Agricoltura, ruolo centrale nell’economia di Taranto

        A partire dalle stime sulla produzione di ricchezza è possibile comprendere la rilevanza dei settori economici. Il settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca) incide sul totale della ricchezza prodotta in provincia nel 2014 per il 4,6%, più del doppio di quanto si osserva nella media del Paese (2,2%). Giova ricordare che l’economia tarantina nell’anno in questione si è rivelata recessiva, con riflessi sulla dinamica di produzione di ricchezza del settore agricolo particolarmente severi (valore aggiunto 2014/2013: Taranto -12,5%), in un contesto regionale e nazionale comunque complesso (Puglia -11%; Italia -6%). Tra le produzioni più importanti, quella di uve, pari ad oltre 158 milioni di euro, incide per quasi un quarto sul totale della produzione agricola, rivelando una flessione del 44%. Anche le altre coltivazioni legnose, olivicole, frutta e agrumi, rivelano segnali negativi, pesando sul totale produzioni per ulteriore 16,7%. La quota complessiva delle colture legnose sul prodotto agricolo totale è pari al 41,4%, in flessione del 38,1% sul 2013. Inoltre, si segnala la dinamica di patate e ortaggi, che incidono sul totale per il 21,2%, in flessione del 3,7%; il totale delle colture erbacee evidenzia una contrazione del 4,7%. Seguono poi i servizi annessi all’agricoltura (20,9%), in crescita dell’1,7%, e la zootecnia (13,6%) che manifesta una contrazione delle attività (-1,3%).  

Tab. 2.22 – Valore aggiunto a prezzi correnti per branca di attività economica in provincia di Taranto, Puglia e Italia (2014; in milioni di euro ed in %)
Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria in senso stretto Costruzioni Commercio, trasporti, alloggio e rist., comunic. Altri servizi Totale
Valori assoluti in milioni di euro
Taranto 419 1.584 329 1.608,7 5.111,6 9.052
PUGLIA 2.535 8.578 3.042 14.272,4 35.306,4 63.733
ITALIA 31.551 268.900 71.376 345.251,3 732.157,5 1.449.236
Composizione %
Taranto 4,6 17,5 3,6 17,8 56,5 100,0
PUGLIA 4,0 13,5 4,8 22,4 55,4 100,0
ITALIA 2,2 18,6 4,9 23,8 50,5 100,0
Variazione 2014/2013 in %
Taranto -12,5 4,0 -13,5 -4,9 1,0 -0,9
PUGLIA -11,0 2,2 -14,6 -2,5 2,7 -0,1
ITALIA -6,0 0,5 -3,8 0,0 0,9 0,2

Fonte: Unioncamere – Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne   La rilevanza del settore primario chiaramente si riflette su tutta la filiera agroalimentare. Le imprese attive che operano in tale filiera sono, nel 2015, 11.254, incidendo sul totale del sistema imprenditoriale per il 27,3%, quasi 11,5 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. Il dettaglio sottolinea come le imprese agricole costituiscano la parte più importante (25,8%), seguite da quelle dell’industria alimentare (1,4%) e da quelle della pesca e acquacoltura (58 imprese). Complessivamente, la filiera si riduce dello 0,9% rispetto al dato del 2014, anche se all’interno si distingue la flessione del comparto agricolo (coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali: -1%) e della pesca (-7,9%), a fronte della crescita registrata nell’industria degli alimenti e delle bevande (+0,7%) e nella silvicoltura. I comparti più rilevanti in termini di numero di imprese afferiscono alle coltivazioni di uva (7,6% del totale filiera), alle colture permanenti (tra cui le uve: 6,2%), alla coltivazione di frutti oleosi (spesso connessa con quella di uve: 2,8%) e di agrumi (2,5%). La imprese che hanno coltivazioni e allevamento di animali mostrano una incidenza dell’1,9% sul complesso della filiera. Relativamente alla forza lavoro della filiera, gli addetti impegnati in tale ambito produttivo nel 2015 si attestano, secondo i dati del Registro Imprese, a 24.337, il 19,8% del totale addetti nelle imprese private (esclusa Pubblica Amministrazione – Italia 8%). Anche in tal caso, la grande rilevanza della forza lavoro opera nel settore primario (Taranto 17,2%; Italia 5%), cui fa seguito l’industria alimentare (Taranto 2,2%; Italia 2,7%); il comparto più rilevante è quello della coltivazione di uve (6,3%), seguito dalle colture permanenti (3,9%), dalla coltivazione di ortaggi, meloni, radici e tuberi (1,6%) e di agrumi (1,3%)  

