Villa d’Agri, l’ospedale è un presidio di salute essenziale

L’ospedale di Villa d’Agri è un presidio di salute essenziale per gli anziani e le popolazioni rurali che vivono nelle numerose frazioni e contrade della Val d’Agri e dei vicini comprensori agricoli: lo sottolinea la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori che ieri a Villa d’Agri ha partecipato alla manifestazione in difesa dell’ospedale e che ribadisce l’impegno in questa direzione. “Nelle campagne – afferma Nicola Pisano, dirigente Cia Val d’Agri – la carenza è strutturale ed è aggravata dai recenti tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non auto-sufficienza, che grava in particolar modo su anziani e pensionati. La necessità di avere tempestivi servizi socio-sanitari, secondo un’indagine che abbiamo condotto insieme al nostro Patronato Inac e all’Associazione Pensionati – continua – raggiunge picchi molto elevati soprattutto tra gli anziani non autosufficienti. La tipologia di disabilità più diffusa è quella legata alle difficoltà di svolgimento delle attività quotidiane di cura della propria persona (3 per cento della popolazione totale). Segue la disabilità nel movimento (2,2 per cento), il “confinamento individuale a casa” (2,1 per cento) e, infine, la disabilità sensoriale (1 per cento). Per questo – aggiunge Pisano – è impensabile privare la Val d’Agri di servizi e prestazioni ospedaliere che sono già di un livello minimo rispetto alle specializzazioni ospedaliere di cui agricoltori , pensionati e famiglie hanno bisogno. Non si sottovaluti che nel corso di questi anni, nelle aree rurali si è assistito ad una graduale ma costante riduzione della generalità dei servizi essenziali per ogni comunità la quale pregiudica la permanenza stessa in queste aree geografiche: da quelli sanitari ai sociali; alla chiusura di uffici postali e della amministrazione pubblica; alla soppressione di scuole; altre priorità sono rappresentate dai trasporti e dalla viabilità. L’Anp-Cia ricorda le proposte da tempo presentate al Dipartimento Salute della Regione tra le quali quella di individuare la Casa della Salute e l’Ospedale di Comunità come strumenti di tutela delle persone anziane che vivono nelle aree rurali attraverso un progetto che messa insieme i Dipartimenti Salute e Agricoltura attingendo ai fondi del Psr 2014-2020. L’invecchiamento della popolazione che vive nelle aziende agricole e nelle contrade rurali –afferma l’Anp – contribuisce ad una progressiva espansione del fenomeno della non autosufficienza. In pratica, è disabile un cittadino su cinque con 65 anni o più. E lo sono quasi la metà degli ottantenni. Da qui l’esigenza di validi servizi sociali, dall’assistenza alla sanità. Gli ultrasessantenni sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro 15 anni raggiungeranno il 25 per cento. “Si registra una situazione di negazione del diritto alla salute che – dice il direttore regionale della Cia Donato Distefano – specie nelle aree rurali e più interne segnala, già da tempo veri e propri casi di emergenza, creando squilibri evidenti tra le varie zone territoriali, soprattutto con i cittadini residenti nei capoluoghi. Da qui la necessità -continua di una riflessione allargata sulle conseguenze sociali legate alla legge sulla sanità, che coinvolga associazioni diverse, ma che hanno in comune la rappresentanza, l’organizzazione e la difesa dei diritti di cittadinanza individuali e collettivi. Tanti gli elementi al centro dell’iniziativa della Cia: la nuova dimensione della medicina del territorio con un ruolo più diretto assunto dalla figura del medico di famiglia, la funzione e il ruolo delle “farmacie di servizio” (quelle rurali rischiano di chiudere , se non saranno previsti sgravi fiscali), lo stato di attuazione dei servizi socio-assistenziali attribuiti dai Piani di Zona alle ex Aree Programma ora Unione Comuni”.