La voce delle parole

La voce delle parole Di Vincenzo Calafiore 21 Dicembre 2016 Udine Succede di sera all’imbrunire, mentre guardi il cielo e con la mente torni là dove il tuo cuore va sempre; succede che pensi a ciò che non è più vicino o che non ti appartiene più o che hai dimenticato in qualche stazione sperduta del tuo lungo viaggiare. Guardi quell’angolo di cielo che sta tutto negli occhi e cerchi ciò che ti appartiene ma potrebbe essere in un altro cielo e non puoi arrivarci! Così la tua mente corre ai ripari e apre per te e solo in queste occasioni quel tuo invisibile di tanti ricordi e immagini, voci, e immaginazioni assolate d’eterna primavera. Sono gli amori! Quegli amori indimenticabili, quelli che ancora adesso dopo tanto tempo fanno provare un guizzo al cuore, come quando cercando nella biblioteca capita tra le mani il vecchio libro di latino e lo annusi, e scopri che conserva ancora il suo profumo, quello della tua età! Lo sfogli piano e leggi le annotazioni fatte a matita, accarezzi le sottolineature, e rivedi la tua classe, il tuo banco, vedi i tuoi compagni di scuola che ora hai perso … scopri la distanza e ti senti improvvisamente vecchio, solo col peso dei tuoi anni! Ed è un brivido che fa tremare la carena. Quante cose sono andate perdute! Perfino lei che ti amava! Sei stato così stupido da barattare il tuo sogno per una ingannevole manciata di libertà! Richiudi la finestra su quell’orizzonte ed è come se in quel momento calassi il sipario su una scena che ancora solo a guardarla ti fa dolere il cuore; torni alla tua scrivania, il posto che ormai ami più di ogni cosa perché è il tuo porto sicuro in cui riparare o da cui partire come quando vuoi, con la differenza che ora non hai più un equipaggio, e le tue mani non sono più in grado di tirare una cima e legarla con un nodo, non ci riescono più! E’ davanti a un caffè mentre fumi la tua prima sigaretta che avviene l’incanto, sono così forti i richiami di quei ricordi che inizi a studiare una nuova mappa per fare il tuo viaggio di ritorno per salvare ciò che si è rinverdito a tua insaputa come un giardino fatato: è l’amore che torna. Però è già accaduto, e non te ne sei mai accorto che tornando in dietro sui tuoi passi, ogni volta hai tagliato un pezzo di vita, hai reciso alcuni legami che ti ancoravano alla vita, erano la tua vita in un’altra vita. Ti rendi conto della grande deriva, quell’irrefrenabile desiderio di andare verso un oltre o un altrove in cerca di una nuova emozione, un nuovo incanto. Allora succede che da sperduto che sei, di notte ancora lo fai, accendi una candela che lasci davanti alla finestra sul davanzale, è lo fai perché sai che i sogni che hai smarrito potrebbero trovare la via di casa e tornare, ma anche per tutte quelle cose che hai dimenticato, come dir loro: tornate a me! E’ un grido d’aiuto, una richiesta di soccorso a quel Dio che ti consegna al cielo. Non sono mai tornate! E qui muori, ed è qui che resterai per sempre come un’anima perduta in attesa di un qualcosa che mai verrà: loro non ti hanno mai perdonato e ogni notte si portano via un pezzo di te, fino alla fine. Come una barca incagliata in un banco di sabbia che non la lascia più andare via. Hai profanato l’ultima marea che poteva disincagliarti e farti riprendere il mare! Dimmi che sapore ha la tua vita? Succedono di notte i miracoli, all’improvviso il cielo si squarcia e viene la luce, forte e intensa, calda, che man mano ti copre di polvere brillante e senti che in te qualcosa sta nascendo ed è un verso, così parola dopo parola, riempi il rigo e altri ancora, hai scritto così la tua prima poesia, quel canto malinconico che scaldandoti ti fa scoprire che non sei finito, ma c’è in te ancora qualcosa di buono, che ti fa uomo di pan di stelle. Uomo ancora capace di amare quello che ancora vorresti addosso: l’amore di una donna che guardandoti vede in te un cielo sereno, un luogo in cui poter rimanere al riparo delle tempeste, una donna che sa di potersi addormentare tra le braccia che la sanno stringere con amore, e mani da stringere, e occhi da guardare, e labbra da baciare: questo sogno non perderlo mai. Succede che all’improvviso senti la vita tornare, è un fiume in piena, un fiume di leggerezza, di nuvole che ti portano in alto. Succede che guardandola senti in te una grande dolcezza, l’annusi e senti un profumo che prima non sentivi, pensi alla sua pelle vellutata ma sa di rosa, rosa scarlatta! E’ la tua donna, quella per cui vale la pena di lottare e sopravvivere alla morte lenta di un disamore! Quella che un tempo non lontano barattasti per un pugno di niente. Succede di notte nel silenzio di parole che aspettano la voce, ti rendi conto di un tempo che è rimasto chiuso in un libro: il tuo libro della vita! Tutte quelle poesie, tutte quelle pagine, tutte le tue insonnie, tutti i tuoi ricordi!