Milano diffonde una nuova cultura del design

Un design attento alle diversità motorie e cognitive grazie all’ideazione oggetti, servizi e architetture inclusive, innovative e fruibili da tutti, soprattutto dalle persone colpite dalla malattia di Huntington. E’ l’obbiettivo di “Secondo nome: Huntington. Design for All, Design for Huntington”, la mostra in programma alla Triennale di Milano fino al 30 luglio.

L’appuntamento, realizzato da Triennale Design Museum, AICH Milano Onlus e Huntington Onlus con il patrocinio del Comune di Milano, punta a sensibilizzare il pubblico e ad accendere una luce su questa malattia rara per la quale ad oggi non esiste una cura.

Secondonome Huntington Sironi

La malattia di Huntington

Si tratta di una patologia ereditaria degenerativa del Sistema Nervoso Centrale che colpisce le persone tendenzialmente tra i 30 e i 50 anni andando a modificarne totalmente le abitudini quotidiane, le capacità cognitive e l’autonomia, poiché è caratterizzata da movimenti involontari patologici, gravi alterazioni del comportamento e un progressivo deterioramento cognitivo. In Italia si stima che esistano 150.000 persone colpite direttamente o indirettamente dall’Huntington.

La mostra è articolata in due sezioni: una dedicata ai progetti dei vincitori del concorso under 35 “…ma così è la vita!Junior design contest”, l’altra ai progetti di designer, come Alessandro Guerriero, Lorenza Branzi e Nicoletta Morozzi, Lorenzo Damiani e Brian Sironi – solo per citarne alcuni chiamati a confrontarsi con la gestualità istintiva dei malati e con la loro forza quotidiana – raccontate in diversi scenari domestici. I designer hanno riflettuto sulla malattia di Huntington, su implicazioni psicologiche e pratiche del vivere, su una diversità che, con sfumature diverse, ognuno di noi potrebbe dover affrontare nel corso della vita. I progetti esposti rispettano infatti le necessità della malattia, ma parlano di gesti, di emozioni, di delusioni, di paure, di speranze quotidiane.