Per il Milan esclusione dalle coppe europee: ecco perchè

Il Milan non convince. Sui rossoneri aleggiano nubi nere non solo in campo ma anche fuori del terreno di gioco. Il business plan quadriennale di risanamento dei conti, presentato il 9 novembre a Nyon dall’ad Marco Fassone, non ha convinto la Commissione Fair Play Finanziario. L’8 dicembre la richiesta di voluntary agreement del club di Milano potrebbe essere respinta.

Marca dà per scontata la bocciatura del piano da parte dell’Organo di controllo finanziario dell’Uefa e ipotizza la possibile esclusione dalle coppe europee. Secondo il quotidiano spagnolo vi sarebbero dubbi su una parte delle operazioni di mercato, in particolare sulla circostanza che gli investimenti siano collegati ai successi sportivi con l’ingresso in Champions e non in grado di garantire la solvibilità economica in relazione alla condizione attuale della squadra allenata da Montella.

A preoccupare anche la figura di Yonghong Li. Il Milan ammette che è giunta dall’Uefa la richiesta di approfondimenti e di ulteriore documentazione. Il Milan sarebbe pronto ad accettare dei covenance, paletti economici per meritarsi fiducia e voluntary agreement. Ciò che non convince l’Uefa è la proprietà rossonera. L’inchiesta del New York Times ha posto ulteriori dubbi sulla consistenza reale del patrimonio dell’azionista di maggioranza del Milan non fa che alimentare le perplessità.

Nella migliore delle ipotesi si potrebbe andare in direzione del settlement agreement (stesso trattamento riservato all’Inter), un “patteggiamento” a marzo 2018 tra Uefa e Milan. Le possibili sanzioni economiche comporterebbero limitazioni della rosa e sul mercato. Senza Champions i sacrifici saranno inevitabili e pesanti. Queste notizie contribuiscono ad agitare le acque e tolgono il sonno a quei tifosi che amano incondizionatamente il Milan e che speravano davvero che il cambio di proprietà portasse al tango agognato rilancio di un club blasonato e titolato. Invece la gestione cinese rischia di risultare fallimentare e in tanti iniziano già a rimpiangere i tempi in cui il presidente era Silvio Berlusconi.

Berlusconi e Yonghong Li