La deriva

 

La prostituzione e politica sono i mestieri più vecchi, azzardando pure, affermare che entrambi sono nati contemporaneamente già nelle prime comunità, o insediamenti umani. Una donna si prostituisce per miseria, perché costretta, o per grande piacere della sessualità. Politico diventa colui che oltre ad avere una grande “ parlantina” non ha voglia di lavorare spaccandosi la schiena o farsi massacrare dai turni di fabbrica; ma anche chi è portato a questo mestiere dal desiderio di fare del bene alla polis e fin’ora francamente non se ne sono visti. E’ anche vero che questo sia il mestiere più facile, anche il più “ sporco “ poiché coniuga in se satelliti quali gli: interessi, corruzione, intrallazzi, tradimenti, nei quali ci sguazzano alla grande. E’ facile, facilissimo legiferare a danno sempre della polis ( tanto loro se ne guardano bene dall’essere coinvolti protetti da uno scudo chiamato immunità ). E’ facile la loro vita interamente nel lusso, nelle agevolazioni, nei guadagni extra, negli stipendi stratosferici, mentre la massa o il popolo costretto a certe misure ne patisce i danni delle loro scelte, delle trame intrecciate e pianificate in quei palazzi del potere. C’è qualcosa che non quadra o non la si vuole vedere, ed è la passività o la consapevolezza, la certezza di trovarsi nelle condizioni dell’essere sfruttati, manovrati, beffeggiati, offesi, da un manipolo di uomini e donne che da quei palazzi ci manovrano e in quei palazzi tutti d’accordo per loro legiferano a favore. Come popolo o base di una immaginaria piramide, noi in realtà non contiamo proprio nulla, siamo stati disarmati e quindi resi innocui; noi non abbiamo la possibilità di scegliere chi dovrebbe rappresentarci, non abbiamo la possibilità di esprimere il nostro parere verso la qualsiasi cosa o verso qualsiasi problema che riguarda il nostro essere: sistema, comunità, Stato, Nazione, Popolo Italiano. La beffa più grande che ci riguarda direttamente è l’aver dato a questa gente la possibilità di diventare “ deus “ o intoccabile; l’errore più grande è l’aver permesso loro di levarci ogni diritto o il potere decisionale espressibile attraverso il cosiddetto voto. Se loro sono diventati così forti e inespugnabili, se loro sono così potenti da decidere nel bene ( assai poco, o niente) e nel male è perché noi popolo gliel’abbiamo concesso. Se c’è un traditore della Repubblica Italiana non è la classe politica ma bensì il popolo italiano. Oggi “noi “ siamo prigionieri di una classe politica litigiosa e sporca, prigionieri di partiti e movimenti, prigionieri di ideologie che non portano da nessuna parte, prigionieri e ostaggi di un “ debito” voluto o studiato da un organo superiore alla Repubblica che si chiama Europa. E’ qui che si decidono le nostre sorti E’ qui che si dispone E’ qui che si decide come farci e come vivere E’ da questa Europa che dipende il nostro destino. E’ questa Europa e non Italia a dirci di cosa dobbiamo nutrirci, che ordina di buttare via il nostro e di acquistare da altri. E’ a questa Europa che sono stati consegnati i nostri destini. Il resto è tutto un bla bla bla da cui noi dipendiamo e a cui noi andiamo forse per scaricare o meglio per cancellare l’onta della sconfitta. Quindi a che fare lamentarci? Quando sappiamo già che le cose non potranno cambiare mai, quando siamo consci che non potremo avere una dignitosa pensione perché c’è stata una Signora che ce l’ha messa in saccoccia, consci che sono stati fatti molti danni a nostro favore da un Signore che è ancora lì a foraggiarsi nell’immane mangiatoia e viene chiamato professore e poi senatore….. di che? Dell’essere stato bravo a infossarci ancora maggiormente? E chi può dimenticarsi di certi personaggi che hanno fatto scempio di tutto e compiuti disastri?