Parma, servizi scolastici per disabili garantiti fino a giugno

Allarme per il taglio delle risorse da parte del Governo. A Parma 5 milioni in meno per il sociale. Il servizio di integrazione sarà rimodulato per ridurre i costi e per poterne garantire la continuità.

L’assessore al welfare Laura Rossi ha posto alcuni punti fermi sull’integrazione scolastica per disabili, oggetto di numerosi interventi e polemiche nelle settimane e nei giorni scorsi. Lo ha fatto in una conferenza stampa per informare la città su ciò che sta facendo il Comune.

“La legge di stabilità – ha ribadito l’assessore – prevede tagli per 20 milioni di euro al bilancio del Comune di Parma. Ciò imporrà una riduzione di circa 5 milioni di euro sui servizi sociali, al pari di quanto accadrà per gli altri settori del Comune. Se non cambia qualcosa i tagli saranno comunque indispensabili, per noi e per tutti i comuni italiani, e non certo per colpa nostra. Se non si parte da questa consapevolezza non si capisce il problema. La revoca tecnica dell’affidamento del servizio integrazione scolastica non è quindi una scelta politica dell’Amministrazione, ma un atto obbligato dalle scelte del Governo”.

Parma Laura Rossi

L’assessore ha quindi ricordato che il Comune di Parma, con un budget di 2.600.000 euro garantisce il sostegno scolastico a 306 ragazzi, dalle materne alle superiori.

Il Comune di Parma, in adempimento ai propri obblighi istituzionali ed in continuità con le attività espletate negli anni precedenti, aveva attivato già dall’estate la procedura di gara per l’affidamento del contratto di appalto relativo al servizio volto a favorire l’integrazione scolastica, a sviluppare l’autonomia e la capacità di comunicazione degli alunni diversamente abili.

Purtroppo, in conseguenza dei provvedimenti annunciati dal Governo, il settore Finanze ha bloccato l’aggiudicazione del servizio per l’anno 2015, per l’imprevedibile impossibilità di poter contare sulle risorse necessarie.

“Tuttavia – ha assicurato l’assessore Rossi – il servizio non sarà interrotto: per ora abbiamo stanziato 1.100.000 euro che, con l’attuale situazione ci consentirebbero di arrivare a Pasqua. Per questo, nei mesi di gennaio e febbraio continueremo ad erogare il servizio esattamente come è avvenuto fino ad ora, poi procederemo con interventi di razionalizzazione mirati e individualizzati per non pregiudicare gravemente la qualità del servizio e a rivedere il servizio trasporti, in modo da garantire alle famiglie almeno la chiusura dell’anno scolastico e far bastare queste risorse fino al mese di giugno, quando scadrà la proroga che abbiamo concesso all’attuale gestore. Per i servizi estivi e per la ripresa autunnale provvederemo successivamente, con la speranza che venga ridimensionato il drastico taglio governativo”.

L’assessore ha quindi ribadito che l’attenzione del Comune per i disabili è massima: “Ma se ci si trova di fronte a scelte obbligate – ha ribadito – si dovrà intervenire laddove è possibile, e i margini sono purtroppo ridottissimi”.

Infatti, per ragioni tecniche di bilancio, buona parte dei fondi destinati al sociale sono a spesa vincolata (fra questi i 25 milioni per la non autosufficienza). Di conseguenza si può agire per tagliare i 5 milioni che ad oggi sarebbero obbligati, solo su poche voci importanti e comunque su primarie necessità: contributi economici alle famiglie in difficoltà, strutture minori e donne sole, emergenza abitativa, centri diurni per anziani e, appunto, integrazione scolastica.

Si tratta di una scelta che nessun amministratore vorrebbe mai fare, ma che si rende indispensabile di fronte ad un calo di risorse per il Comune di Parma di 40 milioni di euro in tre anni.

“Nel frattempo – ha concluso la Rossi – lotteremo insieme alle famiglie e a tutta la società civile che vorrà unirsi per dire al Governo che i servizi essenziali non possono essere messi in discussioni e che tagli così imponenti a Comuni che avevano già diligentemente ridotto tutti gli sperperi, significano tagli allo stato sociale. Noi siamo dalla parte dei cittadini e pronti a dire forte e chiaro che lo stato sociale non si tocca e che i servizi essenziali costruiti con anni di fatica non si possono comprimere o ridurre”.