Nel borgo abbandonato di Toiano lo spettro della bella Elvira chiede giustizia

Toiano è uno dei non pochi borghi italiani destinati ad estinguersi per mancanza di abitanti. Si trova vicino a Palaia, in provincia di Pisa, fra le colline e i calanchi volterrani, fuori dalle rotte degli uomini e dei turisti. Ha un piccolo cimitero abbandonato. Toiano, come tutti i borghi, si divide in Toiano antico e Toiano moderno. Toiano Moderno è un piccolo castello, posto su di una scoscesa verruca formata dagli stessi strati di ghiaia impietrita sopra i quali sono fondati gli edifici. Il più curioso è il dorso di uno di questi strati, grosso quasi un braccio, che serve da ampio pavimento per una strada che dalla Pieve conduce al Castello. Toiano si trova tra i corsi dei torrenti Chiecinella e del Roglio, principale affluente del fiume Era. Il torrente Carfalo divide il paese di Legoli da quello di Toiano e di Montefoscoli, scorrendo da est a nord. La storia del paese si dipana sotto i domini pisani, lucchesi e fiorentini. Le sue origini risalgono all’alto medioevo, e la struttura del paese resta quella di un castello, a cui si accede tramite un ponte, forse in origine ponte levatoio. Inizialmente sotto il dominio lucchese, passò poi sotto i pisani e nel 1362 sotto l’egemonia fiorentina, grazie all’azione del condottiero Rodolfo II Da Varano, il quale dopo aver vinto l’assedio, prese una campana della rocca e la inviò come trofeo a Firenze, dove fu posta nel ballatoio di Palazzo Vecchio. Nel 1364 il paese (da allora detto “Toiano Vecchio”) fu distrutto dai fiorentini e il territorio venne restituito ai pisani, in seguito agli accordi di pace tra le due città. Gli abitanti di Toiano ricostruirono nuovamente il villaggio (da allora detto “Toiano Nuovo”), ma nel 1406 si arresero nuovamente al dominio di Firenze. Il paese è oggi disabitato ed è stato segnalato al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) nel censimento dei luoghi del cuore da salvare. Vi è inoltre una chiesa sconsacrata risalente all’XI secolo, costruita a pietre quadre regolari e dedicata a San Giovanni Battista. Toiano divenne famosa o per lo meno conosciuta, nel 1947 quando fu al centro del caso della “bella Elvira”. Una giovane ventenne, Elvira Orlandini, trovata sgozzata nei boschi che circondano il borgo. L’omicidio di Elvira Orlandini, detta la “bella Elvira”, oppure “omicidio del Corpus Domini”, è un delitto avvenuto nel 1947 a Toiano che sconvolse l’opinione pubblica della Toscana e dell’intera Italia del dopo guerra, assetata di fatti di sangue dopo le censure del regime fascista. Il 5 giugno del 1947, durante la processione del Corpus Domini, venne scoperto nel vicino bosco di Botro della Lupa il corpo della ventiduenne Elvira Orlandini, giovane e bella, di famiglia contadina, uccisa mentre stava prendendo l’acqua alla fonte. Qualcuno le aveva tagliato la gola con inaudita violenza. Fra i sospettati vi erano un parente vicino alla vittima, il figlio di una famiglia romana benestante che aveva preso residenza a Toiano in quegli anni, ed infine il fidanzato, con il quale era prossima alle nozze. I carabinieri arrestarono il fidanzato, veterano di guerra e coetaneo della ragazza, nonostante l’opposizione degli abitanti di Toiano. Il processo contro l’accusato iniziò nel 1949 a Pisa e venne in seguito trasferito a Firenze per legittima suspicione: l’eco mediatica della vicenda causò un grande afflusso di pubblico e qualche disordine per i contrasti tra colpevolisti e innocentisti. Il 14 luglio i giudici svolsero, senza risultati, un sopralluogo nel bosco nel quale era stato ritrovato il corpo. Il processo si concluse con la scarcerazione per mancanza di prove del fidanzato, che tornò a vivere a Toiano. Ancora oggi, il caso rimane irrisolto, ed a ricordare la giovane Elvira resta una foto su una lapide commemorativa nel Botro della Lupa e la memoria della gente del luogo. Ma il fantasma della bella Elvira si aggira ancora per le viuzze del borgo fino al bosco. E’ in cerca di giustizia, il suo carnefice è ancora libero. Elvira morì per un colpo violento di coltello che le tagliò la gola mentre si recava alla fonte del Botro della Lupa, nel mezzo al bosco. Si discusse a lungo se c’era stata violenza carnale, dato che era stata ritrovata soffocata del sangue e priva di indumenti intimi. Al processo assistevano centinaia di persone, divisi fra colpevolisti e innocentisti. L’accusato, Ugo Ancillotti, fidanzato della bella Elvira fu alla fine assolto. Un povero diavolo in una storiaccia , più grande di lui, così apparve. La gente al processo in una atmosfera da stadio, scommetteva sulla colpevolezza o sulla innocenza dell’imputato. Il caso varcò i confini della Provincia di pisa, poi quelli della Regione e divenne un caso nazionale, il primo fatto di sangue dopo il fascismo e la guerra. Comparvero i maghi e gli indovini e anche le lettere anonime. Dopo due anni di interrogatori al limite della curiosità morbosa, Ugo Ancillotti fu assolto. E tornò in paese, che non avendolo mai ritenuto l’assassino,lo accolse da trionfatore Toiano con il suo bosco è oggi un borgo abitato dai fantasmi; è inserito nelle apposite guide. Se siete cauti e silenziosi visitatori e vi avvicinate al Botro della Luna, potrete sentire la bella Elvira che chiede giustizia.