Nasce il Tric Consorzio Teatri di Bari

Al termine dell’esame delle domande presentate per il riconoscimento della qualifica di TRIC – Teatro di rilevante interesse culturale, la Commissione consultiva per la prosa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha riconosciuto il Consorzio Teatri di Bari quale TRIC per il triennio 2015-2017.

Nella sala giunta di Palazzo di città, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del progetto del neonato consorzio teatrale barese. Ad aprire la conferenza stampa un videomessaggio del presidente onorario dei Teatri di Bari, lo scrittore Nicola Lagioia, che non ha voluto far mancare il suo contributo ed il suo augurio per questa nuova avventura.

“Festeggiamo un risultato importante per la città di Bari – ha esordito il sindaco Antonio Decaro -. Il riconoscimento del ministero al progetto Teatri di Bari come unico TRIC del sud Italia, se escludiamo le isole, rappresenta per noi un bel passo in avanti. Potremmo stringerci le mani e congratularci per il finanziamento ministeriale che riceverà la nuova realtà teatrale, un importante sostegno in un momento in cui gli enti locali non hanno grandi risorse da investire nella produzione culturale, eppure io vorrei provare insieme a voi a festeggiare per la qualità del lavoro fatto e presentato al ministero, che è il frutto di un percorso che parte e arriva da molto lontano, da molto prima che arrivassimo sia io che l’assessore Maselli. È un percorso, questo, che parte dalla passione e dell’impegno delle persone qui presenti, che sono nei fatti l’anima e il corpo del teatro barese. Festeggiamo il loro passato e il loro futuro che si rende possibile grazie alla loro intelligenza nel capire che solo uniti si può crescere e che se il teatro barese cresce, cresce tutta la città. Devo però ringraziare anche l’assessore alle Culture Maselli che ha preso al volo l’opportunità della riforma del teatro e ha colto la sfida di riunire intorno ad un tavolo tutti gli “attori” per convincerli della possibilità che avevamo di scrivere una nuova pagina per questa città. Prendo questo riconoscimento nazionale come un nostro piccolo ma grande successo. In meno di un anno di mandato abbiamo intrapreso due percorsi importanti, uno sui contenitori, con l’operazione chiusa pochi giorni fa della permuta del Margherita e del Mercato del Pesce, la trattativa con la Regione per il Kursaal Santalucia, la riqualificazione dell’ex Caserma Rossani, il cantiere del teatro Piccinni, e l’altro sui contenuti: vogliamo portare sulla scena nazionale il Corteo di san Nicola e presto annunceremo importanti novità anche sulla sala Murat. Abbiamo lavorato perché la città di Bari potesse avesse un Teatro di rilevante interesse culturale e proseguiremo spediti su questa strada. Questo è solo l’inizio, e sfido chiunque a dire che le premesse non siano di ottimo auspicio”.

“L’idea di candidare la città di Bari e due teatri privati al bando del ministero – ha continuato assessore alle Culture e al Turismo Silvio Maselli- ci ha consentito da un lato di ottenere risorse significative, dall’altro di partecipare al grande gioco della collaborazione. Il bando del ministero, predisposto dal direttore generale allo Spettacolo dal vivo, Salvatore Nastasi, che vorrei ringraziare per l’attenzione dimostrata per la nostra città, consentiva infatti due sole strade: ripiegare sul già visto o cogliere la sfida a crescere. Noi abbiamo scelto decisamente la seconda strada, abbiamo fatto la nostra mossa, come in una partita a scacchi e … abbiamo vinto. Il Comune, il Kismet e l’Abeliano hanno lavorato insieme per raggiungere questo obiettivo, e oggi il TRIC di Bari è una realtà. Certo non avremmo potuto candidarci al riconoscimento di Teatro nazionale, ma la nostra visione è coraggiosa, e non è detto che tra sei anni non possiamo ambire a diventarlo. Per questo lavoreremo con impegno e passione. Oggi, intanto, grazie al TRIC, il 60% delle risorse arriveranno dal ministero e il restante 40% verrà dagli enti locali e dallo sbigliettamento. Il Comune e la Regione hanno dato il loro contributo a questo percorso che oggi si apre ufficialmente: dovremo essere capaci di dimostrare che pubblico e privato insieme possono fare davvero la differenza, nell’interesse delle comunità di riferimento. e ne ha già dato atto la commissione ministeriale che ha giudicato il progetto del Consorzio Teatri di Bari un buon progetto, non un documento formale, ma un esempio di fusione e rilancio di due percorsi teatrali diversi, accomunati però da una grande qualità, e la qualità ha vinto. desso dovrà darcene atto la città. Noi vogliamo lavorare per far crescere nuovo pubblico, affinché il teatro diventi una parte importante della formazione culturale dei baresi. Interrogarsi su grandi e piccoli temi lasciandosi spiazzare da ciò che sulla scena può accadere è un esercizio individuale e collettivo. Una città che ama il teatro è una città più consapevole e matura, una città che può ambire legittimamente a nuovi e grandi traguardi”.

