La pubblica amministrazione italiana tra le peggiori in Europa

I nostri servizi pubblici non brillano per qualità ed efficienza: non si tratta della solita lamentela del cittadino italiano medio, magari irritato per un disservizio della Posta, ma del risultato di una ricerca condotta dalla Commissione europea, incaricata di sondare la qualità dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione di tutti i suoi stati membri. E nella speciale classifica prodotta dalla suddetta Commissione, l’Italia si è piazzata a fondo classifica, a pari punti con la Lituania. Il fatto che ci sia più di qualcosa che non funziona, dunque, è palese.

I dati rilevati dalla Commissione europea

In base ai risultati dell’Innovation Scoreboard prodotto dalla Commissione Europea, l’Italia si trova in fondo alla classifica per quanto riguarda la qualità della sua pubblica amministrazione: parliamo di un dato tragico, considerando che nel nostro Paese il settore pubblico impiega il 25% dei lavoratori e, dunque, dovrebbe godere di una qualità ed un’efficienza almeno in linea con le medie dell’euro-zona. Ed invece siamo riusciti a raccogliere addirittura 13 bocciature che, fra le altre cose, testimoniano che i problemi relativi all’offerta della pubblica amministrazione esistono sul serio, e riguardano diversi settori del comparto. La ricerca ha infatti esaminato 22 indicatori, fra i quali le risorse umane, la qualità del servizio, il grado di innovazione e le esperienze d’acquisto: il risultato, purtroppo, è stato impietoso e necessita di soluzioni nel breve. I modello da seguire? Svezia, Svizzera e sorprendentemente Malta.

Un necessario aggiornamento del personale

Uno dei motivi per i quali la nostra pubblica amministrazione è incapace di fornire un servizio adeguato, è il fatto che, impiegando personale poco preparato e spesso anziano, non propone sistemi innovativi e non accoglie alcuna novità in questo senso. Dunque il primo passo dovrebbe essere quello di inserire i giovani, nei casi in cui fosse possibile, e di aggiornare il personale.

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Una soluzione potrebbero essere i master online, corsi professionalizzanti offerti dalle università telematiche che permettono ai lavoratori di frequentare online in accordo con gli orari della loro professione. Un master in diritto amministrativo, come ad esempio questo proposto dall’università Unicusano, offre un percorso formativo in grado di migliorare la qualità della nostra pubblica amministrazione, premettendo agli impiegati di crescere professionalmente e di offrire a tutti noi un servizio migliore. Altre soluzioni per migliorare il servizio pubblico italiano

In un’epoca in cui il digitale si sta imponendo come il futuro, anche la pubblica amministrazione dovrebbe promuovere la digitalizzazione dei processi e consentire lo svolgimento delle operazioni (qualora fosse possibile) attraverso il web e le piattaforme digitali. Parliamo di una rivoluzione che all’estero ha consentito di superare molti problemi, ma che in Italia viene portata avanti lentamente, senza fiducia verso alcuna forma di innovazione. Inoltre, anche l’abbattimento della corruzione e delle raccomandazioni porterebbe sicuramente ad un altro livello la qualità dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione: soprattutto a livello regionale, infatti, molti posti vengono assegnati seguendo dinamiche e liste poco chiare, che finiscono per portare avanti i classici ‘figli di’. Per non parlare, poi, dell’infiltrazione della malavita organizzata all’interno dei meccanismi di assegnazione dei concorsi, o durante le procedure stesse del servizio.