Tab. 2.26 – Imprese attive dei comparti agroalimentari in provincia di Taranto, Puglia e Italia
(2015; in valori assoluti e variazione 2015/2014 in %)
Valori assoluti Incidenza sul totale Variazione
Taranto
Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali 10.602 25,8 -1,0
Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 14 0,0 27,3
Pesca e acquacoltura 58 0,1 -7,9
Industrie alimentari 580 1,4 0,7
Totale 11.254 27,3 -0,9
Puglia
Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali 77.247 23,5 0,4
Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 157 0,0 1,3
Pesca e acquacoltura 689 0,2 1,8
Industrie alimentari 5.231 1,6 0,9
Totale 83.324 25,3 0,4
Italia
Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali 727.776 14,1 -1,0
Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 10.822 0,2 1,2
Pesca e acquacoltura 11.810 0,2 0,5
Industrie alimentari 61.448 1,2 6,9
Totale 811.856 15,8 -0,4

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere     A livello congiunturale, nel 2015, la produzione di uva da tavola si attesta ad oltre 2,5 milioni di quintali, in crescita del 5,3% rispetto a quella del 2014. Il comparto si distingue anche per le dinamiche favorevoli evidenziate dalla produzione di uva da vino (circa la metà di quella da tavola: +8,9%) e di vino (+24,1%). Favorevole anche la dinamica produttiva degli agrumi, tra cui si distingue per quantità quella di clementine (+7,1%) e di arance (+16,7%), come anche quella dei cereali, con particolare ferimento al frumento duro (+5,5%). Stabile la produzione di pomodori.   Infine il commercio estero dei prodotti agroalimentari. Nel 2015, il valore totale di tali merci importate dall’estero è pari ad oltre 35 milioni di euro, tra cui si distinguono gli oltre 15,8 milioni dell’industria alimentare e i 12 dell’agricoltura; da segnalare come, al netto dei prodotti della pesca trattati e conservati dall’industria alimentare, oltre un milione di euro si ascrive all’import di pesce e prodotti dell’acquacoltura. L’insieme di tali prodotti incide per l’1,7% sul totale importato, rispetto ad una media nazionale dell11,1%, ma va specificato che le grandi imprese della provincia che operano in altri settori comprimono i restanti non solo nelle voci del commercio estero. In ogni caso, a livello dinamico, le importazioni agroalimentari della provincia crescono del 25,6% nel 2015 (Italia +2,1%), verosimilmente per controbilanciare la flessione produttiva osservata nel 2014. Sul versante delle esportazioni della filiera, gli oltre 89 milioni di prodotti distribuiti all’estero della provincia nello scorso anno si articolano in prodotti agricoli e della zootecnia per oltre 50 milioni (3,2% del totale export di Taranto; Italia 1,5%), 30 milioni di bevande (Taranto 1,9%; Italia 1,8%) e 8,5 milioni di beni alimentari (Taranto 0,5%; Italia 5,5%). Complessivamente si rileva una dinamica favorevole anche per l’intero export agroalimentare, pari al +11,2%, rispetto ad una media Paese del + 7,4%.   Graf. 2.8 – Andamento delle esportazioni agroalimentari in provincia di Taranto, Puglia e Italia nel periodo 2010 – 2015 (variazioni in %)Aranceto