Italia sono anch’io. Cittadini di Vicenza, cittadini del mondo

“Tasveer” (ritratti in lingua urdu) è il nome del percorso compiuto da un gruppo della scuola di italiano per stranieri del C.P.I.A. di Vicenza che si sono cimentati in un laboratorio teatrale interculturale per migliorare l’apprendimento della lingua italiana.

L’iniziativa si conclude con una rappresentazione ad ingresso libero, sabato 10 giugno alle 16 nel salone al piano nobile di Palazzo Chiericati, nell’ambito della Settimana per la cittadinanza italiana “Italia sono anch’io. Cittadini di Vicenza, cittadini del mondo” .

Saranno presenti il vice sindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci e il professor Giovanni Villa, direttore onorario della pinacoteca civica, che hanno aperto ai corsisti Palazzo Chiericati, e soprattutto la sala ”dei ritratti”, per dar loro modo di confrontarsi con la cultura e le storie del territorio che li ospita.

Un gruppo formato da 13 persone di 9 nazionalità diverse (Brasile, Cina, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea K., Pakistan, Senegal, Togo), metà delle quali richiedenti asilo politico in Italia, ha dunque affrontato il tema dell’identità negata, condizione comune e sofferta da chi fugge da guerre, da conflitti, da regimi che hanno minato regole e diritti civili.

Il lavoro è partito dall’identità personale, dal nome che ci viene dato e ci segue, e si colora delle nostre esperienze e delle nostre scelte. E’ stata poi affrontata la lettura di “Canzone di guerra”, un testo di Dino Buzzati che sembra ben disegnare la distanza dei potenti, dei signori della guerra, da chi la guerra è costretto a farla e a subirla. In questa distanza riesce però ad insinuarsi un tarlo: la “canzone”, ovvero l’identità che ognuno si porta dentro, che infastidisce il potere ma è difficile da cancellare e zittire. La “canzone” emerge in forma di voci e suoni, di colori, di movimenti e di relazioni, e compone un’opera unica: il “ritratto” di ognuno di noi.

Di qui il confronto con il ritratto “pittorico”, custodito al museo, e la proposta di alcune riflessioni per tutti: nuovi sguardi e voci attraversano e colorano le antiche sale che custodiscono le preziose opere: saranno esse ancora in grado di parlare ai nuovi visitatori, ai portatori di nuovi alfabeti, e di riconfermarsi capolavori?

L’esperienza del Laboratorio Interculturale dell’Eda è stata coordinata da Rosella Pizzolato, docente del C.P.I.A., con la collaborazione di Carlo Presotto della Piccionaia Centro di Produzione Teatrale.

I partecipanti sono Abdoullaye, Adusei, Ana Laura, Andleeb, Arthur, Ebrima, Fei Ru, Gerard, Mohamed, Rosalie, Saba, Sceka, Siaka. L’ingresso è libero.