Napoli, omicidio di Marano vendetta trasversale in risposta alla strage del rione Sanità

Arrestati i presunti mandanti e gli esecutori materiali della strage del circolo. Tra gli arrestati anche il figlio di Giuseppe Esposito, Emanuele, il meccanico ucciso a Marano sabato mattina insieme all’altro figlio Filippo. Gli arresti sono stati eseguiti a Milano dagli agenti della Dda di Napoli. Tra i fermati, oltre ad Emanuele Esposito, Antonio Genidoni – figliastro del defunto boss Pierino Esposito-, la moglie Vincenza e la madre Addolorata Spina. Il decreto di fermo è stato firmato dal pm della Dda Enrica Parascandolo. Antonio Genidoni e Addolorata Spina sono ritenuti i mandanti del duplice omicidio di Giuseppe Vastarella, 42 anni, del cognato, Salvatore Vigna, 41 anni, uccisi all’interno di un circolo privato, l’associazione “Maria Santissima dell’Arco”, al Rione Sanità, lo scorso 22 aprile. L’esecutore materiale è ritenuto Emanuele Esposito. Nell’agguato furono ferite altre tre persone, anche loro, secondo gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli e della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, legati al clan Vastarella. Si tratta di Dario e Antonio Vastarella, rispettivamente di 33 e 24 anni e di Alfredo Ciotola, 22 anni. Emanuele Esposito è figlio e fratello di Giuseppe e Filippo Esposito, rispettivamente di 57 e 30 anni, uccisi sabato scorso in un’autofficina di Marano, secondo le ipotesi investigative per una vendetta trasversale scattata in risposta al duplice omicidio e triplice tentato omicidio nel rione Sanità. Il tutto è maturato nell’ambito di contrasti tra il clan Vastarella e il gruppo camorristico di Genidoni, quest’ultimo figliastro del boss Pietro Esposito, ucciso nel novembre del 2015 nella stessa piazza del rione Sanità dove il 6 settembre dello stesso anno fu ammazzato, per errore, il diciassettenne Genny Cesarano. Il figlio di Pietro Esposito, Ciro, è stato ucciso, anche lui nel quartiere Sanità, il 7 gennaio del 2015. Si tratta del primo omicidio di camorra consumato a Napoli quell’anno. Antonio Genidoni è stato arrestato dalla Polizia a Milano, dagli agenti della locale Squadra Mobile. Lì era stato ristretto agli arresti domiciliari.