Petrolio: Ola, impugnare emendamenti Legge Stabilità

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, chiede alle altre Regioni italiane, “ma non alla Regione Basilicata che ha già deciso con la vicenda della legge sblocca Italia la sua dichiarata “subalternità” alle compagnie petrolifere”, di impugnare presso la Corte Costituzionale “gli emendamenti pro trivellazioni ed infrastrutture petrolifere di cui i punti n. 552, 553, 554 della Legge di Stabilità (Legge n.190 del 26/12/2014) pubblicata in Gazzetta Ufficiale n.300 del 29/12/2014. C’è tempo per farlo – evidenzia la Ola – fino al 27 Febbraio 2015”. “Dopo la “legge sblocca trivelle” del governo Renzi (L.164/2014) – sostiene la Ola – i tre emendamenti del governo nazionale contenuti nella legge di Stabilità “caldeggiati” dalla Regione Basilicata, pongono l’Italia in una posizione di “retroguardia” nello scenario energetico europeo, favorendo lo sviluppo delle fonti fossili e gli interessi commerciali delle compagnie petrolifere, contro le comunità e gli enti locali, costretti a subire sul proprio territorio infrastrutture dichiarate “di interesse strategico“. I “famigerati” punti 552, 553 e 554 della Legge di Stabilità garantiscono infatti: Punto 552 della Legge di Stabilità: la “semplificazione” per le autorizzazioni non solo per le ricerche ed estrazioni di idrocarburi ma anche alle cosiddette “opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasporto degli idrocarburi in raffineria, delle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento dei titoli, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle concessioni di coltivazioni”. Tali opere strategiche vengono autorizzate anche nel caso in cui non si “raggiunga” l’intesa con le Regioni, ovvero nel caso le Regioni non rilasdcino le intese, con i poteri dell’art.38 della Legge”sblocca Italia” . Tali “poteri” si applicano in in base al Punto 553 della Legge di Stabilità anche per quelle opere che hanno già ricevuto il parere VIA. Punto 554 della Legge di Stabilità: modifica il comma 1 bis dell’art.38 della Legge “blocca Italia” ed è addirittura peggiorativo nella sua versione finale, quantunque “blaterino” alcuni presidenti di Regione, tra i quali quello della Basilicata. Infatti secondo il punto 554: “il ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, sentito il Ministro dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, predispone un Piano delle aree di cui al comma 1 ovvvero i titoli abilitativi per “attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestono carattere di interesse strategico, di pubblica utilità, urgenti e indifferibili” previa intesa con la Conferenza Unificata Stato-Regioni (prima l’intesa era rilasciata dalle Regioni interessate da attività petrolifere). Su questo punto si è esercitata una “disinformazione” da parte del Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, che lo ha presentato come una “vittoria“, ma omettendo la parte restante del punto 552 che recita: “fatte salve le disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale, nel caso di mancata espressione da parte delle amministrazioni regionali degli atti di assenso o di intesa, comunque denominati, inerenti alle funzioni di cui ai commi 7 e 8 del presente articolo, entro il termine di centocinquanta giorni dalla richiesta nonche’ nel caso di mancata definizione ddell’intesa di cui al comma 5 dell’articolo 52-quinquies del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, e nei casi di cui all’articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 1º giugno 2011, n. 93, il Ministero dello sviluppo economico invita le medesime a provvedere entro un termine non superiore a trenta giorni. In caso di ulteriore inerzia da parte delle amministrazioni regionali interessate, lo stesso Ministero rimette gli atti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale, entro sessanta giorni dalla rimessione, provvede in merito con la partecipazione della regione interessata. Le disposizioni del presente comma si applicano anche ai procedimenti amministrativi in corso e sostituiscono il comma 6 del citato articolo 52-quinquies del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001“. In parole semplici, decide alla fine l’attuale presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero Matteo Renzi, al quale sono demandate le sorti dei territori regionali e quelle della Basilicata, coperta – lo ricordiamo – per i 2/3 del suo territorio da istanze di permesso di ricerca (18), permessi di ricerca (10) e concessioni di coltivazione (20). Un Piano idrocarburi inserito nellaLegge di Stabilità nazionale che condanna i lucani e la Basilicata ad una servitù energetica, con tutte le conseguenti problematiche ambientali e sulla salute che esso comporta.