Quando non arrendersi al fallimento paga: imprenditori e difficoltà che hanno dovuto superare

Fondare una propria attività e riuscire a farla affermare sul mercato è il sogno di molti, ma la strada che da un’ottima idea e da un buon business plan conduce al successo, è spesso irta di difficoltà, rallentamenti e anche fallimenti, che spesso possono scoraggiare anche i manager più motivati.

Alcuni sostengono che quello dell’imprenditore si avvicini più a una vocazione o una propensione naturale piuttosto che a un vero e proprio mestiere, perché oltre all’indispensabile gavetta, esperienza sul campo, preparazione e voglia di fare, sono necessarie una buona dose di convinzione, perseveranza, fiducia e perché no, sano ottimismo, per riuscire a superare le varie difficoltà che potranno ostacolare il raggiungimento del proprio scopo, e per reagire in maniera positiva e propositiva agli inevitabili fallimenti.

Se non credete che sia possibile, ecco alcune storie di imprenditori che hanno saputo reagire alle difficoltà e che hanno raggiunto il successo, riuscendo a superare i fallimenti e a rilanciare la loro carriera e la loro attività.

Due imprenditori a confronto

La reazione al fallimento

Tra gli imprenditori più famosi che hanno saputo reagire positivamente ai rifiuti, andando avanti con le proprie idee fino ad ottenere il successo, c’è Walt Disney: prima di fondare la Walt Disney Company, che oggi fattura miliardi, ha dovuto sopportare di essere rimosso dal suo incarico presso il Kansas City Star perché “mancava d’immaginazione e non aveva buone idee”, ha visto respingere i suoi cartoni di Topolino, oggi un cult senza tempo, e ha dovuto risollevarsi dalla bancarotta del suo studio di animazione Laugh-O-Gram.

Anche nel Bel Paese non mancano gli esempi di imprenditori che hanno saputo risollevarsi dopo un insuccesso: si pensi a Marco Tronchetti Provera, AD di Pirelli, che alle soglie del 2000, forte del successo in Pirelli, ha deciso di buttarsi nell’avventura Telecom uscendone con un debito notevole, che ha poi saputo ripagare rilanciando la core business del Gruppo Pirelli e promuovendone l’internazionalizzazione.

Dall’altra parte del globo, una storia interessante, che dimostra che quando uno è destinato ad avere successo in qualcosa deve perseverare con tutte le sue forze, è quella di Soichiro Honda: scartato dalla Toyota dove aveva fatto domanda per un posto da ingegnere, ha iniziato a costruire motorini nel suo garage di casa, fino a fondare la sua società, l’omonima e celebre Honda, oggi quotata in tutte le borse internazionali.

Una storia simile è quella di Steve Jobs, celebre per i suoi successi, dall’Apple I e II al Macintosh, dal iMac all’iPhone, anche lui ha iniziato ad assemblare il suo prototipo in garage e ha avuto vicende alterne con la Apple. Tra le varie entrate e uscite, ha anche proposto molti altri prodotti, finiti nel dimenticatoio, collezionando dei piccoli fallimenti che gli hanno però permesso di perfezionarsi e creare i suoi must tecnologici. Si pensi al Puck Mouse, o al Cubo o alla Apple TV, costose, scomode da usare e non apprezzate dagli utenti, i puntini neri che appena si scorgono in una carriera luminosa, che non hanno saputo placare l’inventiva di una mente creativa.

Se volete un esempio di un’imprenditrice in rosa, che non si è scoraggiata per i bassi della sua carriera e ha saputo raggiungere la vetta, si può citare la presidente e caporedattrice del The Huffington Post, uno dei blog di notizie e editoriali più seguiti del web, ossia Arianna Huffington. È noto infatti che, nonostante il successo del suo primo libro, il secondo che scrisse fu respinto dagli editori ben 36 volte; inoltre, pur rappresentando una figura fondamentale nella politica degli Stati Uniti, ha fallito nella corsa per diventare governatore della California nel 2003, arrivando quinta e ottenendo solo lo 0,55%.

Quando il fallimento è d’ispirazione

Se vi ha rincuorato leggere che questi imprenditori hanno raggiunto il successo nonostante i molti fallimenti incontrati nella loro carriera, vi interesserà sapere che esiste un movimento globale che si basa su questa constatazione e su questo stato d’animo.

Si chiama FuckUp Nights, è nato in Messico nel 2012 e il suo scopo è quello di condividere pubblicamente le storie di fallimenti imprenditoriali, affinché possano essere d’ispirazione per chi vuole intraprendere questa strada, per non rifare gli stessi errori, e per dare supporto o fornire soluzioni alternative a chi quegli errori li ha commessi o si trova in crisi con la sua impresa.

L’idea alla base del movimento piace e sta prendendo sempre più piede, e dai primi incontri tra amici è nata una community e un sito web dedicato: questo perché, come disse l’imprenditore occasionale e avvocato Brent Britton, riassumendo il concetto chiave del movimento, “il fallimento è un passaggio necessario nel processo imprenditoriale. Se non falliamo quotidianamente probabilmente non stiamo facendo nulla di nuovo o interessante”. Siamo quindi tutti sulla stessa barca e, anche quando falliamo, stiamo solo facendo un ulteriore passo sulla strada del successo.