Paolo Rigato

Paolo Rigato Di Vincenzo Calafiore 12 Giugno 2017 – Altrove – “ una volta che hai volato, camminerai sulla terra Guardando il cielo perché là sei stato e là vuoi tornare “ Ciao Paolo, avrei voluto scrivere di te molto tempo addietro, sulla tua passione per il volo; era per te non una sfida, neanche il desiderio di vincere la forza di gravità che ci costringe a pestare la terra. Semmai era l’emozione di sentirti addosso quell’aria di libertà assoluta e di guardare la tua terra friulana, i tuoi monti dall’alto; seguire le correnti che ti portavano in alto nel cielo come fossi un’aquila e planando, volteggiando, raggiungevi posti e luoghi impossibili ! Tutto nei tuoi occhi, nella tua memoria. Ma tu non hai mai voluto che lo facessi, troppo umile, troppo umano. E mio malgrado lo faccio adesso che non ci sei più! Io scrivo per rendere onore alla tua grande umanità, alla tua cordialità, alla tua disponibilità, al tuo essere sposo e papà allo stesso tempo. Ma di più al tuo grande amore per gli spazi aperti, al tuo essere aquilone in quel cielo che ti ha voluto per sempre suo. Ci incontravamo quasi ogni giorno e ti salutavo “ Ciao Paolino” perché rassomigliavi più a un ragazzo coi capelli tinti di bianco che a un uomo maturo, così pieno di vita, così solare; mi rispondevi chiamandomi per nome… – ciao Vincenzo.. ! – Ora che il cielo ti ha rubato alla tua famiglia, ai tuoi amici, ne hai, ne avevi così tanti e tutti conquistati con quel tuo cortese modo di fare. Che dire ora? Non ci sono e non esistono parole per manifestare il proprio o l’individuale dolore, o l’incredulità a questa tua fuga verso il cielo come da vent’anni hai sempre fatto. Hanno scritto che ti sei trovato lì nel giorno sbagliato e il momento sbagliato ma era il destino ad attenderti tra le montagne che tanto hai amato! Io ti rendo onore e ti ricorderò sempre con quel sorriso in faccia che ti illuminava gli occhi, ciao Paolo.