Battaglia per riconoscere il valore dell’Alta Formazione Artistico Musicale

Il mondo della formazione accademica musicale “scende in campo” e fa fronte comune per chiedere il riconoscimento del valore sociale e culturale dell’Alta Formazione Artistico Musicale nel nostro Paese. Il 27 gennaio scorso, presso la sede del MIUR a Roma, si sono riunite in seduta congiunta le conferenze nazionali dei Conservatori statali e non statali dei presidenti, dei direttori e dei presidenti delle consulte degli studenti ed è stata approvata, per la prima volta all’unanimità, una mozione: da questa si evince una fortissima preoccupazione dei 54 Conservatori di Musica statali e dei 19 non statali per la situazione di stallo in cui versa la riforma del sistema dell’alta formazione musicale. In particolare si sollecita la completa attuazione della riforma del sistema dell’alta formazione artistico-musicale, attesa da oltre 16 anni (la legge di riforma del settore del 1999 è ancora in itinere), e vengono richiesti in particolare, entro il 2016, un nuovo sistema di reclutamento, l’ordinamento di tutti i corsi di studio, la statalizzazione degli istituti musicali, l’incremento delle risorse. In effetti 50.000 studenti (con una percentuale del 10% di stranieri, più che doppia rispetto all’Università), 6000 docenti, 1500 unità di personale amministrativo e ausiliario necessitano di una regolamentazione piena, efficiente e funzionante: ne è convinto il direttore del Conservatorio di Matera, prof. Piero Romano, il quale già nella conferenza stampa di presentazione delle attività dell’istituzione materana, tenutasi il 1 febbraio scorso a Matera, lamentava il fatto che a Dicembre del 2015 sono venuti meno i finanziamenti che l’ente Provincia erogava al Conservatorio, causando forti disagi nella gestione di una struttura che comunque si sforza di erogare formazione di altissimo livello ai suoi 1.200 iscritti, sia organizzando perfettamente la didattica ordinamentale che con svariati eventi (masterclass, seminari, laboratori) che offrono occasioni di approfondimento e perfezionamento. Perciò è necessario che l’iter della riforma arrivi in fretta al traguardo affinchè si cominci ad avviare un discorso di progettualità politico-culturale in modo da dare la giusta considerazione alla musica (ed al suo insegnamento) nel contesto culturale nazionale, anche e soprattutto sbloccando le risorse economiche di cui i Conservatori hanno bisogno.