“Il Consorzio Teatri di Bari – ha dichiarato il direttore Vincenzo Cipriano – affonda le sue radici culturali nel territorio in cui risiede per lanciarsi a livello nazionale e internazionale. La forza di questo progetto sta nelle differenze, prende il meglio della storia e della vocazione di Teatro Kismet e Teatro Abeliano, coniuga la tradizione e l’innovazione, l’artisticità e l’economicità, i giovani talenti e le eccellenze artistiche. Un mix di esperienza e professionalità. Siamo orgogliosi di essere fra i primi 26 teatri in Italia, 7 Teatri nazionali e 19 TRIC. Il Consorzio Teatri di Bari è l’unico nel meridione e l’unico fra i vecchi stabili d’innovazione ad essere riconosciuto come TRIC”.

Ha poi preso la parola il direttore artistico del TRIC Vito Signorile: “quello del Consorzio Teatri di Bari è stato un progetto lungimirante e coraggioso, per il quale si sono concatenate diverse circostanze positive e favorevoli. Credo che la commissione ministeriale non abbia potuto non tener conto dei 44 anni di attività ininterrotta dell’Abeliano e dei 29 del Kismet, che sommati fanno 73 anni di spettacoli prodotti e ospitati, laboratori, dibattiti, attività culturali, in un vero e proprio ininterrotto servizio alla città. Credo anche che sia stato premiato un progetto artistico composito e pienamente rispondente in tutte le componenti esatte delle nuove regole ministeriali. Le due strutture consorziate – ha proseguito – si completano a vicenda e offrono un quadro produttivo che copre l’intera gamma dei cosiddetti generi teatrali, dal classico al contemporaneo, dal tradizionale allo sperimentale, alle contaminazioni. Per la prima volta un amministrazione comunale si pone decisamente al fianco di un progetto, riconoscendone il valore, impegnandosi a sostenerlo e rivendicando in nome della città un diritto spesso tradito anche in presenza dei requisiti richiesti, per questo non possiamo non ringraziare il sindaco Decaro, l’assessore Maselli e la Regione Puglia. E non possiamo non tradurre il nostro ringraziamento e la nostra riconoscenza alla città in una grande festa: abbiamo intenzione infatti di organizzare 10 giorni di spettacoli ed eventi a cui tutti potranno partecipare con un biglietto simbolico”.

Questo il messaggio che l’assessore regionale alla Cultura Silvia Godelli, ha voluto inviare per commentare il prestigioso riconoscimento: “Il riconoscimento del TRIC di Bari, nel nuovo quadro normativo attuato dal Mibact per il Teatro di prosa, premia certamente la qualità e il coraggio delle nostre compagnie, ma assume anche un valore speciale in una regione come la Puglia, che dei diversi settori culturali e di spettacolo ha fatto una leva per lo sviluppo complessivo dei territori e delle professioni artistiche. In perfetta complementarietà con la nuova attenzione nazionale per il sistema delle residenze teatrali, che in Puglia hanno raggiunto livelli di eccellenza, il riconoscimento del TRIC barese rappresenta dunque l’occasione trainante per uno straordinario e ulteriore salto di qualità del comparto pugliese dello spettacolo dal vivo, già cresciuto esponenzialmente in questi dieci anni, per effetto delle politiche regionali, sia a livello di pubblico che della qualità delle produzioni e delle potenzialità di internazionalizzazione”.