Coding girls, ragazze è ora di programmare il futuro

E’ in corso Coding girls Roma-Usa, ovvero “ragazze che programmano”, otto giorni (12-19 ottobre) di full immersion al femminile nel mondo della tecnologia virtuale in tutte le salse:encoding e grafica web, app d’ogni genere, robotica… Trattandosi di co-produzione romano-americana (Mondo Digitale, la fondazione capitolina di settore, con l’Ambasciata Usa), la lingua di lavoro è rigorosamente l’inglese e i metodi americani fanno la parte del leone tra hackathon, fab lab, ideation room, activity space, family coding. Al momento Coding girls si svolge in alcune scuole romane (Kennedy, Galilei, Pacinotti-Archimede con 3 sedi, Alberti, Elsa Morante) e in una, la Buonarroti, con sede a Frascati. Sabato 18 e domenica 19 si trasferisce in via del Quadraro 102, nella “palestra dell’innovazione” di Mondo Digitale.

Gli otto giorni sono riservati alle bambine e alle ragazze dalle elementari alle superiori. Come funziona il tutto? La prima parte, quella nelle scuole, è una “staffetta formativa” in cui le alunne di un istituto passano il “testimone tecnologico” alle coetanee d’un’altra scuola. Poi, nel weekend, il picco di lavoro nella “palestra” di via del Quadraro: fabbricazione digitale (fab lab), robotica, maratone di tecno-creatività a squadre (hackathon) con progettazione di app e strumenti didattici, laboratori di “programmazione in famiglia” (family coding) con dentro mamme, nonne e insegnanti della bambine delle elementari. In chiusura, presentazione dei progetti e premiazione.

Fondamentale l’opera di coach e tutor: in testa al “nucleo formatori” ci sono Ashley Gavin ed Elizabeth Ivory Caudle. Entrambe ventisettenni, fanno parte di Girls who Code, giovane e ambizioso gruppo statunitense il cui obiettivo è appassionare alla tecnologia un milione di ragazze entro il 2020. Con loro dieci laureate e ricercatrici di Informatica della Sapienza, coordinate dalla professoressa Paola Velardi. Fondamentale, il loro ruolo, e non solo in questa kermesse: secondo studi recenti, per attrarre le ragazze verso la “carriera digitale” non c’è di meglio che presentare modelli positivi, professioniste capaci e realizzate, meglio ancora se in un contesto attivo di sperimentazione diretta.

Per Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale, “la tecnologia è troppo importante per essere lasciata solo agli uomini”. E infatti, affermano recentissime proiezioni, se nel comparto digitale lavorasse un numero di donne pari a quello degli uomini, il Pil europeo salirebbe di circa 9 miliardi di euro l’anno. Le cose stanno in modo diverso. In Italia, ad esempio, va gradualmente meglio ma siamo ancora lontani dall’obiettivo parità: 10 donne laureate in discipline tecnico-scientifiche rispetto a 15 uomini, 16° posto in Europa per numero di ricercatrici donne (34,5%), in fondo alla classifica per numero di donne docenti universitarie (36,2%). Ma il problema non è solo italiano: in Europa solo 9 sviluppatori su 100 sono donne, nel settore ICT le manager sono il 19% e meno del 30% la forza lavoro al femminile.

Da cui il senso di un’iniziativa come Coding girls e le parole di Marta Leonori, assessore capitolino a Roma Produttiva: “Siamo orgogliosi di prendere parte a questo progetto”, afferma Leonori, che parla di “un esperimento di ‘innovazione fattiva’ che avvicina giovani donne alle nuove tecnologie”. Per l’Assessore “l’Amministrazione capitolina sta lavorando per portare sempre più innovazione a Roma. Si sono concluse da poco Maker faire, la fiera dell’innovazione digitale, e laInnovation Week”. Molti, ricorda Leonori, i progetti firmati Roma Capitale, dal “rinnovo del portale istituzionale” ai sistemi “per avvicinare sempre più persone ai servizi online”, dalle “app che servono a smaltire file negli uffici” all’ “unificazione delle reti wifi pubbliche”. Ora il punto nodale è “incentivare le scuole ad aprirsi alle nuove tecnologie” e a questo fine Coding girls va “nella giusta direzione”.

Coding girls, su iniziativa della Fondazione Mondo Digitale e dell’Ambasciata Usa in Italia, nasce nell’ambito del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e in occasione della Settimana Europea della Programmazione. Sostengono Coding girls anche il MIUR, Roma Capitale (Assessorati Roma Produttiva e Famiglia-Educazione-Giovani), il dipartimento di Informatica dell’università Sapienza, la Città Educativa di Roma (“costola” di Mondo Digitale su contributo del Campidoglio) e Microsoft che fornisce i computer.