Caso ristorante Potenza solo punta iceberg crisi

“Ogni volta che chiude un’attività commerciale per le confederazioni di categoria come la nostra è un evento negativo che purtroppo rischia di non fare più notizia sui giornali. Il caso del ristorante “Gambero rosso” a Potenza, che non è il solo a chiudere nel 2014, è la punta dell’iceberg della crisi che colpisce i ristoranti, come conferma l’andamento deludente di Capodanno, al punto che molti ristoranti e locali in provincia di Potenza hanno rinunciato ad organizzare il tradizionale cenone o hanno dovuto ritoccare al basso il prezzo, mai in precedenza anche a 60 euro. Le imprese del commercio, turismo, servizi sono stremate e purtroppo il 2015 non sarà certo l’anno della ripresa sostanziale”. A sostenerlo è Il presidente della Confcommercio Imprese per l’Italia Potenza, Fausto De Mare ricordando che nell’assemblea provinciale di fine anno è stata “fotografata” la stagione difficilissima, che – ha detto De Mare –speravamo si esaurisse nell’anno in corso, purtroppo proseguirà nel 2015 e la ripresa è ancora fragile e incerta, come confermato peraltro da molti indicatori economici. E in questo scenario, purtroppo, il capitale fiduciario delle famiglie, che pur resiste e rimane molto alto, non si è trasferito sui consumi che, infatti, sono ancora desolatamente al palo. Deve essere chiaro a tutti che l’attuale livello di pressione fiscale è, di fatto, incompatibile con qualsiasi concreta prospettiva di ripresa economica. Pressione fiscale che negli ultimi anni è cresciuta costantemente e ha creato, a livello locale, dei veri e propri ingorghi fiscali. E mi riferisco al mix esplosivo Imu-Tasi-Tari che ha disorientato le famiglie e complicato la già difficile attività di gestione delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti. E il dato di oggi sulla pressione fiscale legale, ci consegna ancora una volta un triste primato. Al netto del sommerso economico, siamo in cima, con il 53,2%, nella graduatoria mondiale per la pressione fiscale su ogni euro prodotto e dichiarato.

De Mare – che è stato insignito del Premio Thalia 2014 per l’impegno profuso nelle attività del turismo e per accrescere la cultura dell’ospitalità – cita le cifre: con il passaggio dalla Tarsu alla TARES, l’incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti è stato del 290% e per alcune tipologie di imprese è arrivato addirittura al 500%, come per la ristorazione, con punte di oltre il 600% per l’ortofrutta e le discoteche. A tali aumenti – relativi alla sola componente rifiuti – devono essere aggiunti quelli registrati nel corso del 2014 dovuti all’introduzione della TARI e pari, mediamente, al 2,7%. La nuova TARI appesantisce ulteriormente un carico fiscale già pesante. Per liberare davvero le ingenti risorse necessarie per fare ripartire l’economia – ha continuato il presidente di Confcommercio – bisogna realizzare subito quella poderosa operazione che da tempo indichiamo: meno tasse e meno spesa pubblica, più riforme e più lavoro; tagliare le tasse, per favorire la crescita. Questo è il passaggio ineludibile, questa è la premessa a qualsiasi Le nostre proposte, in sintesi, sono: revisione dell’attuale struttura dell’Irpef riducendo le aliquote di imposta per imprese e lavoratori; deducibilità totale dell’IMU sugli immobili delle imprese, come negozi e alberghi; esclusione degli immobili strumentali dalla Tasi; revisione della Tari, in base al principio del “chi inquina paga”. Infine per la città di Potenza – conclude De Mare – serve un programma straordinario di rilancio delle attività del commercio.