Vicenza, una locandejra alla dinamite, storia d’amore e rivoluzione

Villahermosa, Sudamerica. Una locanda, una locandera, Mirandoliňa, e il suo servitore Pancho Pedro. E gli improbabili ospiti: El Comandante, Chemin de Fer, Knife Smith. Dinamite, amore, vendetta e, soprattutto, rivoluzione: sono questi gli ingredienti de “La locandejra”, che La Piccionaia proporrà sabato 15 agosto alle 21 al Giardino Salvi (ingresso libero). L’iniziativa, realizzata con il contributo di Reteventi Cultura Veneto, fa parte della programmazione estiva “L’estate a Vicenza. Palcoscenico urbano”, promossa dal Comune di Vicenza in collaborazione con il Consorzio Vicenzaè. Lo spettacolo è ispirato a “La Locandiera” di Carlo Goldoni, ma la drammaturgia originale, scritta a quattro mani da Titino Carrara e David Conati, nasce da un viaggio nella letteratura sudamericana di Pablo Neruda, Gabriel Garcia Marquez, Isabel Allende, Garçia Lorca, Carlos Fuentes, Robert Rodriguez, attingendo anche al nostro Roberto Lerici e alla poetica rivoluzionaria di Fabrizio De Andrè e Francesco Guccini. È lo stesso Carrara a firmare la regia di questa riscrittura giocosa e piccante, che rinnova la commedia goldoniana ricamando sulla struttura narrativa originale e restituendola al nostro presente. In scena, Giorgia Antonelli sarà Mirandoliňa, Titino Carrara vestirà i triplici panni dei suoi strampalati corteggiatori e Pierangelo Bordignon quelli del servitore e aspirante marito Pancho Pedro. È una locandera molto speciale, quella della Antonelli: temperamento passionario, coscienza sociale profonda e natura rivoluzionaria. “Meglio morire in piedi che passare una vita in ginocchio”, dirà. Nella sua locanda si rifugiano improbabili personaggi, tutti rapiti più o meno segretamente dal suo ardore civile: il passionale El Comandante, tutto preso a muovere a rivolta gli uccelli al grido di “Combattere o arrendersi! O libero, o dentro la gabbia!”; Chemin de Fer dall’anima anarchico-poetica, che vaga per la locanda in cerca di un amore “indipendente e progressista”, da vero rivoluzionario qual è; e Knife Smith, il gringo armato di chitarra che, giocando il ruolo del finto misantropo, farà cadere Mirandoliňa nella rete dell’incanto amoroso. Ma chi gioca con il fuoco prima o poi si brucia, e Mirandoliňa non mancherà di rendere la pariglia al Gringo… E infine il servo Pancho Pedro, che vive e lavora – il meno possibile – nella locanda. Innamorato della locandera più per convenienza che per amore, geloso del gioco che si dipana fra Mirandoliňa e il Gringo, alla fine chinerà il capo alleandosi ai tre improbabili ospiti della locanda nella lotta all’oppressione.