Elaborazione del lutto: cosa è e come affrontarla

Un lutto spaventa tutti, non vorremo mai doverlo vivere ma è purtroppo una legge della natura e prima o poi verrà a mancare una persona a noi cara. Non esistono lutti leggeri o pesanti, il solo considerare la dipartita di una persona un lutto ci fa soffrire per la sua mancanza per un tempo indeterminato.

Si soffre perché il lutto è un dolore, al pari di una ferita crea malessere fin quando non viene in qualche modo rimarginata è fonte di sofferenza. Per superare questa triste condizione è necessario elaborare il lutto secondo un percorso ben preciso ma non facile da controllare e gestire in maniera autonoma. Scopriamo cosa è l’elaborazione del lutto e come ritrovare la serenità.

Il ciclo vitale dell’essere umano inizia e finisce con un distacco, il primo dalla madre quando si nasce, l’ultimo quando ci si distacca dalla vita terrena. Tra questi due momenti fondamentali possono esserci un numero indefinito di distacchi più o meno forti, più o meno importanti, ognuno dei quali causeranno sofferenza e dolore.

Un lutto non necessariamente deve essere collegato alla morte di una persona cara, ma può derivare dal distacco, dalla separazione, ovviamente forzata e controvoglia, da una persona che si ama o da un amico. La condizione psicologica da affrontare non è fondamentalmente diversa tra, ad esempio, il divorzio dal coniuge o la dipartita di un parente prossimo.

Come dicevamo prima è valido il paragone del lutto a una ferita aperta, per rimarginarsi è necessario del tempo per accettare e metabolizzare la perdita e il distacco da una persona la quale, come abbiamo visto per vari motivi, non fa più parte della nostra sfera degli affetti e delle emozioni.

Ma il tempo da solo potrebbe non bastare o magari, a seconda dei casi, è necessario un tempo eccessivamente lungo durante il quale chi sta vivendo il lutto potrebbe rimanere bloccato in una situazione di stallo emotivo, con l’incapacità di guardare oltre e rischiare di trasformare il lutto in una patologia. L’idea alla base dell’elaborazione del lutto è quella di riuscire a trasferire i sentimenti e le emozioni provate per la persona quando era presente nella nostra vita alla sua assenza.

L’elaborazione del lutto viene suddivisa, secondo lo schema dello psichiatra John Bowlby, in quattro distinte fasi:

  1. Fase del Torpore, dove lo shock e l’incredulità sono predominanti e si rifiuta la perdita lasciando che rabbia e dolore si alternino tra le emozioni prevalenti;
  2. Fase dello Struggimento, dove non si smette di cercare inconsciamente la persona che manca o la si considera ancora presente o in vita;
  3. Fase della Disperazione, quando si realizza oggettivamente la perdita ma insorgono apatia, disturbi del sonno e distacco dalla quotidianità, concentrando energie per ricordare la persona che manca;
  4. Fase della Riorganizzazione, quando si comincia a guardare oltre, a fare progetti anche piccoli per la quotidianità e il futuro, interiorizzando i ricordi della persona dalla quale si è stati distaccati e si è accettato con consapevolezza che questa non potrà tornare tra noi.

Il tempo è quindi a chiave per l’elaborazione del lutto. Non è però possibile, come abbiamo già spiegato, stabilire quanto tempo sarà necessario per superare in maniera sana un distacco così forte. Per superare le fasi più critiche e i pericolosi stalli emotivi ci si può rivolgere a uno psicologo per ricevere un aiuto e aumentare le possibilità di giungere alla fine dell’elaborazione del lutto e farlo in tempi più ridotti a tutto vantaggio di una migliore qualità della vita.

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