Firenze, sindaco e vice sindaco a pranzo con i rappresentanti delle confessioni religiose

Un’iniziativa a Palazzo Vecchio per favorire il dialogo interreligioso. Oggi il sindaco Dario Nardella invita per la seconda volta a pranzo i rappresentanti delle confessioni religiose presenti a Firenze. Alle 13 in punto il primo cittadino e il vice sindaco Cristina Giachi accoglieranno in Sala di Lorenzo il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, il rabbino capo Joseph Levi per la comunità ebraica, l’iman Elzir Izzeddin per la comunità islamica, ma anche i rappresentanti della Chiesa Evangelica Valdese, della Chiesa Evangelica Apostolica Italiana, della Comunità Bahà’i, della Chiesa Anglicana di St. Mark’s, della Chiesa Ortodossa Greca, dell’Istituto avventista Villa Aurora, della Chiesa Evangelica dei Fratelli, della Chiesa Ortodossa rumena, della Comunità evangelica Luterana, dell’Istituto buddista italiano.

Sarà presente anche il presidente del consiglio comunale Caterina Biti.

“Dialogo interreligioso e interculturale – ha sottolineato il sindaco Nardella – vuol dire, in concreto, superare distanze, pregiudizi e ignoranze tra mondi culturali, etnici e religiosi diversi favorendo conoscenza e dialogo, lo scambio di reciproche ricchezze, il confronto e la ricerca, la stima e il rispetto. Il seme del dialogo, della pace, del rispetto, porta sempre dei frutti positivi: a noi il compito di aiutarlo a crescere. E proprio in questa direzione va la firma del protocollo d’intesa per la realizzazione della Scuola fiorentina per l’educazione al dialogo interreligioso e interculturale, che abbiamo firmato nell’ambito del convegno ‘Unity in diversity’ nel novembre scorso. Firenze oggi come ieri si pone come città della pace e del dialogo favorendo lo sviluppo sul proprio territorio di azioni utili all’integrazione delle varie realtà culturali e alla realizzazione dei diritti reali di cittadinanza di tutte le comunità”.

“Ogni religione, ogni credo – ha dichiarato la vicesindaca Giachi – è uno sguardo appassionato sul mondo. Ognuna di esse rappresenta un’espressione dei desideri strutturali e fondamentali degli uomini: e può porta un contributo fondamentale alla crescita civile della comunità. È fondamentale avere una visione positiva della storia, pensare che l’ultima parola non è il veleno rappresentato dall’odio, dallo scontro razziale, etnico, religioso ma è, invece, l’amore, la solidarietà e il dialogo costante”.