccolatosa, ma altrettanto golosa, che prende il nome di blondie.

Brownies