Case famiglia, non solo rifugio per ragazzi

“Dare impulso alle case famiglia, per promuovere nuova solidarietà e accoglienza in Basilicata”. Lo ha detto il Garante per l’infanzia, Vincenzo Giuliano, in occasione di vari contatti con i responsabili di queste strutture.

“Le case famiglia assolvono ad un compito primario di assistenza e non rappresentano solo un rifugio per ragazzi o persone sole – ha sottolineato Giuliano -. Il valore di queste strutture, sempre più numerose anche in Basilicata, consiste nel fornire garanzie dal punto di vista del reinserimento sociale a pieno titolo, del recupero, specie nei confronti di minori non accompagnati, molti dei quali sono stranieri. Nel fare visita a varie realtà del genere, con lo scopo di mettere in rete esperienze, linguaggi e procedure di tutti gli operatori, che a vario titolo si interessano dei minori, e di approfondire le problematiche relative per fornire delle indicazioni precise al riguardo, Giuliano ha incontrato, tra gli altri, volontari e organizzatori di ‘Dopo di noi’, ‘Benessere’, ‘Movimento per l’infanzia’, ‘Fidapa’, ‘Unicef’, ‘Aiart’, ‘Gvs’, ‘Sad’.

“In regione – ha precisato il Garante per l’infanzia – le case famiglia hanno subito un incremento sensibile rispetto ad un decennio addietro. Naturalmente i problemi aumentano di giorno in giorno e cresce l’esigenza di considerare queste case un vero proprio investimento sociale, in linea con il bisogno di solidarietà che deve caratterizzare la Basilicata del nostro tempo. Tuttavia le case famiglia hanno particolari esigenze che consistono in veri e propri investimenti da parte del Ministero dell’Interno e della stessa Regione Basilicata chiamata a occuparsi del sociale per accrescere il grado di partecipazione ai problemi dei singoli, specie poi trattandosi di minori con storie personali spesso drammatiche alle spalle e con un futuro quanto mai incerto”.

Tra i temi affrontati nelle visite del Garante per l’infanzia e l’adolescenza quello della scolarizzazione, dell’assistenza sanitaria, ma soprattutto il nodo dei rapporti di lavoro e della formazione professionale dei giovani ospiti delle case famiglia.

“C’è da augurarsi – ha concluso Giuliano -, che ci sia massima apertura e piena disponibilità da parte di associazioni e singole realtà pubbliche e private per dare impulso a questo settore che vede al centro soggetti tra i più deboli e meno garantiti dalla società”.