Nuovo termovalorizzatore: Firenze si confronta con Parigi

Un termovalorizzatore in parte interrato, che tratta 460 mila tonnellate di rifiuti l’anno, sull’argine della Senna. É l’impianto di Syctom Isséane, a Issy-les-Moulineaux, un Comune della cintura di Parigi, al confine con il capoluogo. Lo ha visitato il sindaco Dario Nardella insieme all’assessore alle Relazioni internazionali Nicoletta Mantovani e al direttore generale di Quadrifoglio Livio Giannotti, accompagnati dal personale della società.

Il progetto raggruppa 84 Comuni della cosiddetta ‘corona parigina’, compresa la Capitale, che hanno aderito ad un medesimo piano e si sono messi insieme per smaltire i rifiuti, realizzando quest’impianto. Dal 2007 il centro tratta i rifiuti prodotti da circa un milione di abitanti: quella dei Comuni aderenti inclusi i quartieri parigini a ovest. Un’apposita carta di ‘qualità ambientale’ è stata sottoscritta nel 2000 con il Comune di Issy che garantisce le condizioni di qualità, di sicurezza e di protezione dell’ambiente messe in atto.

“Firenze vuole essere in linea con le più consolidate esperienze europee alla vigilia della realizzazione del termovalorizzatore di Case Passerini – ha dichiarato il sindaco Nardella -. Questo centro, che si trova in pieno centro abitato, per dimensione, prestazioni, storia e localizzazione ha molte caratteristiche simili al nostro. La sua realizzazione è avvenuta infatti a sostituzione di un vecchio impianto e con la partecipazione di tutte le popolazioni interessate”.

“L’impatto sulla salubrità dell’ambiente, a Parigi come a Firenze, è inferiore a quello di una fabbrica di medie dimensioni ed è comunque regolato da limiti rigorosissimi – ha spiegato -. La nostra città, inoltre, è più avanti di Parigi sul ciclo dei rifiuti. Noi abbiamo raggiunto il 54% di raccolta differenziata e puntiamo al 70% entro il 2020, superando così anche gli obiettivi europei, laddove Parigi oggi è ferma al 20% di differenziata”. “Con il termovalorizzatore chiuderemo il ciclo dei rifiuti, evitando che i rifiuti residui, quelli non altrimenti riciclabili, siano inviati altrove e producendo energia elettrica equivalente al fabbisogno annuo di 40.000 famiglie – ha concluso il sindaco – climatizzando l’intero aeroporto ed eliminando lo smog causato dai bilici che trasportano i rifiuti nelle discariche, che peraltro l’UE ha definitivamente chiesto di chiudere, incoraggiando la raccolta differenziata e il trattamento meccanico biologico dei rifiuti, che restano i nostri punti di forza”.

“Si tratta di un impianto in linea con la direttiva europea – ha spiegato Giannotti – come certificato anche recentemente dalle verifiche della Banca Europea per gli Investimenti, per la chiusura corretta della gestione del ciclo dei rifiuti con il recupero energetico della frazione residua. Insieme alla metro, al treno, ad una buona viabilità e ad un aeroporto fa parte di quelle infrastrutture che rendono un territorio attrattivo di investimenti e quindi capace di creare occupazione per i propri figli”. “Guardiamo volentieri a questi esempi di buona tecnologia, efficiente e trasparente gestione – ha concluso Giannotti -: oggi siamo in grado di realizzare impianti che potenzialmente possono addirittura migliorare l’ambiente circostante”.