Milano, l’ecografo è rotto Gilda Rizzo muore in vacanza a Tropea

La signora di 78 anni è deceduta per una perforazione intestinale non diagnosticata in tempo in quanto in ospedale a Tropea, dove la milanese era in vacanza, l’ecografo era rotto da 2 mesi. Troppo tardi si è capito quale era il motivo per cui Gilda Rizzo da giorni lamentava un dolore lancinante all’addome. Troppo tardi anche per tentare un qualsiasi intervento disperato. Bastava un’ecografia, è morta senza che nessuno facesse nulla.

Questa tragedia era evitabile. Così il figlio Giulio, che ha denunciato il caso di malasanità alla questura di Vibo Valentia, racconta al “Giorno”. “Eravamo in vacanza in Calabria, quando mia madre si è sentita male, dolori fortissimi all’addome e allo stomaco. Il 22 agosto la guardia medica consiglia di andare in Pronto Soccorso, la città più vicina era Tropea. Nonostante l’anamnesi richiedesse altri accertamenti ed un ricovero è stata fatta solo una flebo di fisiologica. Poi mia madre è dimessa e invitata a tornare il lunedì successivo per un’ecografia”. Il 24 agosto la signora si ripresenta all’ospedale con gli stessi dolori lancinanti. “L’ecografia non è fattibile, signora, perché gli strumenti qui sono rotti da due mesi. Eccoci di nuovo a casa, con mia madre che peggiorava di ora in ora”. Lunedì pomeriggio i familiari di Gilda chiamano l’ambulanza, la donna viene portata d’urgenza all’ospedale di Vibo Valentia dove subito, con esami adeguati, riscontrano la perforazione dell’intestino, ma per gli stessi medici il quadro clinico ormai era irrimediabilmente compromesso. “Mia madre non era più operabile, è morta dopo poche ore. Nessun risarcimento ci ridarà la mamma, la sua inutile morte serva però a scardinare ospedali fatiscenti gestiti in maniera dilettantistica, o creati per assegnare posti”, dicono i figli della donna, Giulio e Alessandro.

Massimo Girtanner, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, chiederà ai parlamentari di interessare il ministro della Salute Beatrice Lorenzin “per avviare le dovute indagini sull’ospedale di Tropea”.