Potenza, al San Carlo un nuovo servizio al Pronto Soccorso

Il Pronto Soccorso del San Carlo si arricchisce di un nuovo servizio per migliorare l’accoglienza e l’assistenza personale ai pazienti. Un servizio annunciato come progetto in itinere dal dg Giampiero Maruggi lo scorso 7 luglio in occasione della presentazione del bilancio sociale e puntualmente varato. Nasce così la figura dell’assistente di sala (altrimenti detto steward), cui è devoluto il compito spiega l’azienda ospedaliera San Carlo – di svolgere funzioni di “mediazione” tra il personale operante nel Pronto Soccorso, necessariamente impegnato nell’assistenza sanitaria, e i pazienti e gli accompagnatori, con lo scopo di gestire una relazione completa e continuativa, evitando quindi che possano essere percepite situazioni di “abbandono”. “La sala d’attesa del Pronto Soccorso – commenta il direttore generale Giampiero Maruggi – è una delle principali porte d’accesso al San Carlo. Qui si concentrano persone con bisogni sanitari percepiti come urgenti, con peculiarità ed esigenze sempre più disomogenee. Questa criticità di base è amplificata dai tempi d’attesa differenziati per priorità di trattamento e dall’afflusso crescente di pazienti, che chiedono comunque di “fare presto e bene”. Il Pronto Soccorso è un ambiente dinamico, in cui gli ingressi non sono mai preventivabili e si avvicendano talvolta in misura elevata e rapida, mentre i tempi di “permanenza” in ospedale sono assai diversificati, variando gli esiti degli accessi dalle dimissioni al termine degli accertamenti diagnostici a un periodo di osservazione breve al ricovero in reparto. La presenza di accessi incongrui comporta inoltre un allungamento dei tempi di attesa, che inevitabilmente coinvolge anche gli utenti che correttamente si rivolgono al Pronto Soccorso. La maggior parte di questi problemi non è nota agli utenti che stazionano in sala d’attesa e ciò innesca spesso sensazioni di disagio, proteste e tensione”. “Alla luce di queste considerazioni – precisa il Dg del San Carlo – abbiamo da tempo promosso un intenso programma di iniziative volte a migliorare l’accoglienza, a partire dalla sistemazione degli spazi e del comfort ambientale in Pronto Soccorso, anche attraverso la presenza di televisori a grande schermo; un servizio di accoglienza con personale dedicato; un’area dedicata ai bambini; uno spazio “biblioteca”; una stazione di ricarica per telefoni cellulari; un distributore automatico di bevande; un percorso per i cd. ‘codici bianchi’. L’introduzione degli ‘assistenti di sala’ è un’altra tappa di questo lungo e articolato percorso. Credo sia una delle primissime esperienze del genere nel Mezzogiorno. Abbiamo preso quale benchmark il modello Veneto, che abbiamo adattato alle nostre esigenze che sono di dare risposta ai numerosi problemi personali di chi accorre in tutta fretta in ospedale ma anche di sforzarci di scongiurare quelle situazioni di angoscia e di spaesamento che spesso insorgono nei familiari in attesa di avere notizie sulla salute dei propri cari. Può trattarsi, banalmente, di un bicchiere d’acqua per chi ha sete o di una coperta per chi ha freddo, come dell’indicazione di un albergo convenzionato per chi dovrà trattenersi a Potenza per assistere un familiare. Comunque sarà un modo di dare attenzione alle esigenze di persone che vivono una condizione di disagio e di bisogno”. Il servizio di assistenza di sala è istituito sperimentalmente per un anno e avrà anche una fondamentale funzione formativa “sul campo” in favore dei giovani laureati in Infermieristica negli ultimi anni nella Regione Basilicata. La Direzione del San Carlo ha perciò bandito cinque borse di studio dell’importo di 12mila euro lorde ciascuna, precedute da uno specifico percorso formativo e ha individuato il referente aziendale del progetto nella persona del dott. Francesco Lisanti, Dirigente medico di Pronto Soccorso. scelto d’intesa con il dott. Michele Autilio, Direttore dell’U.O.C. “Accettazione, Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza” “Gli obiettivi del corso – spiega il dottor Autilio – sono quelli di sviluppare le competenze relazionali e comunicative richieste per lo svolgimento della professione infermieristica;integrare, ma non sostituire, la funzione del personale sanitario, realizzando una azione di contatto che eviti nel paziente e negli eventuali accompagnatori, l’insorgere di sensazioni di abbandono;fornire, al paziente e agli eventuali accompagnatori, informazioni ed indicazioni, raccogliendone le segnalazioni; rispondere alle esigenze di ascolto e di comprensione e informazione degli utenti; accompagnare i pazienti in reparti per eventuali visite specialistiche e trasportare la relativa documentazione clinica”. “Credo sia utile sottolineare – conclude il direttore Maruggi – che questo progetto sperimentale, interamente concepito all’interno del San Carlo, realizza due obiettivi: aggiunge un importante tassello all’impegno sul fronte dell’umanizzazione delle cure e nel contempo offre a giovani brillanti laureati in scienze infermieristiche una importante occasione di perfezionamento e conoscenza di una complessa realtà ospedaliera”.